La moto riconosce chi la guida: primi esperimenti in Austria

La moto riconosce chi la guida: primi esperimenti in Austria

Un progetto di ricerca ha portato allo sviluppo di una moto laboratorio per la valutazione dello stato delle strade. Poi però ci si è resi conto che la moto poteva interagire con il suo pilota ed è partito uno sviluppo parallelo

09.10.2023 ( Aggiornata il 09.10.2023 12:47 )

La tecnologia delle moto moderne è pronta

Che ruolo ha la moto scelta?

Utilizziamo una KTM Super Adventure anche perché ha molti sensori di serie e un reader a bordo per l’adattamento della velocità - si riferisce al cruise control -. In Slovenia abbiamo fatto uno step successivo: siamo passati a utilizzare i sensori della moto; ad esempio per i freni e la velocità delle ruote, o per gli accelerometri. Questo significa che in ogni futura rilevazione, ogni moto moderna può imparare a raccogliere e gestire i dati utilizzati. Ovviamente per arrivare a questa conclusione abbiamo confrontato i dati fra i nostri costosissimi sensori, che fondamentalmente sono quelli utilizzati sulle telemetrie dei gran premi, con quelli dei sensori montati di serie sul veicolo. Nel caso di KTM i sensori sono Bosch. E abbiamo trovato che i dati sono assolutamente comparabili. A questo punto per il futuro non avremo più bisogno di dotazioni costose, ma potremo utilizzare qualunque moto dalla quale questi dati saranno prelevabili dal CAN-Bus”.


Le valigie posteriori contengono le apparecchiature elettroniche necessarie al prototipo in uso all'AIT, ma in futuro potrebbero non servire più


Quando è partito il progetto MoProVe?

La prima idea è di 10 anni fa, quando abbiamo iniziato a elaborare i dati raccolti dalle strade, dagli incidenti e dalle situazioni di conflitto stradale o di rischio, usando le usuali statistiche e i dati delle polizie. E abbiamo trovato molte correlazioni fra la guida e gli incidenti. E lì abbiamo capito che potevamo misurare la sicurezza. Io stesso sono motociclista, guido anche moto da competizione in pista, e già da studente ho imparato che la diretta interazione fra pneumatico e la strada può fare una grossa differenza”.


Cos’è che ha fatto crescere la vostra ricerca?

Quando 10 anni fa abbiamo iniziato non c’erano dati, e i computer non avevano la potenza di calcolo necessaria. Ciò che ha reso possibile il salto di qualità che abbiamo fatto è stato lo sviluppo dei sensori e la potenza dei computer. E sicuramente il modello creato dai matematici che gira sul computer di bordo. Oggi sulla nostra moto c’è molta intelligenza artificiale, capace di autoistruirsi”.


Quante persone lavorano a questo progetto?

Nel team centrale ci sono 6 persone con livelli e qualifiche differenti. E negli ultimi anni abbiamo confermato ciò che ci aspettavamo di rilevare. Il prossimo step come team leader sarà l’inserimento di questa tecnologia in una direttiva nazionale austriaca, così come la FEMA farà a livello europeo. In Austria ci sono delle linee guida per la sicurezza dei motociclisti, sono inserito in questo comitato. Quindi promuoverò questo sistema come metodica abituale per l’ispezione delle strade. Continueremo ovviamente a fare dei test insieme a KTM, che per noi è un partner importante. Non ci fornisce solo la moto, ma ci dà anche un’importante assistenza nell’interpretazione dei dati”.


Ci ha parlato anche di analisi commissionate da altri paesi.

Abbiamo ovviamente Iniziato dall’Austria, con un primo modello messo a punto e calibrato per le strade austriache. Tre anni fa abbiamo iniziato anche in Svizzera, e lì abbiamo ricominciato con un set di dati completamente diversi. L’ultimo progetto è in Slovenia, dove abbiamo provato di avere un modello molto stabile. Ora siamo nella fase nella quale elaboriamo i dati in tempo reale. Il prossimo step è quello di usare questo sistema per fare misurazioni di sicurezza per conto delle autorità stradali. Ma vogliamo arrivare a usare questo sistema per assistere i motociclisti. Quindi tu pilota, che hai il sistema sulla moto puoi averne dei vantaggi”.

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