La moto riconosce chi la guida: primi esperimenti in Austria

La moto riconosce chi la guida: primi esperimenti in Austria

Un progetto di ricerca ha portato allo sviluppo di una moto laboratorio per la valutazione dello stato delle strade. Poi però ci si è resi conto che la moto poteva interagire con il suo pilota ed è partito uno sviluppo parallelo

09.10.2023 ( Aggiornata il 09.10.2023 12:47 )

Si chiama MoProVe, ed è una moto laboratorio sviluppata dall’istituto di ricerca austriaco AIT (Austrian Institute of Technology) con l’obiettivo di monitorare la qualità delle strade e di individuarne i punti che creano pericoli nella circolazione dei mezzi a due ruote. Questo perlomeno era il punto di partenza del progetto, partito 10 anni fa. Nel tempo però i ricercatori austriaci hanno intuito che il loro sistema aveva potenzialità molto maggiori.

L’AIT è un centro di ricerca il cui principale azionista (50,46%) è la Repubblica d’Austria, attraverso il Ministero per la Salvaguardia del Clima, l’Ambiente, Energia, Mobilità, Innovazione e Tecnologia. L’altro 49,54% è detenuto dalla Federazione austriaca delle industrie. Peter Saleh lavora all’AIT da 18 anni, avendo iniziato come Junior Researcher. Attualmente è Team Leader, ma nell’Istituto la qualifica preferita è Thematic Coordinator, di un gruppo di lavoro che si occupa di strade, di dati sulle loro condizioni e di sicurezza stradale.

UNA "strana" KTM Super Adventure

Abbiamo intervistato l’Ing. Saleh per farci raccontare di questa strana KTM Super Adventure che si incontra sulle strade austriache, svizzere e slovene.

Sono specializzato nelle misurazioni della qualità delle strade - ci dice il tecnico austriaco - e nell'elaborazione da queste misure dei modelli di rischio, o di predizione del rischio. Come ci sono le previsioni del tempo, noi prevediamo i rischi”.

Su cosa lavora il suo gruppo?

Due sono gli aspetti dell’infrastruttura stradale che valutiamo. Il primo è la qualità della strada, prevalentemente per la manutenzione, ma anche per il comfort di viaggio. L’altro è l’influenza delle peculiarità della strada, come ad esempio la geometria, sulla sicurezza. In modo particolare per quanto riguarda le moto. Nel mio gruppo sono lo specialista in mezzi a due ruote a motore. C’è una relazione diretta fra la qualità della strada e la sicurezza”.

Quindi avete sviluppato questa moto strumentata

Noi la chiamiamo ‘the rolling laboratory’ - il laboratorio che dondola-. Da molti anni utilizzavamo camion e auto specifiche per questo tipo di valutazioni. Ma per determinati usi specifici ora abbiamo questa moto strumentata”.


Strumentata significa che è stata dotata di Company Racelogic, un sistema di acquisizione dati, accelerometri, dGPS, un sistema funzionante con due diversi sensori GPS, interpolando i dati dei quali si può avere una posizione con un margine d’errore molto inferiore, IMU, CAN reader, CAN Bus data logger, un registratore dei dati acquisiti attraverso il CAN Bus della moto.

Volete una traduzione più semplice di tutto ciò? Tantissimi sensori e un computer molto potente per acquisire ed elaborare i dati raccolti.

A un certo punto abbiamo iniziato a studiare il motociclista

Che uso fate della vostra moto?

Per anni abbiamo studiato l’interazione fra gomme e strada. Ora siamo passati a studiare sia l’interazione del modo di guidare con la strada, sia quella della moto nel suo insieme con la strada. Quindi le sospensioni, le forze che si applicano alle ruote, gli ingressi in curva. Questo è molto più che limitarsi a raccogliere dati sulla strada. Noi raccogliamo dati sulla guida”.

Si direbbe una svolta nel vostro lavoro

Abbiamo iniziato a farlo negli ultimi 5-6 anni e abbiamo potuto integrare lo stile di guida. Utilizziamo dei test riders sulle strade, dei quali possiamo misurare e valutare se si tratta di un guidatore giovane o esperto; o magari sportivo. E questo è molto importante per noi per capire e per inserire i dati in un modello matematico. Una procedura per la quale utilizziamo una sorta di intelligenza artificiale che riconosce gli stili di guida e li converte in equazioni. Dopo questo passaggio possiamo oggettivamente dire qual è l’influenza della strada”.

Il primo punto è la classificazione dello stile di guida di chi conduce la moto?

Si. Una volta che abbiamo individuato lo stile di guida e, metti che il computer sulla moto dica che il guidatore guida 'normalmente' - e con l’espressione del viso lascia intendere che sul concetto di normalmente hanno lavorato in seno al gruppo per definirne i contorni-, a questo punto possiamo concentrarci ad analizzare la correlazione fra la strada e le reazioni della moto”.


Sembra di capire che in questo modo si possano escludere quelle anomalie di guida che inquinerebbero l’analisi dei dati. E continua.

Il pilota che si trova a suo agio su una strada, prenderà un ritmo ben specifico. Se nel percorso c’è poi una curva particolarmente impegnativa, magari un tornante, ci apparirà una discontinuità”.


Certo, deve essere difficile per voi valutare se è più sicuro nella guida un pilota veloce ma esperto o uno lento ma meno formato. Non è detto che quello più lento sia più sicuro.

Questo è un punto veramente importante quando usciamo con la moto per i test. Noi lavoriamo in Austria, Svizzera e Slovenia, dove facciamo delle misurazioni per i gestori delle strade. Quando ci chiedono di valutare una strada, andiamo con almeno tre piloti differenti. I tre guidatori differenti sono un grosso vantaggio per il sistema. Perché di solito portiamo un giovane pilota poco esperto e uno maturo ed esperto. Comparando i dati si possono approfondire aspetti differenti. E se una situazione critica sarà difficile per entrambi, anche se, magari, con livelli di difficoltà differenti, avremo una forte indicazione di una criticità della strada sulla quale intervenire”.

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