Lavorare nel settore della moto: come fare?

Gian Franco Nanni, Askoll

Gian Franco Nanni, è il CEO di Askoll EVA SpA, società leader nella produzione di veicoli elettrici con un fortissimo know-how nel settore dei motori brushless, con circa 800 brevetti depositati.

Quali sono i profili che cercate maggiormente nella vostra azienda?

“Purtroppo abbiamo una certa carenza di ingegneri elettronici. Lavoriamo assieme all’Università di Padova per ovvi motivi di prossimità, ma anche con il Politecnico di Torino. Eppure fatichiamo a trovare ingegneri elettronici da assumere. Un po’ perché, evidentemente, le università sfornano pochi laureati di quel tipo, un po’ perché c’è veramente una forte richiesta da parte delle aziende”.

Lavorando anche in altri paesi e assumendo manodopera internazionale, avete notato differenze nella qualità della formazione di persone provenienti da paesi differenti?

“No. E abbiamo dipendenti argentini, francesi, serbi, cinesi, taiwanesi, spagnoli… e non abbiamo riscontrato livelli di formazione differenti fra loro”.

Oggi si parla molto di reshoring, del ritorno in Europa di molte produzioni: da che parte deve guardare un giovane che vuole lavorare nel settore motociclistico?

“Ovviamente ci sono altre zone del mondo, e mi riferisco al sud-est asiatico, alla Cina e all’India, che fanno numeri impressionanti e che stanno mettendo sotto pressione il nostro mondo industriale, anche con logiche d’acquisizione di eccellenze europee. Però secondo me, siccome quei paesi sono molto interessati al nostro sapere, cercano conoscenze delle tecnologie, credo sia un’ottima base partire da un periodo di lavoro nelle aziende italiane, dove acquisire esperienza e conoscenze che poi possono essere utili a trovare lavoro anche in altre zone del mondo; se si ha l’aspirazione ad andare via”.