Carburanti, l'alternativa e-fuels: la vera svolta?

Carburanti, l'alternativa e-fuels: la vera svolta?

Il 2035 e l’annunciata svolta elettrica sono dietro l’angolo. E mentre da più parti si fa notare che il passaggio a una mobilità totalmente elettrica è un’utopia, si fa largo l’alternativa dei carburanti sintetici che abbattono le emissioni di CO2 e di particolato

23.01.2023 10:32

Cosa sono gli e-fuels

Dei biocarburanti sappiamo già che sono derivati da vegetali coltivati; cosa che ha già creato polemiche, visto che le piantagioni mirate a produrre combustibili toglierebbero spazio alla tradizionale agricoltura per uso alimentare. 

E gli e-fuels cosa sono? Una trovata “quasi” geniale: carburanti sintetizzati utilizzando l’anidride carbonica catturata nell’aria e l’idrogeno. Uno dei grossi punti di forza dei carburanti sintetici è proprio nel fatto che all’anidride carbonica generata dalla loro combustione bisogna sottrarre quella catturata dall’atmosfera per produrli. Non vi sarà sfuggito che li abbiamo definiti “quasi” una trovata geniale. Hanno un difetto: la loro produzione assorbe molta più energia di quella che si può recuperare bruciandoli.

Il bilancio energetico ce lo ha presentato nel corso di una tavola rotonda alla quale chi scrive ha presenziato, Wolfgang Wernecke, che si occupa di ricerca per la Shell. I processi produttivi di un litro di e-fuels assorbono dai 24,4 ai 29,8 kWh. Ma il potere calorico di un litro di carburante sintetico è di appena 9,5 kWh. È vero che il processo genera anche fra i 4,3 e i 5,4 kWh di calore, che può essere riutilizzato, ma non è irrealistico dire che per produrre un litro di e-fuel si usa il triplo dell’energia che si può riavere indietro bruciandolo.

E allora, che senso hanno questi carburanti? Hanno senso se vengono prodotti in zone del mondo dove c’è una grande disponibilità di energie rinnovabili. Ecco perché la Porsche ha scelto il Cile per il suo impianto pilota: ha scelto un posto estremamente ventoso.

Ci sono tante trasformazioni di energia per produrre gli e-fuels - dice Wernecke - e questo rende la catena poco efficiente. Però bisogna considerare che in alcune zone del mondo c’è grande abbondanza di energie rinnovabili. Quindi si può produrre lì l’energia, ma poi sorge il problema di trasportarla anche su lunghe distanze. La conversione dell’energia elettrica in energia chimica attraverso gli e-fuels è una delle soluzioni. Ma la questione chiave resterà capire quale sarà la strada più efficiente fra le quattro possibili”.

Quattro strade possibili secondo l’ingegnere tedesco. La prima restano i carburanti attuali, riducendone al massimo le emissioni. Hanno il pregio di essere anche economicamente convenienti. La seconda sono i citati biocarburanti. Poi c’è l’elettricità, che diverrà sempre più diffusa e conveniente. E attraverso la quale si produrranno pure gli e-fuels. Infine l’idrogeno, che potenzialmente è molto importante.


Le zone molto ventose sarebbero ideali per produrre gli e-fuels

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