Avete mai provato la sensazione di essere un tutt'uno con la vostra moto, come se il vostro corpo si estendesse anche alle parti meccaniche del mezzo? La scienza spiega perché accade e perchè amiamo così tanto sentirci così
La moto diventa a tutti gli effetti un'estensione potenziata del corpo, perchè tramite lei "sentiamo" quello che da soli non potremmo. E per il principio di adattabilità che è proprio della nostra specie, siamo capaci di imparare velocemente come governare il mezzo e usarlo nella maniera più efficiente possibile per avere il massimo risultato dalla nostra interazione.
Certo, non è immediato: la prima esperienza in moto è terrificante, non si comprende immediatamente il senso di equilibrio, non ci si fida dell'aderenza e del peso, ma in breve diventiamo così padroni dello strumento che guidare la moto non richiede più sforzo mentale o muscolare. Diventiamo un tutt'uno, un uomo-macchina dalle enormi potenzialità grazie al controllo intelligente del pilota e alla propulsione della meccanica.
Tutti i motociclisti, prima o poi, si trovano a pensare qualcosa del genere: "oggi in moto è stato grandioso, sembrava un'estensione del mio corpo". Se siete capaci di riconoscere la sensazione, sapete anche capire il ragionamento di cui sopra, e capire che la moto non "sembra", ma "è" a tutti gli effetti un'estensione meccanica della nostra persona, e questo spiega anche perchè poi riusciamo a provare sentimenti sinceri verso qualcosa che non è biologico, ma che esalta la nostra natura umana.
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