Display TFT: quando la tecnologia non porta solo benefici

Display TFT: quando la tecnologia non porta solo benefici

Mai nella storia il mercato ha proposto così tanti marchi e modelli come ora, ma allo stesso tempo stiamo assistendo a una serie di omologazioni elettroniche come quella delle strumentazioni, util ma molto complesse e fondamentalmente tutti uguali

17.08.2022 ( Aggiornata il 17.08.2022 09:56 )

La tecnologia è meravigliosa, rende guidabili da tutti moto dalle potenze incredibili e fa percepire come più leggere e pratiche moto dal peso esagerato. Il lavoro che l'elettronica compie nell'assistere il pilota è superbo e ai giorni nostri si può dire che senza di essa molte delle moto in commercio non avrebbero senso di esistere, e sempre più utenti non vorrebbero più rinunciare alla sicurezza dei sistemi di controllo. Tra le innovazioni in questo contesto c'è senza dubbio l'introduzione dei display TFT a colori e del controllo di tutti i parametri della moto tramite la strumentazione di bordo, uno degli argomenti più controversi per i suoi numerosi lati negativi che vanno dal semplice funzionamento, alla visualizzazione delle informazioni fino all'effettiva mancanza di fantasia nel realizzarli e integrarli. Andiamo per gradi.

Comandi al manubrio, che casino!

Questo è forse il peggior difetto che le recenti strumentazioni digitali si portano dietro: una complessità dei comandi così esagerata da richiedere ore di studio e pratica per riuscire a visualizzare e sfruttare tutte le opzioni disponibili. Il perchè di tale pasticcio arriva da una motivazione ben precisa: il motociclista non può togliere le mani dal manubrio e l'unico dito disponibile a imparire comandi è il pollice di entrambe le mani

Significa che i "gesti" che il pilota può fare per controllare una serie enorme di impostazioni e dati sono limitati alla rotazione del pollice mentre si stringe il manubrio con le altre quattro dita, e quindi tutto deve passare per forza per i blocchetti elettrici di destra e sinistra, con quello di destra limitato a poche funzioni data la necessaria libertà del polso di ruotare per eccelerare. 

La soluzione di una semplificazione estrema per gestire numerosi parametri, menù, sottomenù e regolazioni non si è ancora trovata, e ogni casa motociclistica prende strade diverse sia per l'hardware dei comandi che per il software della strumentazione, che costringono l'utente a imparare da capo tutto appena si cambia moto. Chi - per il momento - sembra aver capito un po' meglio come semplificare è BMW grazie al suo rotore sulla manopola sinistra, ma c'è ancora tantissima strada da fare per tutti e i giochi si fanno ancora più difficile con l'introduzione di radar e navigatori.

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