Manutenzione predittiva: come cambierà fare il tagliando alla moto

Manutenzione predittiva: come cambierà fare il tagliando alla moto

Le aziende del settore motociclistico stanno lavorando a quella che è un’applicazione dell’elettronica che promette di cambiare radicalmente le nostre abituali visite in officina per la manutenzione della nostra moto

28.04.2022 ( Aggiornata il 28.04.2022 15:40 )

Ve ne avevamo parlato un paio di anni fa (sulle pagine della rivista In Moto 7/2020), affrontando l’argomento dell’elettronica sempre più presente. “La Predictive Maintenance – ci diceva Carmine Buono, Solutions Architect di un’azienda italiana specializzata in BigData, Data Analytics e Cognitive Computing - predice che il tal giorno, con una tolleranza di 1-2 giorni, si guasterà un determinato componente”.

E continuava “A partire dai sistemi SCADA/ICS – si parla di produzione industriale - per arrivare a tutte le apparecchiature complesse, la Predictive Maintenance sta diventando una prassi progettuale fondata sulla raccolta di tutti i dati macchina; che poi vengono correlati con i dati dei guasti, per trarne modelli previsionali. La BMW nelle auto in parte lo sta già facendo, tanto che a libretto non mette più la prescrizione di una determinata operazione da fare a un preciso intervallo chilometrico. Piuttosto volta per volta ti avvisa che devi fare un determinato intervento, perché i parametri del veicolo suggeriscono che cambiando l’olio, tanto per fare un esempio, si può spostare in avanti nel chilometraggio un determinato problema”.

Il punto oggi

Sono passati quasi due anni: a che punto siamo?

Nel primo decennio degli anni 2000 su alcuni nostri motociclici dicono dalla BMW -, ad esempio la famiglia K1200 S/R/GT, era stato già introdotto un approccio alla manutenzione predittiva, dove la centralina della motocicletta definiva ad esempio in base a precisi parametri di funzionamento la necessità di dover eseguire o meno il controllo del gioco valvole. Oppure le prime K1200GT della stessa generazione erano dotate di un sensore che indicava la necessità di sostituire le pastiglie dei freni anteriori. Attualmente i nostri piani di manutenzione sono dinamici, ossia hanno una check list flessibile, che viene definita in fase di accettazione grazie a un apposito tool che elabora i dati di input raccolti dall’accettatore. Questo approccio permette di distinguere gli interventi in scadenza, quindi necessari, da quelli eventualmente posticipabili”.

Posizione analoga anche per la Ducati, che parlando di manutenzione straordinaria dice: “attraverso l’analisi continua del cosiddetto ‘data lake’, che è un enorme raccoglitore di dati digitali relativo ai dati diagnostici del proprio parco moto, Ducati effettua con continuità un’analisi di qualità predittiva agendo, quando necessario, con campagne di aggiornamento prodotto prima che si verifichino i guasti sulle moto dei suoi clienti. Attraverso la MyDucati App, i clienti sono informati sugli aggiornamenti disponibili o necessari ai loro veicoli”.

Tutto è cambiato con la Euro5

Qualcosa di simile ce lo racconta Cristiano Manchiero, di Kawasaki Motors Europe: “Non esistono dei sistemi predittivi per individuare future necessità di manutenzione, ma in tutti i motocicli di ultima generazione sono presenti una serie di sensori e controlli elettronici che, oltre a gestire in maniera precisa il funzionamento della moto, possono fungere da ‘campanello d’allarme’, segnalando e registrando in centralina ogni eventuale anomalia o comportamento ‘sospetto’ , anche sporadico, dei vari componenti”. Già, con la Euro 5 le nostre moto sono state riempite di sensori.

Poi ci sono Benelli e Yamaha, che affermano di essere al lavoro sulla tecnologia della manutenzione predittiva per proporla in futuro; e pure Kymco non ne esclude l’impiego sui futuri top di gamma. Honda ce l’ha già sulle automobili, e pure lei non esclude di adottarla sulle moto.

Insomma, per chi fa manutenzione, una dotazione informatica di primo livello che dialoghi con l’elettronica di bordo della moto è ormai imprescindibile.

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