Rewind, Aprilia SR 50: la GP fatta scooter

Rewind, Aprilia SR 50: la GP fatta scooter

Fino a quel momento nessuno aveva proposto uno scooter così vicino nel design e nelle scelte cromatiche a una moto da Gran Premio. Inusuali anche le ruote da 13"

Redazione - @InMoto_it

15.04.2022 19:00

La novità che Aprilia presentò al MotorShow del dicembre 1992 fu lo scooter SR 50. Si trattò  di uno mezzo atipico per il periodo (il primo ad introdurre il concetto di commuter sportivo) e sfoggiava un look da vera moto, o meglio da vera moto da gran premio, quella di Loris Reggiani, al periodo pilota ufficiale in sella alla 250 di Noale. La presentazione del piccolo SR sarebbe dovuta arrivare qualche mese prima, a giugno di quello stesso anno, ma le vendite dell'Amico furono tali che a Noale non riuscivano a tenere il passo degli ordini, allora Ivano Beggio decise di rinviarne il debutto al Salone bolognese.

Look dal profumo do corse e colorazioni brillanti, l’SR fu decisamente molto apprezzato dal pubblico giovanile, mentre per i più “maturi” la casa veneta continuò a mantenere in produzione la fortunata serie Amico. Furono decisamente interessanti le soluzioni tecniche adottate dall’Aprilia per realizzare l’SR: pneumatici particolarmente “generosi” con un profilo ultra-ribassato ed un diametro piuttosto importante, una forcella idraulica dal solido aspetto ed un freno a disco anteriore di 190 mm di diametro o il vano portacasco che era elemento portante della carrozzeria. L’SR prima serie, che arrrivò in vetrina alla fine del 1992, era disponibile in tre versioni: l’Urban Kid totalmente nero, il Replica ed il Viper, caratterizzato dal giallo abbinato al viola. Il prezzo era di 3.390.000 lire franco concessionario.

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Aprilia SR 50: com’era fatto

La vista frontale è caratterizzata da uno scudo particolarmente profilato che ingloba nella parte inferiore il gruppo ottico a proiettori separati; sotto “scorre” la ruota anteriore che sembra quasi “inghiottita” dalla scocca che carena tutta la parte inferiore dell’SR. Il retrotreno riprende il design adottato sulle moto da velocità: notiamo infatti un codone piuttosto massiccio, movimentato sui lati da prese d’aria e da una piccola tabella portanumero. Gli oggetti ingombranti da portare al seguito trovano posto sotto la sella nel capiente vano portacasco; in coda ci sono invece i due serbatoi per carburante e lubrificante. Completo e funzionale l’equipaggiamento di bordo, con gli “stop” su entrambi i freni, lo starter automatico e l’avviamento elettrico; completa efficacemente la dotazione una ben visibile strumentazione con grafica rossa sul fondo nero che si compone di un tachimetro contachilometri, indicatore analogico del livello del carburante e cinque spie luminose per riserva carburante, riserva olio nel miscelatore, luci e indicatori di direzione. I comandi al manubrio di tipo motociclistico sono di facile reperimento e quindi di facile utilizzo da parte di chiunque.

La ciclistica dell’Aprilia SR si basa su un telaio monoculla sdoppiato in acciaio, con elemento portante costituito dalla scatola porta-casco realizzata in fibra di vetro. Le sospensioni sono rappresentate da una forcella teleidraulica a perno avanzato di derivazione motociclisica e posteriormente da un monoammortizzatore che sfrutta come forcellone il gruppo oscillante motore-trasmissione. L’impianto frenante “impressiona” con un “poderoso” disco anteriore di 190 mm di diametro con pinza a comando idraulico e con tamburo monocamma da 110 mm di diametro sulla ruota posteriore. Il propulsore che equipaggia l’SR è derivato dal collaudato monocilindrico a due tempi montato sull’Amico; ha una cilindrata di 49 cc, è raffreddato ad aria forzata e l’aspirazione è gestita da un pacco lamellare posizionato sul carter motore. La lubrificazione avviene mediante una pompa a portata variabile e l’alimentazione è controllata da un carburatore con diffusore di 12 mm di diametro. La trasmissione, che rende velocissimo in accelerazione il Replica, è costituita da un variatore automatico con frizione centrifuga automatica.

Gira pagina per leggere la prova su strada si InMoto del 1993:

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