Ducati, Claudio Domenicali: "Il V4? Lo vedremo presto su altre moto"

Ducati, Claudio Domenicali: "Il V4? Lo vedremo presto su altre moto"

Nel futuro probabile arrivo di una tourer o una maxi cruiser con il Desmosedici Stradale V4? L'ad della Casa di Borgo Panigale ci ha raccontato l’identità del marchio bolognese, dell’elettrico e della grande festa del WDW

Serena Zunino

31.03.2022 18:33

Poltrona Frau e Ducati hanno unito la loro storia, il loro lavoro e la loro passione per creare un qualcosa di originale e interessante, un prodotto certamente unico. Un prodotto che sarà in vendita in limited edition (solo 500 esemplari) in cui le due eccellenze italiane hanno concentrato i loro sforzi, facendo nascere così la Xdiavel nera. Una moto in cui il nero lucido e opaco vanno a braccetto, in cui alcuni elementi sono rossi come simbolo della Casa motociclistica, con una sella di qualità disponibile in quattro colori. All’evento milanese abbiamo potuto parlare con l’ad di Ducati Motor Holding Claudio Domenicali. Ecco cosa ci ha raccontato.

Prossima Diavel V4?

Claudio, di cosa va più orgoglioso del marchio Ducati?

Della capacità di attrarre talenti in azienda e quindi di esser riuscito a costruire un gruppo di persone molto multifunzionale, con molti ingegneri ma anche molti appassionati di marketing, di comunicazione e principalmente motociclisti. Hanno una passione così forte che lavorare insieme è un misto fra lavoro e divertimento. È sfumato il passaggio tra il lavoro e il tempo libero. Però sono persone serie che non si prendono troppo sul serio. Nel tempo sono state capaci di costruire un’azienda straordinaria dal punto di vista finanziario, che genera molte risorse e che ci permette di costruire e sognare un futuro ancora migliore del presente. In sintesi, sono orgoglioso di avere un’azienda in crescita, con gente che si diverte e con l’azionista contento".

Vedremo il V4 su una XDiavel?

Normalmente non parliamo dei prodotti futuri, ma certamente il motore V4 in particolare la versione del Multistrada (il Desmosedici Stradale, ndr) che è meno estrema di quello della Panigale, è una piattaforma straordinaria. Abbiamo un gruppo di 12 persone, un panel test, e una volta al mese usciamo insieme e proviamo tutte le moto nuove di sviluppo con le concorrenti. Abbiamo provato venerdì scorso il motore V4 su una moto che oggi non esiste (una tourer? ndr), questo è un motore che useremo in applicazioni diverse, sulla Xdiavel magari anche. Vedremo più modelli con il V4 perché ci sta dando grandi soddisfazioni. È un motore estremamente robusto che fa tantissimi chilometri senza manutenzione, un motore dalle caratteristiche di nobiltà. Ha un’erogazione fluida. È costoso da produrre ma regala un’esperienza particolare”.

Dal 2023 fornirete la MotoE, una Ducati elettrica invece quando la vedremo per strada?

"È sicuramente presto parlare di prodotti elettrici in vendita a marchio Ducati, ma è sicuramente certo che li avremo. È evidente che la necessità di fare la nostra parte nella riduzione dell’emissione di anidride carbonico è presente ed è altrettanto evidente che per una moto sportiva il peso e le dimensioni sono un elemento imprescindibile. Ora stiamo seguendo l’evoluzione delle chimiche delle batterie, si può realizzare oggi una moto elettrica ma secondo noi i compromessi da realizzare sono ancora troppo alti.

Vero è che è una tecnologia interessante ed è questo il motivo per cui siamo entrati nella MotoE, proprio per sviluppare e costruire il nostro know how. Se parliamo di motori sportivi siamo fra i più bravi al mondo a farli, dalla MotoGP a quelle stradali, vogliamo essere fra i più bravi al mondo anche a fare motori elettrici emozionanti".

Cosa pensa e spera che una Ducati trasmetta a chi la guida?

"La sensazione di avere comprato qualcosa di diverso, di non banale. Cerchiamo sempre di realizzare prodotti che una volta che andiamo a provare ci facciano restare stupiti per il loro comportamento. Mai prodotti che si omologano a un concorrente. La nostra aspettativa è che chi guida la Panigale, quando è in pista e chiude gli occhi, senta che sta guidando la Panigale. Per il rumore, l’erogazione, un feeling, il controllo di trazione, la frenata, che caratterizzano quella moto".

Tra poco inizierà la SBK e poi comincerà l’avventura di Danilo Petrucci in MotoAmerica, cosa si aspetta da lui e da Alvaro Bautista?

“Sono due ritorni, in un certo senso. Petrucci corre con le Dunlop, su piste che non conosce, è più difficile da inquadrare. Alvaro ha dimostrato di sentirsi bene a casa, la moto è stata cambiata abbastanza durante l’inverno con tanti componenti, il forcellone è migliorato molto e lui l’ha apprezzato. Sicuramente c’è molta aspettativa. Nel 2019 la prima metà dell’anno era stata straordinaria, poi qualcosa nel meccanismo si è inceppato. È molto difficile il rapporto tra pilota, squadra, moto, è un’alchimia delicata. Alvaro è stato molto voluto dal team, aveva lasciato un ricordo molto buono. Probabilmente lo sta sentendo e sta funzionando bene. Io sono il primo tifoso e mi godo la gara. Con lui ci possiamo divertire”.

TRA NOI E I DUCATISTI UN RAPPORTO QUASI RELIGIOSO

Torna anche il WDW quest’anno, come state organizzando questa grande festa?

"Per noi è un’apoteosi. Ha un costo molto importante di organizzazione, dura nove mesi. È un evento straordinariamente importante, e nei quattro giorni entrano più di 100 mila persone in circuito. Vorremmo che questo fosse il più bello di sempre. C’è tantissima aspettativa, abbiamo tanti piloti, c’è la “Race of champions” con piloti che si allenano sempre con le Panigale, sono molto agguerriti. Quella sarà l’apice e rappresenta lo spirito di una marca: trovarsi con tutti i suoi appassionati, fargli trovare tutti i loro beniamini a disposizione e in più fanno una gara privata solo per loro.

Cosa vuol dire essere "Ducatisti"?

È la bellezza che ci raccontano gli appassionati della nostra marca, che comprano Ducati per il prodotto, ma anche perché entri a far parte di un mondo che è fatto del WDW, delle scuole guida, dell’abbigliamento, di essere ducatista anche quando non sei in moto. C’è un legame quasi religioso. Non è una relazione normale, nel bene e nel male. Quando sono scontenti è quasi come se fosse un amante tradito".

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