Triumph, 7 domande ad Andrea Buzzoni: tra pista, moto elettriche e la Gilera da 152 Km/h

Triumph, 7 domande ad Andrea Buzzoni: tra pista, moto elettriche e la Gilera da 152 Km/h

General Manager, nato a Milano, laureato in scienze politiche, ha operato nel mercato tedesco per Ducati ed è stato a capo di BMW Italia. Uomo di strategia ma anche appassionato (e motociclista) vero!

10.03.2022 ( Aggiornata il 10.03.2022 13:50 )

Passione per le moto. Una qualità della quale Andrea Buzzoni, CEO di Triumph Motorcycles Italia, non difetta certo. Motociclista ed appssionato di moto fin da ragazzo ricopre un ruolo di primo piano nel panorama delle due ruote oggi in Italia. Nato Milano e laureato in Scienze Politiche, è stato uomo di corse, con l'esperienza in SBK con il compianto Andrea Merloni e Pierfrancesco Chili, ma anche giovane, ma anche di Marketing con le esperienze in Benelli, Ducati e BMW ed oggi è al timone di Triumph. 
Lo abbiamo voluto conoscere meglio, cercandone il lato di vero apassionato di moto. Ecco cosa ne è venuto fuori dalle nostre sette domande:

PASSIONE PER LE MOTO

1. Da dove nasce la tua passione? È innata o è stato il destino a farti conoscere le due ruote?

"La passione per la moto nasce in scia a quell'indimenticabile (per chi l'ha vissuta) offerta di moto 125 degli Anni '80. A dire il vero in quegli anni i ragazzi di 16-18 anni andavano quasi tutti in moto. Fu una definitiva svolta nel mio stile di vita che avrebbe in seguito impattato anche la mia vita professionale".

2. La tua prima moto o quella che ha segnato la tua giovinezza?

"A 17 anni. Fu una vera conquista visto che dovetti lavorare duramente un'estate intera come operaio in fabbrica nella
pausa scolastica estiva. Si trattò di una bellissima Gilera KZ 125, bianca. La sua velocità massima effettiva era di 152 km/h... e guai ad arrotondarla: in quel periodo nei confronti con gli amici ogni singolo km orario era cruciale!".

3. La moto che possiedi e/o quella che sogni di avere in garage.

"Grazie alla immediata passione che sviluppai per le corse in moto entrai in contatto con Andrea Merloni (che ci ha
purtroppo recentemente lasciato) che in quel periodo gestiva un team privato in SBK con Ducati e Frankie Chili come pilota. Entrai come membro dello staff non tecnico del team per pura passione. In seguito, Andrea mi offrì l'opportunità di entrare nel ruolo di export manager nella Benelli. Poco dopo, verso i 30 anni, passai al ruolo di amministratore delegato delle Ducati Motor Deutschland. Da quel momento in poi in realtà non ho più avuto bisogno di possedere una moto di proprietà in quanto avrei avuto il privilegio di poter usare le moto del parco stampa e marketing delle aziende in cui lavoravo anche a beneficio della mia competenza sulla gamma prodotto che promuovevo nel mio ruolo lavorativo. Posseggo tuttavia due moto d'epoca".

4. Cosa significa guidare una moto?

"Difficile rispondere perché la moto regala emozioni tanto intense quanto diversificate. Nel traffico migliorano i tempi di spostamento. Se fai turismo godi della sensazione fisica della libertà. In pista (tutt'ora l'uso che più mi appaga di sensazioni ed emozioni) la moto regala un'esperienza affascinante che mixa un grado elevatissimo e credo unico di concentrazione fisica e psicologica che produce un'appagante sensazione di performance. L'off-road è avventura. C'è forse, tuttavia un aspetto che è comune: quel grado di pericolosità intrinseca del mezzo. Il focus continuo che si deve avere sull'equilibrio mentale/emotivo che ti permette di provare emozioni gratificanti ma al tempo stesso di gestire la sfida di stare sempre quel centimetro sotto la soglia di rischio. Non ho trovato nient'altro di paragonabile alle emozioni che dona la moto".

IL FUTURO: "ELETTRICO? QUANDO AVREMO LA TECNOLOGIA NON COMPROMETTERà IL FASCINO DELLE MOTO"

5. Il futuro delle due ruote. Cosa accadrà e cosa vorresti che accadesse nel nostro mondo...

"Il settore della moto è un mondo autentico e genuino grazie alla presenza intrinseca della passione e della bellezza. Questo a patto che la professionalità sia sempre dominante rispetto alla pura passione. Quindi per il futuro auspico che rimanga questa bella energia che io sento da 25 anni. Circa le evoluzioni tecnologiche non si può non menzionare l'elettrico. Ad oggi la tecnologia delle batterie non è ancora in grado di consentire ai costruttori di immettere sul mercato motociclette performanti a 360 gradi e al tempo stesso commercialmente competitive. Quando questa tecnologia arriverà sono sicuro che non comprometterà il fascino della moto, comprometterà forse il fascino acustico del motore, ma aggiungerà anche un'erogazione entusiasmante della potenza".

6. Un'esperienza legata al mondo delle moto da fare almeno una volta nella vita.

"La pista e l'off-road".

7. Quella volta che... ti è andata bene!

"Ero in pista a Brno ed ebbi la pessima idea di "ingarellarmi" con un mio collega ex pilota, lui stava dietro ma io ero al 110% e lui probabilmente al 70%... la moto era una vera supersportiva potente e ancora priva di controlli di trazione. Il risultato fu uno spettacolare highside nella "esse" che precede il rettilineo. Atterrai non so da quale altezza e dopo quanti attimi sul serbatoio della moto che procedeva ormai fuori pista. Il prezzo del dolore fisico 'specifico' fu ampiamente ripagato dal crash evitato…".

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