Stile e tecnica della moto: l'evoluzione dei fari

Anni '90 fino all'avvento dei LED

Quello che è successo dagli anni '90 in poi è sotto gli occhi di tutti e la velocità con la quale l'evoluzione dei fari ha seguito quella estetica è impressionante. Nel 1992 vengono brevettati e iniziate a usare le lampadine alogene, più compatte e prestanti di quelle classiche a bulbo, e ciò ha permesso di ridurre di gran lunga le dimensioni della superficie riflettente interna ai fari e giocare meglio con le forme: l'esempio supremo del cambio di rotta è la Ducati 916: mai prima di allora una moto aveva osato tanto con la forma dei fari, sottili e sdoppiati come occhi di gatto. 

Da quel momento in poi il design delle moto non è stato più lo stesso e i cupolini delle moto sul mercato sono finalmente un tutt'uno con il faro già dalla più embrionale fase di design. In questi ultimi 30 anni abbiamo visto forme e stili di qualisasi tipo, portandoci fino a un nuovo salto di epoca per quanto riguarda la tecnologia dei fari: i LED. Con i diodi luminosi si lasciano a casa le lampadine e si può ancora di più giocare con le forme, coscienti del fatto che nessuna luce prima d'ora è mai stata così forte e bianca. 

Ad aggiungere libertà stilistica c'è anche la nascita dei DLR, i day-running-light, ovvero LED a intensità luminosa più bassa che non servono a illuminare la strada ma semplicemente a far notare meglio la moto e a creare una firma luminosa riconoscibile. La separazione di DRL e LED di illuminazione sta portando a cupolini sempre più spaziali e combinazioni fantasiose di luci e linee che stanno trasformando le moto in oggetti che fino a pochi anni fa avremmo definito futuristici. Non c'è dubbio che nella logica dell'evoluzione estetica, i fari abbiano ricoperto un ruolo fondamentale negli ultimi 40 anni, e ancora di più ne avranno negli anni a venire.

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