Stile e tecnica della moto: l'evoluzione dei fari

Stile e tecnica della moto: l'evoluzione dei fari

Dall'apparizione delle prime lampadine a incandescenza agli attuali proiettori a LED sono passati poco più di 100 anni, e in questo secolo la forma e la funzione del proiettore anteriore ha influenzato stile e mode nelle due ruote

09.08.2021 09:33

La storia dei proiettori anteriori delle motociclette possiamo dividerla in due grandi "epoche": quella iniziale, lunghissima, che va dai primi del 900 e fino agli anni '70/'80, e quella moderna che ci porta fino ai nostri giorni in cui stiamo entrando nella terza epoca, quella dei LED

Inizialmente erano semplici coni di luce

Dall'invenzione del motociclo abbiamo visto per oltre 70 anni la stessa tipologia di illuminazione della strada: i proiettori erano semplicemente una parabola semiferica il cui interno era ricoperto di materiale riflettente e al centro una lampadina a incandescenza che creava un cono di luce capace di illuminare la strada davanti alla moto. Semplice e sempre valido.

Le prime lampadine a incandescenza usate, ovviamente, non avevano una potenza che oggi potremmo definire accettabile, ma andando avanti con gli anni sia la qualità delle lampadine che quella della superficie riflettente ha portato a capacità di illuminazione sempre migliore, seppur rimanendo negli stessi termini di forma e funzionamento del dispositivo. A livello di design c'era chi aveva la strumentazione incastonata nella parabola (BMW R32 degli anni '20 per fare un esempio valido) e chi - dopo gli anni 50 - incassava il faro tondo nel cupolino aerodinamico piuttosto che fra gli steli della forcella (Norton creò i primi cupolini per le sue Commando), ma alla fine la tecnologia era sempre la stessa. 

Anni '80, anni di sperimentazione

E' con gli anni '80 che l'essere umano scoprì che i fari potevano avere altre forme al di fuori di quella rotonda. Con la moda automotive che voleva mezzi sempre più squadrati e spigolosi, arrivò l'innovazione dei proiettori rettangolari anche nelle moto ed è questo lo step che ha portato alla seconda era, quella in cui il design dei fari influenza le forme del cupolino e viceversa, trasformando i fari in un elemento estetico malleabile tanto quanto il resto della carrozzeria e quindi libero di essere interpretato in diverse manierie.

La prima metà degli anni '80 ha visto la sperimentazione dei proiettori quadrati che differivano sia per lunghezza e altezza degli angoli, sia per inserimento nell'estetica generale del mezzo, poi si è andati rapidamente oltre inserendo il priettore più all'interno del cupolino e creando una "lente" esterna capace di seguire anche forme più armoniche e aerodinamica del frontale, passando da rettangoli con angoli di 90 gradi a più morbidi trapezi con angoli diversi (un esempio valido è la CBR1000F del 1988). Allo stesso modo e parallelamente a questa evoluzione, le supersportive iniziando ad adottare i doppi fari tondi affiancati (Honda RC30 e cugine) ed è anche questo un filone importante: il faro non è solo uno ma si sdoppia.+

 

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento