Prima volta in pista: i cinque errori da evitare

Prima volta in pista: i cinque errori da evitare

Chi gira in pista da tanti anni conosce bene tutte le procedure e attenzioni necessarie prima di entrare in circuito. I novizi però, spesso non conoscono le piccole malizie: ecco le accortezze principali prima di entrare e girare il gas tra i cordoli

Redazione - @InMoto_it

15.08.2019 ( Aggiornata il 15.08.2019 12:08 )

Quante volte vi hanno ripetuto “In strada non si può andar forte; se vuoi andar forte devi provare la pista!”? A me, un sacco di volte. E devo ammetterlo: avevano ragione. In un circuito possiamo realmente portare noi stessi e la moto in condizioni limite, possiamo provare e azzardare grandi pieghe e girare tutta la manopola destra. Ma girare in un circuito con la propria moto è un’attività potenzialmente molto pericolosa, soprattutto se affrontata in maniera superficiale. Non esistono “patenti per la pista”, vero, ma esistono tanti accorgimenti e furbizie che s’imparano col tempo. Abbiamo raccolto quegli errori che, da un novizio, vengono spesso sottovalutati e affrontati con leggerezza.

1. Circuiti lenti e tortuosi: meglio evitare

Può sembrare un controsenso, ma per chi comincia è molto meno pericoloso il Mugello di una pista tortuosa come Castelletto di Branduzzo. Le piste ampie e scorrevoli concedono più fiato al pilota, che ha tutto il tempo di frenare correttamente, impostare la traiettoria e via così. Le piste tortuose da prima-seconda (al massimo terza) marcia invece non concedono mai una tregua: il rischio è di girare come criceti, mettendo una pezza qua e là alla guida sincopata ma senza capire nulla di quello che sta accadendo. E “l’anteriorata” è dietro l’angolo…Dateci retta: se non il Mugello, per la vostra prima pistata optate quantomeno per un circuito di media grandezza (San Martino del Lago, Franciacorta, Cervesina, solo per nominare le piste lombarde).

2. Ci tieni al fisico?

Girare in pista, soprattutto per chi comincia, è un’attività stancante. Anzi, rettifichiamo: è incredibilmente devastante. Se non ci credete, fatevi un salto sulle pagine social dei piloti MotoGP e osservate che genere di allenamento seguono: corsa, bici, corpo libero…tutte attività cosiddette cardio, che aumentano la frequenza cardiaca e respiratoria. Senza avere la pretesa di programmarvi una scheda di allenamento, possiamo però dirvi che arrivare in pista con un minimo di preparazione fisica aiuta. Molto. E il riscaldamento, prima di entrare in pista, può fare miracoli. Legato a doppio filo ci sarebbe da fare un lungo discorso sull’alimentazione: sintetizzando al massimo, a colazione potete darci dentro ma solo per quanto riguarda i carboidrati (no cibo pesante), mentre a pranzo e durante le pause è imperativo non esagerare e mangiare leggeri. Immaginatevi alla prima staccata, le lasagne che vi siete ingurgitati che risalgono la corrente del vostro stomaco come i salmoni nei fiumi…un’ultima avvertenza: portatevi litri (tanti) di acqua: vi serviranno.

3. Ansia e fretta, i peggiori nemici

Mai come nella pista l’ansia e la fretta sono nemiche del divertimento. Fare le cose con calma, tutte le cose, è il miglior modo di affrontare la giornata (che sarà più lunga di quanto v’immaginiate). Per questo motivo, arrivate con largo anticipo rispetto all’orario d’ingresso in pista: almeno un’oretta prima. Avrete tutto il tempo di sistemare la moto, firmare liberatorie, capire dove si entra…insomma, prendetevi tempo per qualunque cosa.

4. Pneumatici freschi e ben gonfiati

“Pensavo di andare in pista per finir le gomme…!”. Mai frase fu più sbagliata. In pista la moto (e anche noi) subisce una sollecitazione meccanica infinitamente superiore rispetto alla gita su strada, anche quella più sportiva. E gli pneumatici sono forse i componenti più sollecitati: è obbligatorio averli freschi e non troppo vissuti. La pressione va tenuta costantemente sotto controllo, perché con le alte temperature può salire parecchio e generare pericolose conseguenze.

5. Vestirsi a modo

L’abbigliamento è un altro enorme e fondamentale capitolo. Senza addentrarci troppo nello specifico, evitate di utilizzare tuta, casco, guanti e stivali del dopoguerra, anche se ben tenuti: l’usura del tempo è inarrestabile e, in caso di caduta, una cucitura vecchia di 10 anni può cedere facilmente ed esporre il vostro prezioso corpo all’asfalto. Se non intendete affrontare l’onerosa spesa di una tuta nuova (che dev’essere intera: quelle divisibili non offrono la stessa protezione), potete provare a noleggiarne una: molte piste offrono questo servizio. Scontato l’utilizzo del paraschiena (ormai obbligatorio in tutte le piste).

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