La Casa dei tre diapason abbraccia la filosofia Supersport con una novità che sfrutta il motore CP3 e telaio Deltabox e punta all'utilizzo e divertimento in pista e su strada
Dopo almeno un paio di stagioni di rumors, ipotesi e più o meno veritieri rendering, ecco arrivare una novità attesa dagli amanti di moto sportive.
Yamaha toglie i veli alla nuova R9, una proposta che - come già visto con la R7 tre stagioni fa - sfrutta la base adrenalinica della sorella naked, in questo caso la MT-09, ma declinata verso il mondo dei semimanubri. Con il mercato Supersport oggi cambiato nelle esigenze e i desideri dei piloti e con le normative sulle emissioni che diventano più rigide, Yamaha confina le prestazioni della R1 ai soli circuiti con le versioni Race e GYTR.
La nuova R9 ne raccoglie idealmente lo scettro, per quel che riguarda il concetto di moto sportiva, e con tutte la carte in regola per riavvicinare tanti appassionati, ad oggi scoraggiati dalle potenze e caratteristiche stellari delle SBK.
Per questa importante missione, la R9 - che debutterà il prossimo anno anche nel mondiale Supersport - mostra una impostazione sportiva ma senza apparenti sacrifici di una guida troppo esasperata.
L'introduzione della R9 completa la categoria più elevata delle Supersport, che parte dal modello "entry level" R125 e dalla R3 di categoria A2, per arrivare poi ai "pesi medi" R7 e ora alla nuova R9, mentre i modelli R1 GYTR, R1 RACE, R6 GYTR ed R6 RACE conservano la loro posizione di punta nella gamma con le loro prestazioni di alto livello, ma riservate alla pista.
Guarda la galleryAlla base c’è la tecnica della MT-09 avvolta da forme in pieno stile R-Series, con linee tese e spigolose della carenatura e con la novità delle alette integrate nel frontale. Il motore CP3 mantiene misure di alesaggio e corsa (78 x 62 mm) e comando del gas ride-by-wire, ma al momento non vengono dichiarate le prestazioni per il tre cilindri che ha l’omologazione Euro 5+ e una diversa rapportatura.
La ciclistica mostra un leggero (solo 9,7 kg) telaio Deltabox in alluminio, rivisto nella rigidità torsionale, longitudinale e laterale, e più adatto alle performance non solo su strada ma anche in circuito. Il telaio lavora in combine con forcellone a bracci differenziati e una forcella a steli rovesciati di 43 mm con estensione compressione separate, e un mono settato per maggiore efficacia nella guida sportiva.
A frenare la R9 ci pensa un impianto Brembo con pompa radiale e pinze Stylema, tubi in treccia e dischi anteriori di 320 mm tenuti sotto controllo da pinze a 4 pistoncini. Il peso dichiarato, con pieno del serbatoio di 14 litri, è di 195 Kg.
Sul fronte ergonomia troviamo semimanubri con collarini sotto la piastra di sterzo ma con impostazione non troppo gravosa per i polsi. Una scelta secondo Yamaha a metà strada tra la R6 Race e la stradale R7 e che, grazie anche a pedane non troppo rialzate e una sella alta 830 mm da terra, punta a una sportività senza complicate esasperazioni.
Il pacchetto elettronico sfrutta le capacità di una IMU a 6 assi e vede protagonista la tecnologia Yamaha Ride Control (YRC) con mappe motore Sport", "Street" e "Rain", e la possibilità di impostare diversi livelli grazie alla due mappe custom per Quick shifter su due livelli, controllo di trazione e dello slittamento, controllo della frenata, dell’impennata, il Launch Control. Tutte funzioni che possono essere regolate tramite la schermata di setting YRC visualizzabile sullo schermo TFT da 5” della strumentazione o dall'app Y-Connect. La R9 è dotata anche Cruise control e ABS disinseribile quando si va in pista.
Per chi vuole fare ancora sul serio a livello di regolazioni elettroniche, ecco l'app Y-Trac con cui è possibile registrare i tempi sul giro e intertempi, oltre ai dati della moto e può essere collegata anche a un GPS.
La R9 sarà disponibile da marzo e nei colori Icon Blue e Tech Black.
Yamaha R9: il video presentazione
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