Ducati, una rossa anche nel cross? Un ritorno dopo più di 40 anni

Ducati, una rossa anche nel cross? Un ritorno dopo più di 40 anni

Rumors parlano di una prossima off-road che potrebbe debuttare nella MXGP e nell'Enduro tra un paio di stagioni. Ma fango e tassello non sarebbero una novità per la Casa bolognese

Redazione - @InMoto_it

17.08.2022 16:23

La moto che vince? Magari!

Di qui la decisione di costruirle un blasone scendendo in campo in forma diretta. E con quello che era forse il pilota italiano più amato del momento: Italo Forni, veloce in pista – aveva appena vinto il campionato italiano 500 senior con l’Husqvarna –, simpatico, istrionico. I suoi pantaloni con le stelline fecero epoca.

"All’inizio del 1977 ero passato alla Montesa – ricorda Italo, che oggi ha 71 anni (è nato il 9 settembre 1950) ma allora ne aveva 26 –. Facevano 250 e 500, quindi per la 125 mi lasciarono libero. E io firmai un contratto biennale per correre con la Ducati".

Il programma era semplice, campionato italiano e gare nazionali cercando di fare risultato; ma bisognava sviluppare una moto competitiva e non era uno scherzo.

"Avevo visto subito che i carter erano molto grossi, adatti più a un motore 250 o 350 che non a un 125: per le lavorazioni avevano dovuto usare i macchinari già presenti in azienda e per questo avevano dovuto tenere gli assi degli alberi del cambio e l’albero motore a una distanza eccessiva. Per cui era nato questo motore brutto e ingombrante".

L’ingegner Taglioni non aveva partecipato alla sua progettazione, e non lo ha mai amato. Invece erano eccellenti i rapporti con il suo pilota, favoriti da interessi comuni che nulla avevano a che vedere con le moto. Taglioni aveva la passione delle orchidee e una serra bellissima a Imola, Italo aveva studiato da agronomo ed aveva a sua volta la passione delle orchidee e dei fiori esotici. Ed è una persona piacevolissima, cosa che fu di grande aiuto per dare inizio a un programma sentito dal reparto corse come imposto, piuttosto che condiviso. Italo doveva ritagliarsi un suo spazio in quell’ambiente elettrico. Eppure non fu difficile.

"Ero molto amico di Farnè: diceva che ero il suo fangaiolo preferito, appoggiato da Taglioni che scherzava sempre: Guardate se ha le scarpe pulite, se no non fatelo entrare. "Ma mi voleva un gran bene, e mi fece avere una 750 SS per andare in giro qua a Bologna o andare a Milano dalle Fiamme Oro".

Dal 1974 Forni era anche un poliziotto ma il Gruppo Sportivo gli lasciava tutta la libertà necessaria, compresa quella per costruire la “sua” squadra corse cross all’interno della Ducati pistaiola. L’ingegner Taglioni e Farnè lasciavano fare, un po’ per amicizia e un po’ per stima.

"Il rapporto con Taglioni era splendido ma riguardava più che altro la nostra passione per le piante esotiche: il 125 lo odiava. Odiava i due tempi e non poteva sopportare il motocross. Io ero il loro gioco preferito, mi prendevano in giro, però mi dettero la possibilità di assumere alcuni meccanici, e all’interno avevo trovato due o tre motoristi bravi. In Ducati c’erano competenze a livello di eccellenza".

Premesse ottime. Ma “c’est l’argent qui fait la guerre”, ci vogliono i soldi per fare la guerra. E ce n’erano pochi, in contrasto con la buona volontà della squadra, che era tanta. Abbiamo visto che a quel tempo la Ducati era dell’EFIM, azienda già in forte crisi; avrebbe avuto bisogno di fare grandi cose ma era costretta a barcamenarsi col bilancio al punto di avere chiesto di limitare al massimo gli allenamenti e i test, perché anche questi avevano un costo. L’imperativo era ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo economico. Per giunta partendo da una base più che acerba. La Ducati da fuoristrada, un modello da regolarità molto... urbano, era nata nel 1974 ed era cresciuta male, sviluppata come si poteva dai collaudatori interni. C’era da rimboccarsi le maniche.

"Era molto pesante e le sospensioni avevano poca escursione, era veramente poco competitiva. Dovemmo ricostruirla totalmente, rimasero solo i mozzi, gli stessi Grimeca che usavano tutti gli altri, e il motore. Cominciai facendo sostituire il preselettore esterno che sporgeva e aveva una corsa della leva molto lunga".

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