Furti di batterie al litio: il fenomeno dilaga in Italia

Furti di batterie al litio: il fenomeno dilaga in Italia

Prima Milano, con l’affare Cityscoot e i 700 colpi messi a segno, poi i furti a Roma che coinvolgono non solo scooter, ma anche e-bike, monopattini e auto

Redazione - @InMoto_it

15.04.2022 ( Aggiornata il 15.04.2022 11:13 )

Nelle scorse settimane vi avevamo parlato dell’arresto di 12 persone a Milano (all’interno di un gruppo di 19) avvenuto dopo un indagine durata oltre un anno, sui furti dei pacchi batterie degli scooter elettrici di Cityscoot, per un totale di 700 colpi messi a segno. Si tratta però di un fenomeno che sta rapidamente coinvolgendo tutta Italia, specialmente le grandi città, compresa Roma, e che colpisce sia gli scooter che le auto in sharing. Il furto avviene in pochissimo tempo: i ladri smontano e rubano le batterie dei veicoli in sosta, anche quelli che sembrano custoditi meglio.

I furti a Roma

Di Milano abbiamo già detto, ma la situazione è piuttosto preoccupante anche a Roma, in particolare in alcuni quartieri, come l’Eur e Montesacro, fino a spingersi fuori città, arrivando nella zona dei Castelli Romani. D’altronde, dove la concentrazione di veicoli elettrici è maggiore, il ladro ha più possibilità di riuscire nell’impresa: nella Capitale, i servizi di sharing infatti non mancano e nemmeno i sistemi antifurto di cui sono dotati alcuni modelli riescono a fermare i ladri, come conferma la Polizia stradale del Lazio in merito a un’organizzazione criminale internazionale composta soprattutto da albanesi, bulgari, polacchi e spagnoli. Le batterie vengono poi rivendute, creando un vero e proprio mercato nero, considerando anche l’alto valore delle celle al litio, che hanno un prezzo di circa 1.000 euro.

Che fine fanno le batterie rubate

A dare una spinta al fenomeno ci ha pensato il forte sviluppo della mobilità urbana, con i servizi sharing elettrici in ascesa. In questo contesto, poi, va considerata anche la micromobilità, con le distese di e-bike e monopattini che spuntano come margherite nei grandi centri italiani. Le batterie rubate vengono poi vendute ai ricettatori che, a loro volta, le rivendono rigenerate a prezzi molti più alti, sempre per lo stesso settore.

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