Il Circuito Ricardo Tormo di Valencia &egrave; stato il palcoscenico di un trionfo epocale per Ducati, che ha conquistato il Titolo Mondiale MotoGP per il secondo anno consecutivo. Francesco Bagnaia, a bordo della Desmosedici GP del Ducati Lenovo Team, ha agguantato la vittoria, seguito da Jorge Mart&iacute;n e Marco Bezzecchi, &quot;costruendo&quot; un podio iridato totalmente made in Borgo Panigale.  DUCATI, LA NUOVA LINEA DI ABBIGLIAMENTO PER IL 2024  Un filotto per Ducati    Il successo non si &egrave; fermato al MotoGP, con &Aacute;lvaro Bautista che ha difeso il titolo in SBK e Nicol&ograve; Bulega che ha ottenuto la prima vittoria in SSP. La forza trainante di questi trionfi risiede nell&#39;eccellenza ingegneristica delle moto Ducati, dalla Desmosedici GP alla Panigale V4 R e alla Panigale V2.&nbsp;La stagione MotoGP 2023 &egrave; stata caratterizzata dal dominio tecnico di Ducati, con record di vittorie stagionali (17 su 20 Gran Premi) e sei piloti diversi a trionfare in almeno un Gran Premio.  La festa terminer&agrave; il 15 dicembre a Bologna, dove Ducati e i suoi protagonisti si riuniranno per celebrare una stagione indimenticabile.  Le parole di Domenicali  Claudio Domenicali, CEO di Ducati, ha dichiarato: &ldquo;Un anno fa ricordo che insieme agli appassionati di tutto il mondo abbiamo festeggiato i Titoli Mondiali MotoGP e WorldSBK facendoci travolgere dalla gioia e dall&rsquo;entusiasmo. Oggi ci troviamo di nuovo in una condizione di straordinaria felicit&agrave;, ma mi piace allo stesso tempo definire questa come la &quot;vittoria della consapevolezza&quot;: quella di essere noi in questo momento i migliori al mondo nel fare le corse. Pecco ha disputato una stagione incredibile e in questa giornata riscrive nuovamente la nostra storia, diventando il primo pilota Ducati due volte Campione del Mondo in MotoGP.   Ci tengo a fare i miei complimenti anche a Jorge per aver infiammato il duello per la conquista del titolo fino all&#39;ultima gara e a Bez, che &egrave; stato a lungo parte della sfida iridata. Il podio della classifica generale MotoGP premia tre piloti Ducati ed &egrave; la pi&ugrave; grande ed evidente dimostrazione della nostra supremazia nella massima competizione su due ruote. Confermarsi a questi livelli dopo la fantastica stagione 2022 era una sfida complessa, che abbiamo accolto con passione e orgoglio. La competenza e la dedizione con cui tutte le persone hanno lavorato nel corso di questa stagione ci hanno permesso di migliorare i risultati dello scorso anno, aggiungendo ai Titoli Mondiali MotoGP e Superbike anche quello Supersport.  A tutte le donne e gli uomini Ducati e Ducati Corse voglio dire che non potrei essere pi&ugrave; orgoglioso, mentre ai Ducatisti prometto che nemmeno questa volta ci accontenteremo, ma lavoreremo per vincere ancora&rdquo;.  LA MXGP ALL&#39;ORIZZONTE    E una nuova sfida in arrivo per gli uomini in Rosso: tra poco sar&agrave; la volta di una nuova Ducati scendere in pista, stavolta per&ograve; non parliamo di slick e asfalto, ma delle dure piste del Motocross. Il progetto off-road, nella mani di Corrado e Marco Maddii e con la spinta del 9 volte iridato Tony Cairoli insieme ad Alessandro Lupino, &egrave; pronto a regalare nuovi successi alla Casa bolognese. E non potrebbe esserci momento migliore per l&#39;inizio di questa nuova storia di corse.  DUCATI VINCE ANCHE ALL&#39;UNIVERSIT&Agrave;: TRIONFO CON UNIBO MOTORSPORT NEL MOTOSTUDENT 2023 

Francesco Bagnaia sulla sua Desmosedici GP conquista la vittoria a Valencia. Grandi trionfi anche per &Aacute;lvaro Bautista e Nicol&ograve; Bulega. E&nbsp;presto sar&agrave; la volta della MXGP

Ducati regina del mondo, si prende tutto: MotoGP, SBK e SSP (in attesa del Cross)

La Yamaha celebra i 25 anni della prima YZF-R1, con una serie limitata di 25 esemplari della R1 GYTR PRO realizzati a mano. Questa gamma &egrave; il risultato del lavoro di sviluppo fatto insieme ai piloti Yamaha impegnati in SBK: Toprak Razgatlioglu e Andrea Locatelli e al collaudatore Niccol&ograve; Canepa.  Le raffinatezze della R1 GYTR PRO 25th Anniversary  Adotta sovrastrutture realizzate in fibra di carbonio, cos&igrave; come il telaietto posteriore - leggero ed ultra resistente - rivisto rispetto al design di serie per ospitare sia un serbatoio modificato, al fine di ottenere un baricentro pi&ugrave; basso, sia la centralina Magneti Marelli. Il comparto sospensioni vede una forcella &Ouml;hlins FGR e ammortizzatore posteriore TTX con regolatore pneumatico del precarico, un forcellone pi&ugrave; rigido, sviluppato appositamente per il programma di gara Yamaha in SBK, che permette il massimo angolo di inclinazione e maggiore aderenza al posteriore. A completare il pacchetto, l&rsquo;impianto frenante Brembo, sia anteriore che posteriore. Il sistema elettronico basato sul GPES (acronimo di GYTR PRO Electronic System) &egrave; dotato dei pi&ugrave; aggiornati software di assistenza alla guida, come anti-impennata, launch-control, gestione del freno motore, alimentazione regolabile e controllo della trazione, ed &egrave; fornito con un&#39;impostazione di base pronta all&#39;uso che costituisce un ottimo punto di partenza per la messa a punto in pista.  Come ordinare la R1 GYTR PRO    Per richiedere la R1 GYTR PRO 25th Anniversary Limited Edition &egrave; necessario registrarsi sul sistema di prenotazione online&nbsp;sul quale &egrave; possibile anche specificare in quale dei Pro Shop presenti sul territorio verr&agrave; preparata la moto, specificando anche eventuali requisiti personali. La consegna, per un allestimento realizzato a mano, avverr&agrave; tra gennaio e maggio 2024.  Ciascuno dei 25 proprietari, una volta ricevuta la propria edizione limitata, trascorrer&agrave; una giornata in un circuito di gara con un team di tecnici Yamaha. Dopo il set-up iniziale, i proprietari seguiranno esattamente lo stesso processo che utilizzano i piloti come Toprak Razgatlioglu per mettere a punto le impostazioni della moto in modo che corrispondano al loro specifico stile di guida.    Quanto costa la R1 GYTR PRO 25th Anniversary Limited Edition  Il costo della versione limitata realizzata appositamente per il 25&deg; anniversario della YZF-R1 &egrave; di 159.000 euro.   

La speciale sportiva realizzata in tiratura limitata mette in campo tutta la tecnologia di Iwata sviluppata nel Mondiale SBK. Prezzo? Per pochi... &nbsp;

Yamaha celebra un quarto di secolo della R1 con la speciale GYTR PRO

        Ricordo quando per la prima volta vidi su una rivista la VR1000, era la met&agrave; degli anni '90 ed ero un bambino affascinato dalla velocit&agrave; e dalle moto estreme, come tutti i miei coetanei in fissa con i motori. La prima reazione che ebbi fu una smorfia, mi lasci&ograve; spiazzato e pensai fosse la cosa pi&ugrave; brutta che avessi mai visto. Come poteva una moto con quelle forme, quelle proporzioni e quel faro quadrato al posteriore (per intenderci, era preso direttamente dalla Softail Springer) fare una bella figura accanto a Ducati 916, Honda RC45 e Kawasaki ZX-7R? La mia mente di bambino si concentrava solo sulle forme e sui colori, e non potevo sapere che quella SBK made in Milwaukee nera a sinistra e arancione a destra in realt&agrave; era qualcosa di pi&ugrave; di una moto brutta, era anche un progetto sbagliato, per nulla competitivo e fuori dal suo tempo, ed &egrave; per questo che merita di essere raccontata. Rewind, Moto Guzzi MGS- 01 Corsa: l'aquila che vinse a Daytona VR 1000: I primi passi del progetto  Il mondiale Superbike nacque nella seconda met&agrave; degli anni '80 e gi&agrave; dal 1988 in Harley-Davidson venne proposto il progetto di una moto che potesse partecipare alle derivate di serie e &ldquo;svecchiare&rdquo; il marchio con un nuovo corso sportivo che avvicinasse di pi&ugrave; la clientela europea e aprisse a nuovi settori di mercato. L'intenzione non era sbagliata, in quegli anni HD non aveva ancora mai osato spostarsi dal settore custom e cruiser, e la tentazione in un mondo di capitalismo galoppante era tanta. Nei quartieri generali americani per&ograve; mancava il know-how per costruire una sportiva e non si poteva di certo convertire un grosso e pesante motore ad aria per equipaggiare una moto ad alte prestazioni. C'era la necessit&agrave; di prendere esperienza e tecnologie esterne per realizzare una moto che fosse all'altezza della sfida, e in Harley presero la prima cattiva decisione: fecero tutto in casa. Tanta era la necessit&agrave; di imparare a fare una moto da corsa, che passarono ben 6 anni prima di vedere il primo prototipo calcare la pista e la strada, perch&eacute; non dimentichiamo che si tratta di una moto che per correre avrebbe dovuto essere messa in produzione in serie. La VR1000 nacque ufficialmente nel 1994 e ne vennero costruiti 50 esemplari per l'omologazione al campionato americano AMA Superbike.&nbsp; L'idea c'era, la sostanza meno  La maggior parte degli appassionati ebbe lo stesso approccio che ebbi io da piccolo, sbigottimento. In realt&agrave; le forme morbide, abbondanti e per nulla aggressive nascondevano un progetto tutto sommato buono: il motore bicilindrico DOHC a V di 60 gradi era raffreddato a liquido ed era stato progettato a partire da un foglio bianco. La potenza massima erogata era di 116 CV e il peso complessivo della moto di 175kg. Per intenderci la coeva Ducati 916, nuovo riferimento di categoria, aveva 112 CV e pesava 195kg a secco. La ciclistica vantava un telaio a doppio trave dall'aspetto massiccio, cos&igrave; come il forcellone scatolato, mentre la ciclistica si affidava a sospensioni Ohlins di prima linea e le carene erano in leggerissima fibra di carbonio. Numeri ottimi ma la mancanza di esperienza dell'azienda con questo tipo di moto si vide nella gestione di pesi, centralizzazione delle masse e quote ciclistiche. In sostanza era una moto stradale pi&ugrave; che buona, ma in pista non era facile da guidare e anche nella versione pi&ugrave; estrema che correva nell'AMA si portava dietro errori progettuali che ne hanno limitato le prestazioni, senza parlare poi della limitata capacit&agrave; di elaborazione della meccanica e di un'elettronica che non era minimamente paragonabile a quella delle moto europee e giapponesi, che gi&agrave; sviluppavano sistemi digitali per migliorare le prestazioni in pista. Storia breve ma gloria eterna  Il progetto iniziale di Harley-Davidson era di partire dall'AMA per poi fare il salto nel mondiale e conquistare il mondo anche in pista, aprendo un nuovo filone sportivo che avrebbe cambiato la storia del marchio. In realt&agrave; il progetto, costato davvero tanti dollari, venne interrotto dopo la vendita dei 50 esemplari di omologazione e non ne segu&igrave; una vera e propria produzione di linea. Nel campionato americano non ottenne risultati importanti e corse fino a ridosso del nuovo millennio, ma con diverse strutture private nell'ultimo periodo. Dopo questa esperienza, Harley non parl&ograve; pi&ugrave; di moto sportive o campionati in pista.&nbsp; In sostanza un vero e proprio buco nell'acqua (e nel conto dell'azienda) ma che port&ograve; anche qualcosa di buono. In primis, la decisione di ritornare a fare solo custom e cruiser ha convinto la direzione a dare il via libera a Buell per la produzione di moto naked e sportive con motori Harley, in secondo luogo il motore della VR1000 venne usato come base per lo sviluppo (con l'aiuto di Porsche) per il motore della V-Rod, la prima grande rivoluzione di successo dell'azienda. Per quanto riguarda la VR1000 oggi, invece, non possiamo che rimanere affascinati dal suo stile unico, fuori da ogni tempo, e dallo sforzo incredibile di Harley per realizzare qualcosa di completamente opposto alla filosofia aziendale ma che fosse fortemente legato ai valori del marchio. Missione fallita, ma un posto nella storia assicurato. Rewind, Honda VTR SP-2: la rivincita di Tokyo        

A cavallo degli anni '90 le gare per derivate di serie erano all'apice, tanto da far produrre una supersportiva anche a Milwaukee, che realizz&ograve; la pi&ugrave; anacronistica e strana SBK di sempre

Rewind, Harley-Davidson VR 1000: folle idea per la Superbike

Sabato 18 giugno, durante il weekend della gara mondiale di Superbike sul Circuito Marco Simoncelli di Misano, il GiorgioTeam organizza un evento unico nel suo genere: Pilota per un Giorno. Si tratta di ben tre ore di prove libere (dalle 17.00 alle 20.00) nella favolosa cornice di pubblico del motomondiale Superbike per vivere immediatamente tutte le sensazioni che un vero pilota ha durante la preparazione della sua gara.  L'idea nasce da un appassionato: Giorgio Pergetti, che ha il suo ononimo team, e che &egrave; al debutto con questa sua iniziativa nel contesto del mondiale Superbike.  Nel prezzo dell'evento &egrave; compreso anche il biglietto per seguire l'intero weekend della gara mondiale di Superbike (paddock tribuna e prato) e una cena il 18 giugno dopo il termine delle 3 ore di prove libere (attorno alle 21).  Per informazioni e iscrizioni: www.giorgioteam.com

Tre ore di prove libere a Misano, nella favolosa cornice di pubblico della Superbike per vivere le sensazioni di un pilota che si prepara per la sua gara

4 risultati per 'worldsbk'

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Pilota per un giorno