Triumph Motorcycles presenta la nuova Trident 660 Triple Tribute, un&#39;edizione speciale caratterizzata da grafiche sportive e contemporanee che richiamano la celebre colorazione racing&nbsp;in bianco, blu e rosso e da una dotazione completa di serie che include il Triumph Shift Assist. La moto, disponibile solo per un anno, si distingue per un nuovo schema grafico ispirato a &quot;Slippery Sam&quot;, la Trident che ha fatto la storia delle corse del marchio britannico vincendo cinque Tourist Trophy consecutivi all&#39;Isola di Man.    TRIUMPH, THE DISTINGUISHED GENTLEMAN&rsquo;S RIDE: COSA RIGUARDA E COME REGISTRARSI  Trident 660 Triple Tribute: il motore  Il motore a tre cilindri della Trident 660 offre un&#39;esperienza di guida unica, con un sound distintivo e prestazioni bilanciate. Conforme alle normative Euro 5, eroga 81 CV di potenza massima a 10.250 giri/min e 64 Nm di coppia massima a 6.250 giri/min. &Egrave; disponibile anche un kit di depotenziamento A2 per il mercato europeo. Il cambio a sei rapporti della Trident, unito al Triumph Shift Assist di serie, offre cambi marcia rapidi senza l&#39;uso della frizione.  Il design della nuova Trident 660 Triple Tribute  La Trident Triple Tribute presenta un design moderno e sorprendente, ispirato alla celebre &quot;Slippery Sam&quot;, con una livrea bianca, blu e rossa, cupolino e puntale in tinta, e linee pulite e minimali. Tra le caratteristiche di serie vi sono anche il cupolino e il puntale sportivi. Alcuni dettagli caratterizzano il modello, con il badge Triumph presente sul faro anteriore, sul fanale posteriore e su altri punti della moto, oltre a un badge Trident in alluminio con dettagli lavorati a diamante. Il design del serbatoio, con una grafica racing e il numero 67, si integra con la sella e le linee fluide della moto.  Trident 660 Triple Tribute: quanto costa l&#39;edizione speciale  La moto presenta una sella a un&#39;altezza da terra di 805 mm e un peso in ordine di marcia di 189 kg. Le sospensioni Showa e i freni Nissin garantiscono un&#39;ottima tenuta di strada e una frenata efficace in qualsiasi condizione. La Trident 660 &egrave; dotata di tecnologie all&#39;avanguardia, tra cui illuminazione a LED, ABS, modalit&agrave; di guida Road e Rain, controllo di trazione e sistema ride-by-wire. Il pratico schermo TFT a colori multifunzionale offre informazioni chiare e dettagliate.  Il prezzo della nuova Trident Triple Tribute &egrave; di 8.595 euro, con un intervallo di manutenzione fissato a 16.000 km (o 12 mesi) e le prime unit&agrave; disponibili in rete a partire da aprile 2024.  TRIUMPH ROCKET 3 STORM R E GT, NUOVA GENERAZIONE ANCORA PI&Ugrave; POTENTE 

Con 81 CV, motore Euro 5 e kit A2 opzionale, offre un design sportivo che richiama la gloria passata del marchio, con livrea bianco-blu-rosso e dettagli distintivi

Triumph Trident 660 Triple Tribute: omaggio alla Slippery Sam

Triumph presenta la Trident 660 Triple Tribute, un'edizione speciale ispirata alla "Slippery Sam". Con grafiche racing e dotazioni premium, offre un motore potente da 81 CV, cambio fluido a sei rapporti con Shift Assist e tecnologie all'avanguardia. Disponibile a 8.595 euro, sarà in vendita da aprile 2024 

Triumph Trident 660 Triple Tribute

        E se Triumph facesse come Aprilia? Se a Hinckley decidessero di proporre una nuova sportiva con un tricilindrico da 660 cc? Per ora solo ipotesi, ma a proporre un assaggio &egrave; stato Oberdan Bezzi. Il noto designer ha infatti proposto la sua Trident 660 RR, una sorta di erede della Daytona 765. La gamma Triumph: consulta il nuovo listino completo di Auto Triumph Trident 660 RR: cosa propone Bezzi  La media sportiva a tre cilindri immaginata da Bezzi propone il motore 660 raffreddato a liquido da 80 cv circa di potenza e 63 Nm di coppia, con carrozzeria carenata e dalle linee chiaramente spigolose. Praticamente, una concorrente di mercato di modelli come RS 660 e Yamaha R7. Il design &egrave; ispirato alla roadster Trident, ma la carenatura strizza l'occhio al design della Tiger Sport, che sfruttano la medesima base tecnica. Da qui anche i dati tecnici ipotizzati dal designer. Bezzi che inoltre "giustifica" la sigla RR inserendo una pinza anteriore Brembo, una pompa freno anteriore radiale e un tubo di scarico ispirato alla Daytona 765. Anche l'avantreno targato &Ouml;hlins arricchisce la scheda tecnica della moto: peccato che il render non permetta di vedere bene l'ammortizzatore posteriore. Insomma, una sportiva che sfrutti la stessa base di Trident e Tiger Sport non farebbe scontenti gli appassionati Triumph, sulla scia magari di quanto fatto da Aprilia con la RS e poi Tuareg e Tuono. I fan sognano. CAGIVA C70: IPOTESI SEDUCENTE PER UNA FUTURA MEDIA SPORTIVA       

Un modello grintoso e dal look spigoloso che sfrutti la stessa base tecnica di Trident e Tiger Sport: a dare una prima idea &egrave; stato Oberdan Bezzi

Triumph, a quando una sportiva 3 cilindri 660?

        Emozionante tre cilindri, ricca dotazione di serie e innegabile fascino british. Tutto questo &egrave; Triumph Trident 660, la naked media uscita di recente dai cancelli di Hinckley e capace di insediarsi in maniera del tutto poco scontata tra modelli del calibro di Honda CB650R, Kawasaki Z650 e Yamaha MT-07. Tuttavia, per chi volesse &ldquo;vestire&rdquo; la piccola nuda della Casa britannica, l&rsquo;atelier italiano di design Arton Works ha preparato ben due kit per dotare l&rsquo;ultima arrivata in casa Triumph di carenature create ad hoc.  Triumph Rocket 3 R Black e GT Triple Black: anima nera CARENATURE DA VERA SPORTIVA Il primo kit si chiama Neptune S e si basa su una mezzacarena tagliente con spiccati richiami al passato e l&rsquo;aggiunta di semimanubri bassi. Il secondo kit, invece, comprensivo anche di una cover per la sella in stile racer, si chiama Neptune R e trova la sua naturale collocazione direttamente sopra il kit S, dando cos&igrave; di fatto la possibilit&agrave; di avere 3 moto in 1 (standard/mezza carena/carena completa) La cosa bella, fa sapere Arton Works, &egrave; lo stesso principio su cui si basa il progetto sviluppato per la Trident. Infatti, essendo i due kit completamente plug and play, non ci sar&agrave; mai bisogno di andare a modificare la propria moto per installarli. Un&rsquo;ottima notizia per chi non vuole compromettere le caratteristiche originali della sua due ruote. Entrambi i kit, poi, sono interamente realizzati in fibra di carbonio e presentano 2 colorazioni base: bianco e nero e ben 4 livree dalle colorazioni pi&ugrave; pistaiole elaborate in eslcusiva dal designer Nuno Henriques.  Triumph Street Triple 765, pi&ugrave; aggressiva con gli scarichi Exan       

Il piccolo atelier italiano ha pensato di creare due kit su misura in fibra di carbonio e con installazione plug and play per dare un tono pi&ugrave; sportivo e pistaiolo alla &ldquo;nuda&rdquo; di Hinckley

Triumph Trident 660: le carene Arton Works vestono la naked

Entrambi i kit sono realizzati in fibra di carbonio e presentano 2 colorazioni base: bianco e nero e ben 4 livree dalle colorazioni più pistaiole elaborate in eslcusiva dal designer Nuno Henriques

Triumph Trident 660: vera postaiola con le carene Arton Works

Il piccolo atelier italiano ha pensato di creare due kit su misura in fibra di carbonio e con installazione plug and play per dare un tono più sportivo e pistaiolo alla “nuda” di Hinckley

Triumph Trident 660: kit carene by Arton Works

Nonostante il nome evochi atmosfere heritage, sgombriamo il campo da ogni equivoco: con la Trident, Triumph non ha voluto riproporre alcuna suggestione del passato: linee moderne, minimal, aggressive quanto basta, questo modello rappresenta un capitolo tutto nuovo per la Casa di Hinckley. Il suo acquirente tipo? Innanzitutto, chi è pronto al salto tra le due ruote adulte. Non sempre, forse, ci pensiamo abbastanza, ma la scelta della prima “moto vera” può determinare gran parte della nostra carriera motociclistica. E tra i segmenti più opzionati, al momento dell'esordio tra le cavalcatura di rango, c'è sicuramente quello delle medie naked. Autentiche “Navi scuola”, non disdegnate, però, neanche da quei motociclisti più esperti, alla ricerca di mezzi divertenti ma poco impegnativi. Ed è proprio in questo contenitore così strategico e trasversale, che Triumph cala l’asso con la nuova 660. Scopriamo, in questo video, com'è fatta... e come va.

Video-prova: Triumph Trident 660, divertimento per tutti

Non sempre, forse, ci pensiamo abbastanza: ma quanto &egrave; importante la scelta della prima &ldquo;moto vera&rdquo;, per la nostra carriera motociclistica? In fondo, parte della direzione in cui andr&agrave; dipende anche da lei. Tra i segmenti pi&ugrave; opzionati, per chi sceglie la prima cavalcatura di rango, c&#39;&egrave; sicuramente quello delle medie neked, cui va l&rsquo;indubbio merito di aver svezzato intere schiere di riders. Ma sono tanti, anche i motociclisti esperti, che le cercano come soluzione facile, con cui divertirsi senza troppo impegno. Ed &egrave; proprio in questo contenitore cos&igrave; strategico, che Triumph ha calato il suo asso con la nuova Trident. L&rsquo;abbiamo provata sulle emozionanti strade che si arrampicano sul Teide, il maestoso vulcano dell&#39;isola di Tenerife. Ecco con quali voti ha superato il nostro #SottoEsame.  DESIGN  Nonostante il nome evochi atmosfere heritage, sgombriamo il campo da ogni equivoco: con la Trident, Triumph non ha voluto riproporre alcuna suggestione del passato: linee moderne, minimal, aggressive quanto basta, questo modello rappresenta un capitolo tutto nuovo per la Casa di Hinckley. Una grammatica progettuale e stilistica inedita, incentrata sulla meccanica in bella vista, sul layout compatto, sulle grafiche efficaci e ben congeniate; sul codino smilzo che dona dinamicit&agrave;, esaltando, allo stesso tempo, la sensazione muscolare dell&rsquo;insieme motore/serbatoio. E poi c&rsquo;&egrave; la scelta (azzeccata) del faro tondo. Elemento caratterizzante, capace di parlare un linguaggio universale e senza tempo, perfetto per mantenere il link con la tradizione. Controverso, invece, &egrave; il giudizio sul portatarga &ldquo;a filo ruota&rdquo;: se per certi versi esalta il codino, per altri appesantisce la percezione complessiva del retrotreno.  Le colorazioni disponibili sono quattro: Sapphire Black e Crystal White, entrambe con decalcomanie Diablo Red e Jet Black; mentre, con un sovrapprezzo di 100 euro, ci sono le pi&ugrave; sofisticate Silver Ice &amp; Diablo Red (che abbina, ad una base argento, accenti in rosso a contrasto, con uno scenografico logo Triumph sul serbatoio) e Matt Jet Black &amp; Matt Silver Ice (la variante pi&ugrave; dark e aggressiva, con grande logo Triumph sul serbatoio). Tutte bellissime, ma una livrea un po&rsquo; pi&ugrave; &ldquo;spregiudicata&rdquo; e sbarazzina non avrebbe guastato, su una moto che si rivolge comunque ad un pubblico giovane.&nbsp;&nbsp; VOTO: 8  CONTENUTI TECNICI E DOTAZIONI  Quello delle medie &egrave; in genere un segmento di compromesso, in cui si tende a sacrificare sempre qualcosa in termini di dotazione per proporre un prezzo pi&ugrave; concorrenziale in listino. La nuova Trident fa tutto questo in maniera intelligente. La ciclistica, ad esempio, &egrave; semplice e razionale, ma complessivamente lavora bene, con una resa su strada sempre prevedibile e sincera. Interamente nuovo &egrave; il telaio in tubi di acciaio, mentre le sospensioni, marcate Showa, vedono all&rsquo;anteriore una forcella upside down da 41mm con funzionalit&agrave; separate (escursione di 120mm), e al posteriore un mono regolabile nel precarico (escursione di 133.5mm). L&rsquo;impianto frenante &egrave; invece Nissin e si avvale di pinze a 2 pistoncini, che mordono dischi di 310mm, davanti, e di una pinza singola al posteriore. Il peso della Trident, in ordine di marcia, &egrave; di 189 kg (niente male!), mentre la scelta delle coperture di primo equipaggiamento &egrave; ricaduta sulle Michelin Road 5.  A spingere la moto troviamo un motore 3 cilindri da 660 cc, con una potenza massima di 81 CV a 10.250 giri/min, e il 90% della coppia disponibile lungo la maggior parte del contagiri: il picco &egrave; di 64 Nm a 6.250 giri/min. Il cambio a 6 velocit&agrave; &egrave; dotato di rapporti interni e trasmissione finale appositamente studiati per esaltare la brillantezza del propulsore, in particolare nelle prime tre marce. Fattore, quest&rsquo;ultimo, determinante in un segmento in cui contano pi&ugrave; le sensazioni muscolari ai medio-bassi regimi, che le prestazioni velocistiche in senso assoluto. Nessun problema per i possessori la patente A2, grazie all&rsquo;apposito kit in postmontaggio che prevede un set-up elettronico dedicato: il picco di potenza massima viene ridotto a 47.8 CV a 8.750 giri/min e la coppia si attesta a 51 Nm a 5.250 giri/min. L&rsquo;operazione &egrave; reversibile in Concessionaria, consentendo, quindi, di tornare a potenza piena in seguito.  Dove, per&ograve;, l&rsquo;inglesina rilancia forte &egrave; sul piano dell&rsquo;elettronica. Sono tre, in particolare, le componenti di serie che rendono il piatto particolarmente ricco: i 2 riding mode a disposizione, il controllo di trazione (disattivabile) e il ride-by-wire. Le modalit&agrave; di guida &lsquo;Road&rsquo; e &lsquo;Rain&rsquo; intervengono sulla curva di erogazione e sui parametri di settaggio del controllo di trazione per adeguare la moto alle diverse condizioni di guida. La variazione del carattere del motore e della sua erogazione &egrave; possibile grazie all&rsquo;adozione dell&rsquo;acceleratore di tipo ride-by-wire. Disponibile, ma stavolta in optional, anche un cambio Shift Assist bidirezionale, per cambiate veloci senza bisogno di utilizzare la frizione.  Interessante anche la nuova strumentazione, compattissima ma ricca di funzioni, che pu&ograve; integrare anche il sistema My Triumph Connectivity System (accessorio originale), in grado di offrire navigazione turn-by-turn, e di fungere da interfaccia di comando della GoPro, del proprio smartphone e della musica preferita. Il tutto tramite connessione Bluetooth e comandi al manubrio. Quando si vuole mettere cos&igrave; tanto, in cos&igrave; poco spazio, per&ograve;, &egrave; inevitabile che non si potr&agrave; mai avere tutto sempre sott&rsquo;occhio come si desidererebbe. VOTO: 8,2  ERGONOMIA E COMFORT  Questa Trident &egrave; slim, compatta, ma allo stesso tempo, accogliente per piloti di tutte le taglie. Ci si ritrova perfettamente inseriti nel corpo moto, col manubrio alla giusta distanza e ginocchia non troppo piegate. Complessivamente, un&rsquo;ergonomia molto corretta che propone un bel mix tra comfort e sportivit&agrave;. Scarse le vibrazioni e comoda la sella: al netto dell&rsquo;ovvia assenza di riparo aerodinamico, una moto con cui percorrere chilometri senza patire affaticamenti. In coppia, vista la porzione di seduta riservata al passeggero, meglio programmare gite non troppo lunghe. Dimensioni e ingombri rendono la Trident a suo agio in ambiente urbano e facile da gestire in manovra. VOTO: 8  PIACERE DI GUIDA E FATTORE EMOZIONALE  In tre parole: divertentissima, facile, sana! La ciclistica &egrave; semplice, ma fa bene il suo lavoro, senza prestare il fianco a particolari critiche: anche sotto stress - e la voglia di stressarla, questa Trident, &egrave; immediata non appena la strada si fa tortuosa -&nbsp; sospensioni e freni mostrano una resa coerente, priva di reazioni impreviste o indesiderate. Persino esagerando molto la staccata, la forcella non arriva mai a supplicare piet&agrave;. Certo, il &ldquo;sostegno&rdquo; offerto non &egrave; da componentistica racing, ma questa Trident non nasce per questo scopo. Il meglio lo si ottiene facendola scorrere in curva, senza cercare inutili spigoli e sfruttando l&rsquo;ottimo rigore direzionale anche sul veloce (in generale, il feeling con l&rsquo;avantreno &egrave; sempre convincente). Guidata in questo modo &egrave; una moto divertentissima ed efficace. La capacit&agrave; di arresto, nonostante le pinze di tipo assiale presentino meno &ldquo;mordente percepito&rdquo; rispetto alle radiali, &egrave; buona e progressiva. Ma la vera componente, che regala un sapore piccante a questa naked &egrave; il cuore d&rsquo;oro a tre cilindri. L&rsquo;erogazione &egrave; gi&agrave; frizzante ai bassi regimi, ma poco prima di met&agrave; scala del contagiri, si irrobustisce e si intosta ulteriormente, con un allungo pieno e muscolare fino al limitatore. Solo l&#39;elettronica, in alcune circostanze, &egrave; sembrata un po&#39; conservativa, con un taglio di erogazione percepibile intorno ai 5.000/5.500 giri, al momento di spalancare il gas a moto ancora piegata. Va specificato, per&ograve;, che sul Teide, splendido scenario del test, le temperature incontrate, in alcuni punti, erano davvero basse (prossime ai 4&deg;) a ovvio scapito del grip.&nbsp; VOTO: 8,5  RAPPORTO QUALIT&Agrave;/PREZZO  La nuova Triumph Trident 660, che arriver&agrave; nelle concessionarie a fine gennaio 2021 (con garanzia illimitata di 2 anni e programma di manutenzione con intervalli di 16.000 km) &egrave; proposta ad un prezzo di 7.995 euro. Corretto e pi&ugrave; che adeguato all&rsquo;offerta. VOTO: 8,6  CONCLUSIONI    Il ring &egrave; di quelli affollati che promettono battaglia, con concorrenti agguerrite del calibro di Kawasaki Z650, Yamaha MT-07 e Honda CB650R. Ma la nuova roadster di Hinckley si getta nella mischia convinta del fatto suo: motore tre cilindri, look efficace e dotazione completa (a meno di 8.000 euro), sono un messaggio forte e chiaro all&#39;indirizzo delle avversarie. E poi c&rsquo;&egrave; quel fattore &ldquo;fun&rdquo;, che ti cattura subito non appena l&rsquo;accendi. Una caratteristica che fa la differenza e promette gioie, tanto a chi cavalca la sua prima &ldquo;moto seria&rdquo;, quanto al motociclista pi&ugrave; smaliziato. Brava Triumph! VOTO FINALE: 8,3 

Siamo stati sull&#39;isola di Tenerife, per testare l&rsquo;inglesina che vuole conquistare il segmento delle medie naked. Pregi, difetti, piacere di guida e prezzo. Avr&agrave; meritato la lode?

Prova Triumph Trident 660: i voti del #SottoEsame

Siamo stati sull'isola di Tenerife, per testare l’inglesina che vuole conquistare il segmento delle medie naked

Prova Triumph Trident 660 LE FOTO

Immagini che puntano ad esaltare le doti di guida di questa fascinosa naked di stampo Heritage

Triumph Trident 660: eccola in azione VIDEO

Una delle novit&agrave; pi&ugrave; importanti non solo per il marchio Triumph. Con questa fascinosa Trident 660 il 3 cilindri apre a nuovi orizzonti

Triumph Trident 660: nuovo concetto del 3 cilindri VIDEO

Con la nuova Trident 660, la Casa di Hinckley lancia un deciso guanto di sfida all&rsquo;interno di un segmento tra i pi&ugrave; combattuti del mercato: quello delle medie naked. Universo in cui gravitano concorrenti agguerrite come Honda CB650R, Kawasaki Z650 e Yamaha MT-07, solo per citare alcune delle protagoniste dei listini. Mezzi che rappresentano, per molti, la prima occasione di saltare in sella a una &ldquo;moto vera&rdquo;; e se da un lato devono poter soddisfare le esigenze di chi cementa i primi passi della sua carriera motociclistica, dall&rsquo;altro, devono anche saper assecondare le aspettative (soprattutto prestazionali) di riders con maggiore esperienza. Missione tutt&rsquo;altro che semplice! La ricetta Triumph punta forte sull&rsquo;unicit&agrave; emozionale del motore a tre cilindri, su una ricca dotazione di serie e sul proverbiale fascino british.  DESIGN  Partiamo proprio dal look. Nonostante il nome Trident evochi atmosfere heritage, sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: nel rispolverare questa sigla, Triumph non ha inteso riproporre alcuna suggestione del passato. Un messaggio che appare forte e chiaro sin dal primo sguardo: linee moderne, minimal, e con un pizzico di aggressivit&agrave; che non guasta, questo modello rappresenta un capitolo del tutto nuovo per la Casa di Hinckley.&nbsp; Meccanica in bella vista, layout compatto, grafiche efficaci e ben congeniate; codino smilzo che dona dinamicit&agrave;, e allo stesso tempo esalta la sensazione muscolare dell&rsquo;insieme motore/serbatoio. E poi quel faro tondo, che parla un linguaggio motociclistico universale, insensibile al passare del tempo. Insomma, gli ingredienti per piacere ci sono tutti! Le colorazioni disponibili sono quattro: Sapphire Black e Crystal White, entrambe con decalcomanie Diablo Red e Jet Black; mentre, con un sovrapprezzo di 100 euro, ci sono la Silver Ice &amp; Diablo Red (che abbina ad una base Silver Ice accenti in Diablo Red con uno scenografico logo Triumph sul serbatoio) e la Matt Jet Black &amp; Matt Silver Ice (la variante pi&ugrave; dark e aggressiva, con grande logo Triumph sul serbatoio). Le linee della nuova Trident, concepite dal team di design di Hinckley, sono state arricchite dalle idee dell&rsquo;italiano Rodolfo Frascoli, la cui &ldquo;matita&rdquo;, di recente, avea gi&agrave; definito le forme dell&rsquo;ultima Tiger 900.  MECCANICA  A spingere la nuova Triumph Trident troviamo un motore 3 cilindri da 660 cc, capace di 81CV a 10.250 giri/min, e con oltre il 90% della coppia massima disponibile lungo la maggior parte del contagiri: il picco &egrave; di 64 Nm a 6.250 giri/min. Il cambio a 6 velocit&agrave; &egrave; dotato di rapporti interni e trasmissione finale appositamente studiati per esaltare la brillantezza del propulsore. Nessun problema per i possessori di patenti A2 grazie al kit in postmontaggio che prevede un set up elettronico dedicato: il picco di potenza massima viene ridotto a 47.8 CV a 8.750 giri/min e la coppia si attesta a 51Nm a 5.250 giri/min. L&rsquo;operazione &egrave; reversibile in Concessionaria.  CICLISTICA  Nonostante il segmento di appartenenza, la nuova Trident non rinuncia ad una ciclistica semplice e razionale, ma di qualit&agrave;. Tutto nuovo il telaio in tubi di acciaio, mentre le sospensioni, marcate Showa, vedono all&rsquo;anteriore una forcella upside down da 41mm con funzionalit&agrave; separate (escursione di 120mm), e al posteriore un mono regolabile nel precarico (escursione di 133.5mm). L&rsquo;impianto frenante &egrave; invece Nissin e si avvale di pinze a 2 pistoncini, che mordono dischi di 310mm davanti, e di una pinza singola al posteriore. Il peso della Trident, in ordine di marcia, &egrave; di 189 kg, mentre la scelta delle coperture di primo equipaggiamento &egrave; ricaduta sulle Michelin Road 5.  ELETTRONICA  Dove l&rsquo;inglesina rilancia forte &egrave; poi sul piano dell&rsquo;elettronica. Sono tre, in particolare, le componenti di serie che rendono il piatto particolarmente ricco: i 2 riding mode, il controllo di trazione disattivabile e il ride-by-wire. Le modalit&agrave; di guida &lsquo;Road&rsquo; e &lsquo;Rain&rsquo; intervengono sulla curva di erogazione e sui parametri di settaggio del controllo di trazione. La variazione del carattere del motore e della sua erogazione &egrave; possibile grazie all&rsquo;adozione di un acceleratore ride-by-wire. Disponibile, in oprtional, anche un cambio Shift Assist bidirezionale, per cambiate veloci senza bisogno di utilizzare la frizione.    DISPLAY TFT A COLORI&nbsp;  La nuova strumentazione a bordo della Trident vede l&rsquo;integrazione tra un display TFT a colori e un secondo display LCD con &lsquo;white-on-black&rsquo;. Quando abbinata al sistema My Triumph Connectivity System (accessorio originale), oltre alle info di servizio e ai parametri di settaggio dell&rsquo;elettronica, &egrave; in grado di offrire navigazione turn-by-turn, oltre a fungere da interfaccia di comando della GoPro, del proprio smartphone e della musica preferita. Il tutto tramite connessione Bluetooth e blocchetti elettrici a manubrio.  45 ACCESSORI DEDICATI  Numerosi gli accessori per personalizzare questa nuova roadster secondo i propri gusti, dalle protezioni motore, al parabrezza, passando per paramotore inferiore in alluminio, specchietti bar-end, manopole riscaldate, Triumph Shift Assist up-&amp;-down e opzioni per il trasporto bagagli.  DISPONIBILIT&Agrave; E PREZZO  Per mettersi in garage la nuova Triumph Trident occorrer&agrave; un esborso a partire da 7.995,00 euro (f.c.). La garanzia &egrave; illimitata di 2 anni (estendibile a 4 anni con il programma Triumph Just Ride), mentre il programma di manutenzione prevede intervalli di 16.000 km. Triumph Trident 660 arriver&agrave; nelle Concessionarie da fine gennaio 2021. 

La Casa inglese svela la sua attesissima roadster di accesso alla gamma. Info, caratteristiche, prezzo e super-gallery

Nuova Triumph Trident 660: generazione 3 cilindri

La Casa inglese svela ufficialmente la nuova roadster di accesso alla gamma in versione definitiva

Nuova Triumph Trident 660: la Super Gallery

Prima della presentazione finale in programma fra poche settimane, la nuova Triumph Trident ha effettuato i classici test su strada nelle vicinanze del quartier generale del marchio, ad Hinckley, dove &egrave; stato progettato e sviluppato. Immortalata da alcuni scatti, la roadster si &egrave; presentata con la livrea &quot;test bike&quot; e l&#39;hashtag ufficiale #TriumphTrident.    PRIMA ROADSTER MEDIA CON IL TRICILINDRICO  La prova su strada rappresenta l&#39;ultimo capitolo di un progetto iniziato quattro anni fa, e che ha portato allo sviluppo della prima roadster di media cilindrata dotata di un motore da tre cilindri, e che tra le caratteristiche pu&ograve; vantare un design di personalit&agrave;, sportivo ed elegante, alti contenuti tecnologici, materiale e finiture di qualit&agrave;, unite a una ciclistica degna della tradizione del marchio inglese.    La nuova Triumph Trident sar&agrave; disponibile in tutto il mondo a partire dai primi mesi del 2021. Maggiori dettagli su date e presentazione ufficiale saranno forniti prossimamente. 

Ultimi affinamenti per la naked inglese&nbsp;di media cilindrata che&nbsp;ha girato nelle vicinanze del quartier generale di Hinkley

Triumph Trident, test su strada per la nuova roadster

        Il nome Trident &egrave; di quelli che fanno battere subito forte il cuore agli appassionati di moto inglesi e non. Ma attenzione a non farvi ingannare. Nel rispolverare la gloriosa sigla, Triumph non intende resuscitare alcuna suggestione del passato; quindi, se ve lo state chiedendo: no, nessuna operazione nostalgia all'orizzonte. PECCATO? Non necessariamente. Perch&eacute; ci&ograve; che anticipa il Design Prototype che vi mostriamo (tutti i particolari nella super-gallery) rappresenta un capitolo del tutto nuovo per la Casa di Hinckley, desiderosa di conquistare nuove fette di mercato (e nuove leve) andando a sfidare la migliore concorrenza in un segmento particolarmente combattuto: quello delle medie naked; che per molti, &egrave; anche quello della prima &ldquo;moto vera&rdquo;. Un universo in cui, per intenderci, gravitano le agguerrite Honda CB650R, Kawasaki Z650 e Yamaha MT-07, solo per citare alcune delle protagoniste del mercato.&nbsp;  COME SAR&Agrave;? Sui contenuti tecnici non &egrave; stato svelato ancora molto. L&rsquo;unica certezza, al momento, &egrave; il motore 3 cilindri di media cubatura, probabile rivisitazione dell'unit&agrave; attualmente a bordo della Street Triple. Ma queste parole contenute all&rsquo;interno del comunicato - &ldquo;La pi&ugrave; completa dotazione tecnologica, tutta di serie&rdquo; - lasciano intendere la volont&agrave; di confezionare un prodotto, s&igrave; di accesso alla gamma, ma comunque completo e curato come da tradizione per le moto di Hinckley. Non stupirebbe, quindi, vedere a bordo di questa nuova Trident componentistica semplice, ma di qualit&agrave;, e magari anche un pizzico di elettronica (riding mode e traction control). Ma per averne conferma dovremo aspettare ancora un po&rsquo;. UN DESIGN CHE PARLA ITALIANO Il &ldquo;Trident Design Prototype&rdquo; &egrave; il risultato di un programma di sviluppo quadriennale del reparto Design di Triumph Motorcycles in UK, all&rsquo;interno del Quartier Generale di Triumph Motorcycles dove prende forma ogni modello della Casa britannica. Concepito dal team di design di Hinckley, &egrave; stato arricchito dalle idee dell&rsquo;italiano Rodolfo Frascoli, la cui &ldquo;matita&rdquo;, di recente, avea gi&agrave; definito le forme dell&rsquo;ultima Tiger 900.  &ldquo;UNA ROADSTER EMOZIONANTE&rdquo; Cos&igrave; si sbilancia Steve Sargent, Triumph Chief Product Officer, a proposito di questo nuovo modello, che arriver&agrave; nelle concessionarie nella primavera del prossimo anno: "Il Trident Design Prototype segna l&rsquo;inizio di un nuovo ed emozionante capitolo per Triumph, dove uno stile iconico, inusuale per il segmento, si armonizza con il divertimento di guida. Le linee pulite, pure e minimali rappresentano il DNA di Triumph e ricevono un tocco di grinta se pensiamo ai richiami al mondo della Speed Triple: in poche parole, si intravede gi&agrave; da ora la futura personalit&agrave; della nuova Trident. Il nostro obiettivo ultimo &egrave; offrire una roadster emozionante, distintiva e particolarmente piacevole da guidare, in particolare alle nuove generazioni di giovani rider che cercano stile e qualit&agrave; a condizioni accessibili&rsquo;&rsquo;.&nbsp;       

La Casa inglese anticipa la stagione delle novit&agrave; moto per il prossimo anno, mostrando in anteprima il design-prototype di un&rsquo;inedita roadster a 3 cilindri

Triumph Trident 2021: svelato il design della nuova media naked

In anteprima, le linee della nuova roadster media a 3 cilindri della Casa inglese

Video Triumph Trident 2021: il design-prototype

Le prime immagini e i particolari di design della nuova media roadster della Casa inglese con motore a 3 cilindri

Design-prototype Triumph Trident 2021 LE FOTO

Stavolta i rumors che arrivano dai colleghi di MoreBikes sono di quelli davvero dirompenti. Secondo indiscrezioni infatti, la Triumph Designs Limited, una filiale della casa madre Triumph Motorcycles, avrebbe depositato una documentazione per il nome Trident, che verrebbe riservato a una serie di componenti per motocicli. Potrebbe trattarsi, queste le voci,&nbsp;della prima incursione del marchio britannico nel segmento dell&#39;elettrico.  NOME STORICO - Trident&nbsp;riveste un ruolo importante nella storia di Triumph. Quando venne introdotta sul mercato la versione 750, a met&agrave; degli Anni 60, si contese con la Honda CB750 Four l&#39;appellattivo di prima superbike della storia, ma una serie di ritardi la fecero debuttare dopo la rivale giapponese. All&#39;epoca veniva distribuita sia come Trident che come BSA Rocket 3. Fu prodotta dal 1968 al 1975. Motore da 58 cavalli, 750 cc, ne furono venduti quasi 28 mila esemplari. Poi il nome&nbsp;torn&ograve; sul mercato negli anni &#39;90 con la Trident 900.  ELETTRICO - Al momento l&#39;indiscrezione non &egrave; supportata da documentazione ufficiale. Non ci resta che aspettare e capire se rivedremo a breve una Trident, ma stavolta dal cuore elettrico. 

Lo storico nome potrebbe essere riproposto per la prima incursione nel segmento da parte del brand britannico.

Triumph, rumors su una Trident dal cuore elettrico

Una special tributo alla Triumph Trident pilotata dal compianto Vanni Blegi nel 1971&nbsp;

Triumph Trident T 150V - LE FOTO

Proprio su una Trident, il veloce pilota milanese in coppia con Renato Galtrucco (rimasto vittima in un terribile incidente a Monza nel &lsquo;73) aveva conseguito un ottimo secondo posto alla 500 Km di Monza riservata alle moto derivate di serie nel 1970, per poi vincere allo stesso appuntamento l&rsquo;anno seguente.  L&#39;IMPORTATORE DELLA TRIUMPH, Bepi Koelliker, intravide la potenzialit&agrave; pubblicitaria delle competizioni e schier&ograve; una vera e propria squadra corse per partecipare alle gare riservate alle moto &ldquo;derivate&rdquo; che altro non erano se non la progenie delle attuali SBK.  LA BASE DI PARTENZA per la versione da corsa era la T150 con cambio a quattro marce, arrivata sul mercato nel 1969. Le modifiche principali che Domenico Pettinari, meccanico e preparatore milanese, effettuava in vari step erano: mezzi manubri, pedane arretrate, codone monoposto, scarico libero tre in uno, freno anteriore Fontana di 250 mm (e posteriore da 210 mm), cerchi in lega, cornetti di aspirazione liberi, spostamento del tappo di introduzione dell&rsquo;olio motore, e tanti altri piccoli accorgimenti, oltre che un&rsquo;accurata messa a punto al motore. A tutto questo si aggiungeva il montaggio del cambio Quaife a 5 rapporti.  LA NOSTRA SPECIAL, invece, &egrave; una T150V del &lsquo;74, a detta di molti la versione pi&ugrave; riuscita della Trident, che oltre ad avere qualche cavallo in pi&ugrave;, ha anche il cambio a 5 marce di serie. Il modello &egrave; quello che l&rsquo;importatore Koelliker modificava appositamente per il nostro mercato montando un avantreno tutto made in Italy. La forcella &egrave; una robusta Marzocchi con steli da 38 mm mentre il freno anteriore a doppio disco (275 mm), il mozzo e le pinze a 2 pistoncini sono prodotti dalla Scarab, azienda bolognese che equipaggiava con lo stesso impianto anche la MV Agusta 750 e la Ducati 750.  MANTENUTO L&#39;AVANTRENO scelto da Koelliker all&rsquo;epoca, tutta la ciclistica viene revisionata, ed il risultato finale &egrave; quello che vedete nel servizio. La livrea e le parti sono le stesse montate all&rsquo;epoca da Pettinari, a parte i carburatori, sostituiti con dei nuovi Amal serie Premier con corpo in alluminio. Considerando che a Monza nel 1971 Blegi e Galtrucco giravano a oltre 165 Km/h di media, con una moto dotata di marmitte serie, e che l&rsquo;anno dopo, Villa e Provenzano vinsero sulla stessa pista alla media di oltre 182 Km/h, si pu&ograve; affermare che questo tridente era un&rsquo;arma alquanto affilata, e che ancora oggi mostra un forte carisma. 

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