Se ne parla da un po&#39;, ma ora arriva la classica &quot;pistola fumante&quot;. Ecco la prima immagine della prossima Ducati che - badate bene - monter&agrave; un nuovissimo motore monocilindrico. Dalle immagini sfuggite sui Social notiamo che a parlare qui &egrave; il mondo delle &#39;motardone&#39;, con protagonista un motore monocilindrico (appunto), ma in questo caso con cilindrata che dovrebbe essere di maggiore cubatura rispetto ai preventivati 450 per un altro progetto in cantiere e che vedr&agrave; la Casa bolognese debuttare nel Cross.  A MISURA DI DIVERTIMENTO  In questo caso le immagini seppure poco chiare mostrano un basamento decisamente coroposo per quello che dovrebbe essere un 450. L&#39;ipotesi &egrave; una cilindrata &quot;over 600&quot; per una unit&agrave; adatta al divertimento su strada e in fuoristrada. Non si esclude infatti che da una&nbsp;costola di questo progetto arriver&agrave;&nbsp;anche una versione per il segmento delle enduro.  Nessuno, come facile immaginare, al di fuori del reparto sviluppo di Borgo Panigale sa quale potrebbe essere la cilindrata, che per&ograve; ipotizziamo vada confrontarsi con quanto gi&agrave; visto sul mercato (KTM e il suo 690 Lc4) e quindi dovrebbe essere compresa tra i 600 e i 700 cc. La scelta pi&ugrave; ovvia sarebbe quella di 630 cc, perch&eacute; sarebbe la met&agrave; della cilindrata del bicilindrico a V 1260 Testastretta da 158 CV. Ci&ograve; porterebbe il vantaggio di poter utilizzare una testa presa dal motore a V in modo da avere il lavoro &quot;gi&agrave; fatto&quot; e ottimizzare cos&igrave; i costi di sviluppo di una nuova testata.    IL Mono di serie pi&ugrave; potente del mondo?  Seguendo questa logica, del Testastretta &quot;dimezzato&quot;, ipotizziamo un alesaggio di 106 mm e una corsa di 71,5 mm, che porterebbe a raggiungere la stessa velocit&agrave; nominale di 9.500 giri/min del V2. Rispetto al mono della KTM, ci&ograve; significherebbe una regime maggiore del 18%.  Ma, immaginando una strategia pi&ugrave; conservativa&nbsp;in favore di una ancora maggiore affidabilit&agrave;, il motore Ducati dovrebbe avere almeno lo stesso potenziale del 690 KTM, anche se teoricamente potrebbe arrivare anche vicino alla soglia degli 80 CV contro i circa 74 (dichiarati) per l&#39;unit&agrave; austriaca Lc4. Ci&ograve; sarebbe supportato dalla testata pi&ugrave; complessa della Ducati che immaginiamo possa sfruttare un doppio albero a camme, magari condito da distribuzione desmodromica, mentre&nbsp;per KTM abbiamo un solo albero a camme.  Qualora dovessero essere confermate queste nostre ipotesi, stiamo parlando del mono di serie pi&ugrave; potente oggi al mondo. Roba da sollevare l&#39;asfalto quando si da gas. Sar&agrave; davvero cos&igrave;?&nbsp;Al momento non abbiamo altri dettagli, ma presto ne dovremmo sapere di pi&ugrave;.&nbsp;Magari gi&agrave; ad EICMA. Stay Tuned! 

Pizzicata la prima immagine della futura novit&agrave; di Borgo Panigale che si appresta a debuttare nel mondo delle mono da strada e - probabilmente - enduro di media cilindrata.

SCOOP Ducati, arriva il monocilindrico: ecco la prossima motardona in Rosso

Dopo l&#39;inchiesta sulle scelte tecniche di Ducati riguardo capisaldi del suo recente passato, pubblicata sulla pagine di InMoto di aprile,&nbsp;abbiamo raccolto alcune delle lettere da voi inviate.&nbsp;  Ecco quelle pubblicate sul numero di agosto della rivista con la risposta del Direttore   Ho appena finito di leggere la lettera del sig. Pierluigi Lupi (In Moto n. 4/2021) e premetto che anche io non sono pi&ugrave; ragazzino e sono un buon ducatista alla vecchia maniera. Sono felice possessore di una Monster 620 colorazione Senna, una motoretta se confrontata con altre, per&ograve; qualche piccola soddisfazione me la tolgo. Comunque tutto questo giro di parole solo per dire che sono pienamente d&rsquo;accordo con il sig. Lupi. Quando ho visto la Panigale V4 ho storto un po&rsquo; il naso, quando ho visto la Multistrada V4 ho pensato: ma cosa stanno combinando? E quando ho visto il nuovo Monster sono inorridito. Sar&ograve; anche cattivo ma mi sembrano tante moto giapponesi travestite da Ducati. E comunque niente contro le giapponesi, per carit&agrave;.  Simone  Ducati, mai un giugno cos&igrave;: boom di ordini rispetto agli ultimi anni  &quot;Cercando nuovi consumatori perdono i loro riferimenti&quot;  CARO DIRETTORE, sono un affezionato lettore di In Moto, possessore di varie Ducati a partire dal 1989 con una bellissimo Ducati Mike Hailwood Replica seconda serie del 1981 fino ad arrivare al 2017 con una Ducati Monster S4 Senna, passando per Ducati Paso 906 e varie Ducati 900 SS. Ora posseggo una Triumph Tiger Sport che avrai potuto vedere nella lettera che mi hai pubblicato il mese scorso. Leggendo il pezzo &ldquo;Scelte di Vita - Desmo e telaio a traliccio&rdquo;, ho letto attentamente tutte le interviste raccolte a partire da Marco Lucchinelli.  Ebbene, quella che ho apprezzato e condiviso pienamente &egrave; quella di Genesio Bevilacqua che riassume dei concetti e dei pensieri precisi, partendo dai successi di questi ultimi 40 anni fino a dichiarare l&rsquo;acquisto di una Honda spendendo molto meno e con la certezza di una affidabilit&agrave; a prova di bomba con una assistenza &ldquo;planetaria&rdquo;. Cercando nuovi consumatori perdono i loro riferimenti e dovranno confrontarsi con grandi produttori e non riusciranno pi&ugrave; a difendere un listino mediamente superiore del 30% rispetto agli altri. Il mercato dei numeri dice che Ducati produce circa 50-55mila moto all&rsquo;anno e lo potranno mantenere solo con la particolarit&agrave; che ha contraddistinto il marchio fino ad oggi. Questa &egrave; la mia opinione dopo aver letto il pensiero di Genesio Bevilacqua.  Edoardo Macchiarulo  Torino  &quot;Eccessivo astio nei confronti della Casa&quot;  CARO DIRETTORE, ho letto i servizi e le opinioni sul V4 del Multistrada Ducati, e direi che anche stavolta la Casa ha fatto centro: basti vedere la classifica di vendite a pagina 23 del numero di marzo: 5&deg; posto in Italia, sono dati di fatto, la gente ha capito che in viaggio o nel leggero fuoristrada l&rsquo;effetto &ldquo;Desmo&rdquo; conta poco, mentre la longevit&agrave; del motore &egrave; fondamentale. Il Desmo esiste sugli altri modelli, e sulle sportive non verr&agrave; mai abbandonato, sia chiaro! Quello che non si capisce &egrave; l&rsquo;eccessivo astio nei confronti della Casa, ogniqualvolta presenti una novit&agrave; rivoluzionaria: non sar&agrave;, per caso, che il vaso dell&rsquo;invidia ha traboccato?  Michele Frascolla  Bologna  Le risposte ai lettori: tutto e il contrario di tutto  Il brand Ducati e le ultime proposte presentate di certo non hanno lasciato indifferenti gli appassionati del marchio. Da un lato gli integralisti, dall&rsquo;alto quelli che apprezzano l&rsquo;evoluzione delle moto bolognesi pensate, progettate e costruite anche per allargare la platea dei possibili acquirenti. Non &egrave; un segreto che Ducati abbia radici profondissime ramificate nel solido terreno della tradizione. E che la sua community di appassionati abbia una identit&agrave; ben definita. Ma fermarsi a questo e vivere di ricordi non sembra una soluzione valida per affrontare le sfide del mercato, che come sappiamo &egrave; sempre pi&ugrave; esigente.  Non vorrei essere stato nei panni della dirigenza Ducati nel momento in cui c&rsquo;era da decidere lo schema della distribuzione della &ldquo;Multi V4&rdquo; o del telaio della Monster. Scelte di campo fondamentali. Tradizione o innovazione? &Egrave; dalla notte dei tempi che l&rsquo;uomo &egrave; combattuto tra queste due tendenze. Non sta a me dire se hanno fatto bene o male a prendere una strada anzich&eacute; l&rsquo;altra... noi raccogliamo le informazioni, proviamo le moto e valutiamo il prodotto senza pregiudizi. E possiamo dire che tanto con la Monster quanto con la crossover il bersaglio &egrave; stato centrato.  Cosa vuol dire essere &quot;Ducatisti&quot;? 

Amarla? Odiarla? Criticarla? Tutto si pu&ograve; dire della Casa di Borgo Panigale, tranne che lasci indifferenti gli appassionati. E&nbsp;con le ultime proposte, Multistrada V4 e Monster, il dibattito &egrave; ancora pi&ugrave; serrato

Ducati, passato e presente tra pro e contro: Tutto e il contrario di tutto

La storia italiana si mescola con quella del Barber Vintage Motorsports Museum e del celebre Pierre Terblanche nel primo episodio delle Design Series del museo americano su YouTube. La protagonista di questo appuntamento online &egrave; stata l&rsquo;iconica Ducati Supermono.    Terblanche, storia della Ducati  Pierre Terblanche &egrave; l&rsquo;architetto, l&rsquo;ideatore e il realizzatore di numerose moto uniche, ma soprattutto la sua fama &egrave; arrivata nel periodo sotto l&rsquo;ala di Ducati: Hypermotard, Multistrada, MH900E, 999 Superbike e la Supermono sono i modelli per i quali &egrave; stato responsabile della progettazione e della creazione.  Super... leggera da 75 Cv  La Supermono &egrave; un&rsquo;edizione limitata ad appena 67 esemplari, oggi &egrave; un gioiello da esposizione o da asta al miglior offerente. Il motore monocilindrico da 550 cc con distribuzione bialbero in testa, 4 valvole per cilindro e sistema desmodromico scaricava 75 Cv a 10.000 giri/min con un peso di appena 118 kg. Il telaio a traliccio e le sospensioni Ohlins ne facevano una delle moto 4 tempi pi&ugrave; agili di sempre. &nbsp;  La numero 39  Nel video, Terblanche spiega al designer Brian Case i processi che portarono al prodotto finale, la numero 39 della produzione datata 1993 e oggi immacolata, con zero chilometri sul tachimetro e ospitata dal Barber Museum. Una chicca storica che non pu&ograve; non far gola agli appassionati delle due ruote.    MV Agusta riporta a casa un raro modello da corsa degli anni &lsquo;50 

Nata per correre&nbsp;tra le Supermono era spinta da un monocilindrico Desmo di&nbsp;75 Cv per soli 118 kg di peso. Il designer si racconta&nbsp;per conto del Barber Museum dove la moto &egrave; esposta

Ducati Supermono, la storia di una icona raccontata da Pierre Terblanche

La Multistrada V4 arriva e si fa cattiva. Da tempo vista in azione durante i primi collaudi dei prototipi in mano ai tester di Borgo Panigale, l&#39;inedita Multistrada con motore V4 &egrave; attesa al debutto quest&#39;anno, in occasione della classico appuntamento con la World Premi&egrave;re che, causa situazione Covid, quasi certamente si svolger&agrave; esclusivamente via streaming.  TELAIO FRONT FRAME E MOTORE DA QUASI 190 CV  Fino ad oggi non sappiamo ancora i dati tecnici ufficiali sulla la nuova sport tourer di Borgo Panigale, ma dalle prime immagini, e da qualche nuova indiscrezione, possiamo inizare a fare un primo punto su cosa ci si pu&ograve; attendere per la fine del 2020 e i primi mesi del 2021, quando, cio&egrave;, la Multistrada V4 arriver&agrave; sul mercato.    Il motore, protagonista assoluto per la nuova &quot;multimoto&quot; potrebbe anche essere caratterizzato da una diversa cilindrata rispetto ai 1100 cm3 della sportiva Panigale V4, avr&agrave; una potenza nell&rsquo;ordine dei 190 CV, con un&rsquo;erogazione pi&ugrave; dolce e lineare ai bassi-medi regimi. Giusto per mettere le cose in chiaro con la concorrenza pi&ugrave; agguerrita, ovvero BMW S 1000 XR e KTM 1290 Super Duke GT.    Il telaio sar&agrave; una rivisitazione del front frame, il nuovo corso &quot;made in Ducati&quot; che vedremo anche sulla futura Monster, rivisto e ricalibrato in funzione del nuovo progetto e abbinato a piastre di irrigidimento nella zona pivot del forcellone.&nbsp;In un primo momento si pensava alla soluzione del monobraccio (vedi nostro render in basso) per quest&#39;ultimo componente, ma alcuni - e pi&ugrave; nitidi - scatti, pubblicati dagli amici&nbsp;di Motorrad, mostrano una struttura inedita rispetto alla 1260 e dal design snello ed allo stesso tempo sportivo.&nbsp;&nbsp; I tratti generali della moto non si discostano molto&nbsp;dalla sorella bicilindrica, e riprendono per intero il layout &ldquo;Multistrada&rdquo;, con le dimensioni globali che, al netto di leggero aumento degli ingombri trasversali, non dovrebbero discostarsi molto da quelle dell&rsquo;attuale.  TECNOLOGIA AL POTERE  Di sicuro la nuova Multistrada V4 sar&agrave; una tra le moto pi&ugrave; tecnologicamente evolute. Non &egrave; un segreto che Ducati sia tra le aziende pi&ugrave; attente alla sicurezza: furono i primi a equipaggiare una scrambler di ABS Cornering. Non molto tempo fa (aprile 2018) un lungo ed esplicativo comunicato&nbsp;dichiarava che, entro il 2020, una tra le loro moto avrebbe utilizzato l&rsquo;ARAS (Advanced Rider Assistance Systems), l&rsquo;avanzato sistema di radar in grado di monitorare la zona circostante al veicolo durante la guida. E,&nbsp;nella&nbsp;foto di apertura,&nbsp;si&nbsp;nota un particolare nella zona del faro che porta in questa direzione.    L&rsquo;azienda bolognese cominci&ograve; a lavorare sul sistema ARAS nel 2016, in collaborazione con il Politecnico di Milano. Una tecnologia presente da parecchio nel mondo auto (si chiama ADAS) e che Audi, proprietaria di Ducati, ha contribuito molto a sviluppare. Con il radar si possono per esempio segnalare i veicoli presenti nell&rsquo;angolo morto, la zona oscura&nbsp;dello specchietto, o gestire sistemi come il cruise control adattivo, che mantiene la distanza dal veicolo che precede e avvisa o decelera il veicolo in caso di rischio d&rsquo;impatto frontale.  Comparativa Crossover intermedie: divertimento e chilometri 

La vedremo alla fine del 2020 e proporr&agrave; un rivisto front frame ed il Desmosedici Stradale da quasi 190 CV rivisto nella erogazione per declinarlo alla nuova sport tourer

Due o tre cose che sappiamo sulla nuova Ducati Multistrada V4

Cavallo di razza. Era il 2006 quando Ducati svel&ograve; al mondo la Desmosedici RR, di fatto la prima MotoGP a montare targa e fari ed a scendere &quot;su strada&quot;. Era la replica omologata della moto con la quale Loris Capirossi arriv&ograve; terzo nel mondiale MotoGP. Un mondiale sugellato dalla storica affermazione di Troy Bayliss a Valencia (con Loris secondo) nell&#39;ultimo appuntamento stagionale. La Desmosedici RR era un&#39;autentica meraviglia per gli occhi degli appassionati che restavano imbambolati (e lo fanno ancora oggi) di fronte ad un gioiello su due ruote con motore V4 in grado di erogare una potenza di ben 200 CV a un regime di 13.800 giri/min con una coppia massima di 116 Nm a 10.500 giri/min per un peso a secco (dichiarato) di 171 Kg. Tra le peculiarit&agrave; della D16 RR spiccavano, oltre a linea e telaio a traliccio che arrivavano dalla moto da gara, le bocche dello scarico che sbucavano nella parte superiore del codone. Un autentico must per questa moto che venne realizzata in serie limitata dal 2006 al 2008 per un prezzo di circa 60.000 Euro. Un affare, a ben vedere.  Nel 2007, nel corso del nostro test sul tracciato del Mugello, scrivevamo cos&igrave;:  Confuso dal rumore, dall&rsquo;erogazione del motore, dalla sua risposta ai comandi del gas e dalla sua forza, nonche? dal feeling con la ciclistica, ancora prima della fine del primo giro ero praticamente convinto di essere alla guida della GP6 ufficiale provata a Valencia, dopo la mitica cavalcata di Troy Bayliss e Loris Capirossi!    E&#39; proprio lei! Stesso carattere, stesso incedere, stesse caratteristiche di guida. La Desmosedici RR non &egrave;&nbsp;una replica, ma il muletto della moto ufficiale di Loris Capirossi del 2006, solo addolcito in tutte le componenti, per renderlo pi&ugrave;&nbsp;comprensibile, facile e divertente per noi esseri umani. S&igrave;, se non sapessi che quando ci fanno provare le MotoGP ce le lasciano usare con una mappatura pi&ugrave;&nbsp;dolce e gestibile rispetto ai piloti ufficiali (e anche magari con un migliaio di giri in meno di motore), potrei anche pensare che sulla Desmosedici RR non hanno dovuto lavorare tanto per mettere a punto l&rsquo;elettronica. Vien da pensare che abbiano semplicemente usato quella da gara da bagnato e... voil&agrave;: il gioco &egrave;&nbsp;fatto!    Ducati Desmosedici RR: andare piano? Non &egrave; il suo pane  Duecento cavalli con la mappatura racing e lo scarico aperto da 102 db. A tanto arrivano le dichiarazioni Ducati e tanti sembrano davvero i cavalli disponibili, anche se la fasatura a scoppi irregolari rende piacevolmente amichevole l&rsquo;erogazione del quattro cilindri di Borgo Panigale. Borbotta con voce sicura gi&agrave;&nbsp;al minimo, e accompagnato un po&rsquo; con la frizione nella corsia box (le prime marce sono lunghe, come si conviene ad una vera racer) chiede subito gas al polso destro.    Non ce la fai a guidare piano. Anche se l&rsquo;erogazione della potenza &egrave;&nbsp;fluida, corposa gi&agrave;&nbsp;a 3-4.000 giri, lo porti immediatamente a 9-10.000, non tanto per accontentare il motore e gratificare i tuoi sensi con la rumorosit&agrave;&nbsp;di scarico, quanto perch&eacute;&nbsp;&egrave;&nbsp;la ciclistica a richiederlo. La Desmosedici non ama andare piano. Pu&ograve;&nbsp;farlo, per carit&agrave;, ma non &egrave;&nbsp;il suo pane. Finch&egrave;&nbsp;non forzi il ritmo, finch&egrave;&nbsp;non fai cantare il motore oltre i 10.000 giri, finch&egrave;&nbsp;non forzi gli inserimenti, non si rivela per quel purosangue che &egrave;.&nbsp;  Il primo giro al Mugello, oltre che per riconoscerne il DNA anche da dettagli che solo le GP progenitrici ci avevano mostrato (come ad esempio un certo calore che si manifesta sulle manopole...) &egrave;&nbsp;servito proprio a capire che, come per tutte le moto da corsa, bisogna chiederle molto, per godersela.&nbsp;  Ducati Desmosedici RR: purosangue racer  Forzando con coraggio la frenata, ad esempio, scopri la potenza strabordante dell&rsquo;impianto Brembo e la sua ammirevole modulabilit&egrave;, cos&egrave;&nbsp;come viene fuori un sistema antisaltellamento da leccarsi i baffi: se i sensi e i riflessi sono rimasti abbastanza svegli dopo lo scollinamento in sesta piena sul retilineo del Mugello che ti proietta ad oltre 300 indicati verso la staccata della San Donato, puoi anche buttar gi&ugrave;&nbsp;brutalmente quattro marce senza paura che la RR si scomponga in staccata, e scoprire quindi quel suo scendere in piega aggressivo e determinato che solo le vere racer possono vantare.    Quando con le moto standard pensi di aver gi&agrave;&nbsp;finito la piega, qui devi ancora cominciare. Usando l&rsquo;andatura di una moderna sportiva stradale come pietra di paragone entri sempre piano, scopri ad ogni curva che potevi osare di pi&ugrave;, che la risposta ai tuoi comandi &egrave;&nbsp;tanto veloce e sicura, che quella frenata poteva essere ritardata ancora di un metro, che quelle sospensioni e quel telaio ti potevano permettere di esplorare linee pi&ugrave;&nbsp;spinte, che quella discesa in piega poteva essere dettata pi&ugrave;&nbsp;tardi, sfruttando una traiettoria migliore, che quelle gomme hanno ancora margine da sfruttare e richiedono una guida decisa... Insomma, la solita storia di quando un motociclista qualunque prova una vera moto da corsa... Per due giri o anche pi&ugrave;&nbsp;ci si sente cretini, troppo lenti a centro curva, troppo interni di traiettoria, troppo &ldquo;timorosi&rdquo; nell&rsquo;aprire il gas in uscita.  Ducati Desmosedici RR: cavalli tanti, ma li senti in pugno  Non ha controlli elettronici la Desmosedici, eppure offre una messa a punto dell&rsquo;erogazione cos&igrave;&nbsp;gustosa che ti senti comunque in pugno tutti i cavalli e arrivi presto alla soddisfazione di tenere spalancato completamente il gas non appena le ruote cominciano a raddrizzarsi in uscita.&nbsp;  Fuori dalle esse e dai curvoni del Mugello ci ha regalato fiondate gustose e dolcissime, con il posteriore che non si accucciava mai troppo sull&rsquo;ammortizzatore e l&rsquo;anteriore che non galleggiava mai tanto da rendere imprecisa la guida, anche quando, una marcia dopo l&rsquo;altra in sequenze cos&igrave;&nbsp;rapide che solo le accelerazioni dei motori da corsa sanno garantire, ci siamo presi la confidenza di far cantare il quattro cilindri intorno ai 14.000 giri (il limitatore &egrave;&nbsp;a 14.200). Esci dalla Bucine in terza e prima del traguardo sei gi&agrave;&nbsp;in sesta a 290 indicati, per arrivare a quasi 300 effettivi prima della staccata con ancora un 7-800 giri utili da usare...  Il bello &egrave;&nbsp;che tutto questo non lo fai avendo tra le mani una moto ruvida e spartana messa a posto solo per girare in pista, bens&igrave;&nbsp;con una splendida stradale che anche nelle finiture e nelle lavorazioni vale tutti i 60.000 Euro richiesti.  Rewind: MV Agusta F4 Serie Oro, arte in movimento 

Nel 2006 Ducati stup&igrave; il mondo con la Desmosedici RR, la prima MotoGP a scendere &quot;su strada&quot;. Motore, telaio e linee erano di fatto quelli della moto portata in gara da Loris Capirossi

Rewind, Ducati Desmosedici RR: la forza della MotoGP

Il pilota Ducati ha partecipato all'inaugurazione della nuova attrazione nell'area di Mirabilandia dedicata alle Rosse di Borgo Panigale

Pirro show in sella alla Desmo Race - IL VIDEO

Aperto al pubblico dal 25 luglio, il primo duelling coaster interattivo a doppio binario fa il suo ingresso nella nuova area di Mirabilandia dedicata alle Rosse di Borgo Panigale. Ecco una gallery delle foto più belle della serata 

Ducati World, arriva Desmo Race - LE FOTO

Appena un anno fa vi avevamo dato la notizia dell&rsquo;inizio dei lavori. Poi, in primavera, Ducati World ha finalmente aperto i battenti e preparato Mirabilandia a un&rsquo;estate a tutta velocit&agrave;. Si tratta della prima area tematica ispirata a un brand motociclistico inserita all&rsquo;interno di una struttura del genere.  L&rsquo;ULTIMA NOVIT&Agrave; &ndash; Proprio ieri sera, l&rsquo;area del parco divertimenti di Ravenna dedicata alle Rosse di Borgo Panigale ha inaugurato una nuova, spericolata, attrazione: Desmo Race. Si tratta del primo duelling coaster interattivo a doppio binario composto da una moto per due persone che simula la guida di una Panigale V4. L&rsquo;adrenalina non finisce qui perch&eacute;, lungo due tracciati paralleli, i temerari piloti potranno sfidarsi. E proprio come sulla pista, chi guida sar&agrave; impegnato ad accelerare e frenare, tra curve e rettilinei. Anche i piccoli, da 6 anni in poi, potranno emulare i propri idoli e salire in sella a Desmo Race.    OSPITI D&rsquo;ECCEZIONE &ndash; L&rsquo;inaugurazione della nuova attrazione &egrave; stata una vera e propria secret opening, dalle 23 all&rsquo;una di notte. E chi si &egrave; divertito proprio come un bambino &egrave; stato il pilota Ducati Michele Pirro, il primo a provare Desmo Race. Leit motiv della serata: magliette rosse in omaggio per celebrare il brand e la sua area all&rsquo;interno di Mirabilandia.  &ldquo;Come gi&agrave; in altre occasioni, Mirabilandia fa la storia, non la segue &ndash; ha affermato Riccardo Marcante, Direttore Generale Mirabilandia &ndash;. Desmo Race &egrave; un coaster unico al mondo, non solo per le sue caratteristiche tecniche (due moto che gareggiano lasciando al pilota la libert&agrave; di accelerare o frenare), ma soprattutto per le emozioni che regala a tutto il pubblico. Potevamo scegliere un coaster pi&ugrave; alto e pi&ugrave; lungo, abbiamo scelto una attrazione che permetter&agrave; a grandi e piccoli di divertirsi alla stessa maniera in sella ad una Ducati. Insomma, proprio come abbiamo sempre detto: non dovrai aspettare di diventare grande&rdquo;.    LE ALTRE ATTRAZIONI &ndash; Oltre alla nuovissima Desmo Race, sono tante le attrazioni di Ducati World. Dal Diavel Riding al Kiddy Monster, dedicato totalmente ai pi&ugrave; piccoli, dall&rsquo;Experience Buildign tra simulatori e modelli da ammirare alla Motion Sphere, esperienza immersiva al 100%. Da oggi, inoltre, il pubblico potr&agrave; divertirsi anche con Scrambler Run, gioco ispirato all&igrave;&rsquo;iconico Scrambler Ducati. 

Inaugurata ieri con una secret opening, la nuova attrazione dell&rsquo;area dedicata alle Rosse di Borgo Panigale all&rsquo;interno di Mirabilandia ha gi&agrave; riscosso un gran successo. Si tratta del primo duelling coaster interattivo a doppio binario composto

Ducati World: l&rsquo;ultima novit&agrave; si chiama Desmo Race

&nbsp;  Ducati lancia la Scrambler 400: si chiama Sixty2 e riprende linee e molti contenuti della sorella maggiore. E&#39; facile, divertente e bella. Costa 7.690 Euro ed &egrave; gi&agrave; disponibile nelle concessionarie  Un tempo inclemente ha rovinato il nostro test ma ci ha permesso di scoprire con assoluta certezza quanto la nuova Scrambler 400 sia una moto facile e divertente da guidare, anche in condizioni avverse... Merito del motore: il bicilindrico desmo da 41 cavalli non mette in apprensione ma regala piacevoli sensazioni grazie ad una erogazione dolce ma corposa e ad un notevole allungo; la vera anima della Sixty2 si coglie per&ograve; in ambito urbano dove il poco peso e l&#39;efficiente ciclistica vengono incontro anche negli spazi pi&ugrave; angusti. Le differenze con la Scrambler 800 sono importanti, ma lo spirito &egrave; rimasto intatto. La piccola bolognese ha un impianto frenante semplificato e non meno sicuro: l&#39;ABS a due canali fa parte della dotazione di serie e nonostante il singolo disco e la pinza a due pistoncini, potenza e modulabilit&agrave; non mancano mai. Le differenze con la primogenita non si fermano qui: la forcella &egrave; a steli tradizionali e il mono ha una taratura appositamente studiata. La Sixty2 &egrave; infatti pi&ugrave; morbida e confortevole della &quot;800&quot; ma non meno stabile e non meno divertente. Certo, la spinta del bicilindrico &egrave; ridotta ma il piacere di guida, anche nei tratti misti, &egrave; ad alti livelli... Anche in questi frangenti l&#39;agilit&agrave; della moto rende la danza particolarmente ritmata e la tenuta di strada (assicurata dai Pirelli MT60) &egrave; molto elevata. Il downsizing del pneumatico posteriore (calato da 180 mm a 160) non ha diminuito la confidenza, anzi.&nbsp; A livello estetico la Scrambler 400 Sixty2 riprende forme e proporzioni della &quot;800&quot;: il serbatoio in acciaio &egrave; sprovvisto delle guance laterali ma la forma a goccia &egrave; stata mantenuta. Lo stesso vale per la comoda posizione di guida, buona parte delle sovrastrutture e anche la strumentazione, del tutto identica a quella debuttata sulla &quot;grande&quot;. Anche il prezzo (purtroppo) non &egrave; molto distante: 7.690 Euro. Non poco, ecco.&nbsp; 

Si chiama Sixty2 ed &egrave; la nuova Scrambler 400 di Ducati. Bella, facile e divertente, &egrave; pensata per i giovani i ogni et&agrave;

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