La crisi data dalla fortissima inflazione inghiotte l&rsquo;Italia e con s&eacute; i milioni di cittadini costretti ad affrontare i rincari di generi alimentari, bollette e carburanti. Il Paese &egrave; in piena emergenza e il Governo rimane a guardare come se il problema non lo riguardasse: Roberto Di Vincenzo, presidente di Fegica Cisl, si unisce alle denunce dei giorni scorsi del Codacons.  Soluzioni immediate  &ldquo;Se il caro bollette mette in ginocchio le famiglie, il caro carburanti&nbsp;(con la benzina che al Servito &egrave; arrivata a pi&ugrave; di 2 euro al litro) &egrave; in grado di produrre un ulteriore effetto domino sui prezzi alla distribuzione di ogni genere e quindi sull&rsquo;inflazione. Mettere sotto controllo i prezzi dei carburanti non &egrave; solo necessario, ma &egrave; possibile da subito&rdquo;, ha commentato il leader di una delle pi&ugrave; grandi federazioni di gestione di impianti distributori. L&rsquo;idea &egrave; quella di tornare ad un controllo da parte del Governo in caso di comportamenti speculativi, cos&igrave; come accadeva prima del 1991 in Italia. Il problema principale riguardo questa soluzione &egrave; che l&rsquo;innalzamento dei prezzi dei carburanti &egrave; dovuto a quotazioni internazionali, per le quali il nostro paese rimane dipendente o meglio succube. A causa dell&rsquo; assenza di regole, hanno fatto ingresso nel settore carburanti clandestini i quali non versano di conseguenza alcun denaro all&rsquo;erario, per un ammontare di circa 12 miliardi di euro.  Intanto, mentre il Governo &ldquo;scarica il barile&rdquo; sull&rsquo;Europa, i cittadini continuano a subire l&rsquo;impennata dei prezzi in ogni settore. In Italia si registrano un milione di nuovi poveri, gi&agrave; messi in ginocchio dalla pandemia e ora completamente in balia degli aumenti dei prezzi. Fino a dove si dovr&agrave; arrivare per far s&igrave; che chi &egrave; ai vertici ci si rimbocchi le maniche per salvare quel che pu&ograve; ancora essere salvato?  CARO CARBURANTI, RADDOPPIATO IL PREZZO IN 20 ANNI 

Continuano le proteste per i rincari dei prezzi di benzina e Diesel, una situazione allarmante che va ad aggiungersi all&#39;aumento delle bollette e dei generi alimentari. L&#39;Italia &egrave; sempre pi&ugrave; in difficolt&agrave;

Caro carburanti: i benzinai insorgono ma il Governo rimane impassibile

        Le minacce dei benzinai a fine marzo e poi lo sciopero delle aree di servizio autostradali avvenuto lo scorso 13 e 14 maggio. Il coronavirus ha messo a dura prova anche questa categoria di lavoratori che, in questi mesi, ha chiesto aiuto a gran voce. La denuncia, rilasciata attraverso le organizzazioni, parla di &ldquo;condizione di emergenza economica e sanitaria nella quale continuano ad essere lasciate le imprese di gestione&rdquo;. Adesso, &egrave; in arrivo un aiuto per tutti i piccoli benzinai che hanno garantito il servizio in autostrada durante l&rsquo;emergenza. Cosa prevede il decreto Rilancio Tra le tante misure messe in atto dal decreto Rilancio, sono previsti anche 4 milioni per un contributo &ldquo;commisurato ai contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti sulle retribuzioni da lavoro dipendente corrisposte nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020&rdquo;. A chi &egrave; destinato questo aiuto? Non ai distributori gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere o a quelli che hanno in gestione unitaria &ldquo;attivit&agrave; petrolifere e di ristorazione&rdquo;, bens&igrave; alle microimprese e alle piccole e medie imprese. Una boccata d&rsquo;aria dopo questi lunghi mesi difficili. L'Editoriale del Direttore: chi si ferma &egrave; perduto!       

Il contributo &egrave; destinato alle microimprese e alle piccole e medie imprese che hanno garantito il servizio in autostrada durante l&rsquo;emergenza

Decreto Rilancio, boccata d’aria di 4 milioni ai piccoli benzinai

        Il nemico invisibile Coronavirus miete le sue vittime e s&rsquo;insidia all&rsquo;interno della societ&agrave; e dell&rsquo;economia italiana, logorando rapporti, accordi ed equilibri fondamentali per il normale (anche se normale non &egrave; la parola adatta in questo momento) funzionamento del nostro Paese. Tanti fronti su cui combattere e, proprio ieri, se n&rsquo;&egrave; aggiunto un altro, quello dei benzinai. La categoria, tramite i suoi sindacati rappresentanti ha annunciato uno sciopero degli impianti di rifornimento a partire dalla notte di mercoled&igrave; 25 marzo, &ldquo;Da soli, non siamo pi&ugrave; nelle condizioni di assicurare sicurezza sanitaria e sostenibilit&agrave; economica del servizio&rdquo;. Si sono sentiti &ldquo;dimenticati&rdquo;, abbandonati da un governo che ha lasciato aperte solo le attivit&agrave; essenziali, proprio come loro, ma non si &egrave; preoccupato di supportarli in questo drammatico momento, come per esempio fornirli di guanti e mascherine. Da queste loro premesse, &egrave; partita la volont&agrave; di scioperare e chiudere le stazioni di rifornimento, prima quelle delle autostrade (compresi raccordi e tangenziali) e poi, man mano, anche quelle della viabilit&agrave; ordinaria. Le risposte non si sono fatte attendere: dal Governo, dal Garante per gli scioperi, da Confcommercio e Conftrasporto. Ma lo sciopero si far&agrave; davvero? Possibile che venga messo a rischio il trasporto di merci essenziali? Il Coronavirus ispira la Italian Resilience di FMW Motorcycles Blocco merci essenziali Il rischio che si blocchi il trasporto di merci essenziali &egrave; chiaramente la conseguenza pi&ugrave; grave che potrebbe accadere. Risultato? Paralisi del Paese. Soluzione limite a cui il Governo sta cercando di non arrivare. A questo proposito &egrave; intervenuto con forza il Garante per gli scioperi dei servizi pubblici che, poche ore dopo dall&rsquo;annuncio dei sindacati Faib, Fegica e Figisc/Anisa, ha invitato a revocare la serrata e &ldquo;fino al 30 marzo 2020 a non effettuare scioperi che coinvolgano i servizi pubblici essenziali, dal momento che essi non farebbero altro che aggravare la condizione dei cittadini&rdquo;. Non &egrave; rimasto in silenzio nemmeno il Premier Conte che, ieri sera, con una conferenza straordinaria per spiegare alcuni punti del nuovo decreto ha detto &ldquo;Stiamo facendo aggiustamenti coinvolgendo sindacati che a volte non sono rimasti soddisfatti. Mi auguro che non ci sia uno sciopero, il Paese non se lo pu&ograve; permettere. Vale anche per i carburanti, sar&agrave; assicurato il rifornimento&rdquo;. Un discorso che ha interessato anche il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli la quale, prosegue il Premier, &ldquo;adotter&agrave; un'ordinanza che consentir&agrave; di regolamentare l'orario di apertura in modo da assicurare il rifornimento di carburante in tutta la penisola e questo &egrave; un modo per venire incontro ad alcune istanze&rdquo;. Mercato moto, previsioni non incoraggianti per il 2020 Cosa chiedono i gestori Alla richiesta di revocare la serrata, i sindacati hanno risposto che non si tratta esattamente di uno sciopero: in realt&agrave; &egrave; un&rsquo;esigenza dettata dalla &ldquo;impossibilit&agrave; di garantire il servizio&rdquo;. Parlano di mancanza di liquidit&agrave; per chi gestisce una pompa di benzina: &ldquo;Le aziende petrolifere si sono totalmente disinteressate al fatto che non &egrave; possibile scaricare tutto l&rsquo;onere sulle micro-imprese&rdquo;, afferma Alessandro Zavalloni, segretario generale della Fegica Cisl. &ldquo;Si rischia di chiudere perch&eacute; stanno esaurendosi le scorte sottoterra, non abbiamo liquidit&agrave; per acquistare e le compagnie non portano il prodotto se non vengono pagate sull&rsquo;unghia. Chiediamo la sospensione temporanea del pagamento del prodotto&rdquo;. Serve un nuovo accordo Il calo del fatturato dichiarato dai sindacati (si parla di un volume di affari ridotto dell&rsquo;85%) &egrave; una condizione comune a tutto il Paese. Ma a questo si aggiunge anche il calo generalizzato e internazionale del prezzo del petrolio. &Egrave; emergenza. &Egrave; emergenza ovunque, questo &egrave; chiaro e lampante. Servono accordi: i 100mila &ldquo;dimenticati&rdquo; svolgono un ruolo essenziale, oggi pi&ugrave; che mai. Chiedere tutele &egrave; legittimo, soprattutto in questo momento di emergenza che stiamo vivendo. Ci sono categorie che, pi&ugrave; di altre, per il tipo di lavoro svolto corrono un rischio maggiore e ci sono categorie che, pi&ugrave; di altre, sono fondamentali per non collassare, come i gestori degli impianti di rifornimento. Questo significa che Governo e sindacati devono lavorare per trovare un accordo costruttivo per non far fermare la benzina del Paese: tra turnazioni, garanzia di self-service e maggiore tutela sanitaria, un equilibrio deve essere necessariamente trovato e lo sforzo deve essere da ambo le parti. Il nemico invisibile ha gi&agrave; vinto molte battaglie, ma solo uniti si pu&ograve; vincere la guerra. Coronavirus, prezzi carburante ancora in discesa       

La serrata annunciata a partire dalla notte del 25 marzo ha mosso il Governo. La priorit&agrave; &egrave; cercare un accordo con i sindacati per garantire il trasporto delle merci essenziali

Coronavirus, sciopero benzinai, Conte: "Il Paese non se lo può permettere"

In una nota congiunta, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno annunciato, a partire dalla notte di mercoled&igrave; 25 marzo, lo sciopero dei benzinai lungo le vie autostradali, compresi raccordi e tangenziali, e quelle ordinarie.  Coronavirus, prezzi carburante ancora in discesa  I MOTIVI DELLO STOP  I sindacati recriminano sul fatto che oltre 100.000 gestori di impianti di rifornimento carburante in tutta Italia abbiano continuato a lavorare regolarmente durante l&#39;emergenza Coronavirus senza alcun sostegno economico n&eacute; adeguata attrezzatura sanitaria, mettendo a rischio la propria salute. E il fatto di trovarsi l&igrave; dove sono sempre stati, proprio come avveniva prima della quarantena, li ha fatti diventare, &quot;invisibili, presenza data per scontata&quot;.  Il duro comunicato prosegue lanciando un&#39;accusa allo Stato, reo di aver ignorato la categoria e di non averla tutelata in maniera corretta. &quot;Noi non siamo certo eroi, n&eacute; angeli custodi, ma nessuno pu&ograve; pensare di continuare a trattarci da schiavi, n&eacute; da martiri. Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilit&agrave; di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non pu&ograve; essere scaricato addosso l&rsquo;intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilit&agrave; economiche e rendite, si ostinano ad ignorare. Noi, da soli, non siamo pi&ugrave; nelle condizioni di assicurare n&eacute; il necessario livello di sicurezza sanitaria, n&eacute; la sostenibilit&agrave; economica del servizio&quot;.  &quot;CHIEDETE CONTO AL GOVERNO&quot;  &quot;Di conseguenza - puntualizzano - gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoled&igrave; notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via,tutti gli altri anche lungo la viabilit&agrave; ordinaria. Correremo il rischio dell&rsquo;impopolarit&agrave; e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo n&eacute; voglia, n&eacute; la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono. Chi volesse approfondire pu&ograve; chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio&quot;.  Coronavirus, nuovi orari officine e meccanici 

I gestori degli impianti di rifornimento&nbsp;su&nbsp;autostrade e&nbsp;vie ordinarie si fermeranno a partire dalla notte di mercoled&igrave; 25 marzo: &quot;Noi invisibili e ignorati&quot;

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