        Vi avevamo lasciati con l'anteprima dell'ultima sfida che aveva lanciato Metzeler, insieme a BMW: stabilire il nuovo nuovo record di altitudine in sella ad una moto e il record di massimo dislivello raggiungibile in meno di 24 ore partendo dal mare. Il teatro scelto per affrontare l'impresa &egrave; il deserto dell'Atacama, al confine tra Cile e Argentina.&nbsp; BMW R 1300 GS Trophy: la compagna di viaggio adatta Per battere il record i piloti hanno potuto contare sulla BMW R 1300 GS nella versione Trophy di serie, quella pi&ugrave; votata all&rsquo;off-road, equipaggiata con i pneumatici Metzeler Karoo 4, coperture estremamente versatili progettate per affrontare al meglio sia il fuoristrada pi&ugrave; impegnativo che l&rsquo;asfalto.&nbsp; Per stabilire il record, il team ha definito un programma di acclimatamento iniziale di una settimana e arrivati a Bahia Inglesa, la spedizione si sposter&agrave; a Copiap&ograve;, la capitale della regione dell&rsquo;Atacama in Cile. Lungo il percorso saranno allestiti tre campi base, il primo a 2.500 m, il secondo Laguna Santa Rosa a 3.500 m di altitudine e il successivo a Laguna Verde a 4.500 m vicino al confine con l&rsquo;Argentina. Per prevenire qualsiasi difficolt&agrave; i piloti sono seguiti, anche in alta quota, da un&rsquo;equipe di medici specializzati a bordo di veicoli 4x4 che monitorano costantemente le loro condizioni fisiche tenendo soprattutto sotto controllo attraverso saturimetri, il livello di ossigenazione del sangue, e per le emergenze ci saranno sempre a disposizione bombole di ossigeno. Dai precedenti tentativi svolti in passato &egrave; noto che la parte pi&ugrave; difficile da affrontare sar&agrave; proprio quella finale, che dall&rsquo;ultimo campo base a 4.500 m prevede una salita di ulteriori 1.500 m. &laquo;La parte pi&ugrave; dura mi aspetto che saranno gli ultimi 100 metri &ndash; precisa Pradelli &ndash; visto che non ci sar&agrave; da seguire una vera strada, ma dovremo affrontare sentieri paragonabili a quelli alpini, e guidare una maxienduro bicilindrica in quelle condizioni non sar&agrave; affatto semplice: il fiato sar&agrave; corto, e sar&agrave; prezioso dosare al massimo le energie&raquo;. BMW R 1300 GS Trophy: la preparazione di moto e piloti L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di arrivare tutti insieme in vetta e per questo nei mesi di preparazione tutti i piloti si sono duramente allenati in palestra per aumentare la forza, la preparazione aerobica e cardio. Inoltre, per cercare di replicare le condizioni estreme in cui saranno costretti a guidare ognuno di loro si &egrave; messo alla prova. &laquo;Ho cercato di andare il pi&ugrave; possibile in quota, in Italia &egrave; impossibile raggiungere quelle altezze, ma per allenarmi ho affrontato la salita che va dal Passo Fedaia alla vetta della Marmolada arrivando a 3.340 metri facendo sci-alpinismo&raquo;. Oltre a temprare il proprio fisico, anche la BMW si &egrave; allenata. &laquo;Ho portato la R 1300 GS su percorsi estremi, pi&ugrave; adatti ad una leggera monocilindrica che a una maxi adventure, e l&igrave; sono rimasto sorpreso. &Egrave; incredibilmente agile per le sue dimensioni e ti stupisce perch&eacute; ha molta aderenza e sale ovunque, il passo in avanti fatto su questa moto &egrave; notevole, rispetto alla 1250, che conosco molto bene, &egrave; veramente un altro pianeta!&raquo;.  Il gruppo si riunisce: tutto &egrave; pronto per partire A pochi giorni dal via, prima che moto e attrezzature venissero spedite, tutto il team si &egrave; riunito in Sicilia nel quartier generale Pirelli-Metzeler di Giarre, per poi spostarsi sulle pendici dell&rsquo;Etna per le prove generali. L&igrave;, oltre a migliorare il feeling con le moto, aver testato e messo a punto i vari setting, utilizzato i pneumatici a diverse pressioni, i piloti sono stati sottoposti a visite mediche dall&rsquo;equipe del professor Marco Barbanti, cardiologo con una cattedra all&rsquo;Universit&agrave; di Enna &ldquo;Kore&rdquo; che ha verificato lo stato di salute di cuore e polmoni, che saranno messi a dura prova nella salita. &laquo;Abbiamo cercato di riprodurre sull&rsquo;Etna quello che potremmo trovare nell&rsquo;ultima parte del percorso&raquo; ci racconta Salvo Pennisi che aggiunge: &laquo;Il terreno che ci attende in vetta sar&agrave; roccioso e sabbioso con molta ghiaia e roccia vulcanica leggera, quindi molto simile a quello su cui ci siamo allenati qui. Per questo siamo pronti!&raquo;. Oltre all&rsquo;aria rarefatta e al terreno difficile che metter&agrave; alla prova uomini e moto, un&rsquo;altra insidia che dovranno affrontare sar&agrave; rappresentata dal vento, spesso a raffiche, che potrebbe portare la temperatura percepita fino a -35&deg;C, inoltre ci sar&agrave; anche la possibilit&agrave; di trovare neve lungo il percorso. Sar&agrave; dura, ma appassionante. Lascer&agrave; il segno! Ora non ci resta che aspettare: &ldquo;Riusciranno i nostri eroi a portare a casa i record?&rdquo;. La preparazione &egrave; stata minuziosa, ogni dettaglio &egrave; stato studiato, provato e messo a punto. Le premesse ci sono tutte e mentre scriviamo le moto e il team sono in volo verso il Cile&hellip; com&rsquo;&egrave; andata lo scoprirete prossimamente! InMoto dei gennaio &egrave; in edicola: anteprime e novit&agrave;!       

Quattro piloti in sella alle nuove BMW R 1300 GS Trophy equipaggiate coi Metzeler Karoo4 sono volati in Cile pronti per entrare nella storia

BMW, Metzeler e InMoto: insieme per sfidare il record ai confini del cielo

BMW, Metzler e Inmoto: insieme per sfidare il record ai confini del cielo

        In occasione dell&rsquo;Alpes Aventures Moto Festival, BMW ha presentato la nuova R 1250 GS Edition Spirit of GS. Si tratta di un&rsquo;edizione speciale (e limitata a 1.250 unit&agrave;), ispirata alle moto che solitamente vediamo nel GS Trophy e, purtroppo per noi, &egrave; destinata solo al mercato francese. Ma quali sono le differenze con la versione base? Le novit&agrave; Per quanto riguarda l&rsquo;aspetto tecnico, nessuna nuova. Versante estetico, invece, c&rsquo;&egrave; molto da dire, partendo dalla livrea: la base &egrave; la Triple Black, ma il risultato finale &egrave; ben diverso, perfetto per chi vuole un modello personalizzato. Grande protagonista &egrave; il colore arancione, lo si trova nei dettagli, ma sono quelli a fare la differenza e a dare pi&ugrave; carattere alla moto: arancione sui cerchi (a raggi neri); lungo le carenature; sui paramani in alluminio anodizzato dove si trova anche il nome della moto; il nome dell&rsquo;edizione, Spirit of GS, lo vediamo anche sullo stemma sagomato (in alluminio anodizzato, e sempre arancione) e con il numero di serie inciso a laser; il colore &egrave; infine nelle cuciture delle selle, serigrafate in linea con il telaio (nella sella del passeggero c&rsquo;&egrave; la cucitura GS a contrasto), e ispirate alla texture in rilievo dei componenti della serie di accessori Option 719. Completano il look parabrezza fum&egrave;, barre di protezione del motore e coppa para motore entrambe nere. Infine il prezzo: 27.900 euro. BMW S1000 RR, AGGIORNAMENTO PER IL 2023: PI&Ugrave; POTENZA MA POCHE MODIFICHE       

Ispirata alle moto che solitamente vediamo nel GS Trophy, la nuova edizione speciale verr&agrave; prodotta in 1.250 unit&agrave;

BMW R 1250 GS: serie limitata Spirit of GS ma solo per la Francia

        L&rsquo;appuntamento con l&rsquo;International GS Trophy 2022 &egrave; fissato per settembre prossimo, dal 4 al 10, in Albania. Per questa attesa edizione, come sempre organizzata da BMW, i 126 partecipanti saliranno in sella a una R 1250 GS che per l&rsquo;occasione &egrave; stata allestita in una speciale versione Trophy Competition. Vediamo come sar&agrave;. Le dotazioni per la competizione  Partiamo dal nuovo vestito&nbsp;bicolore Lightwhite uni/Gravityblue metallizzato opaco (che troveremo poi nel modello di serie 2023), a cui si aggiungono gli adesivi GS Trophy appositamente preparati. La moto &egrave; naturalmente pensata per l&rsquo;off-road, con modifiche specifiche per la competizione. Per esempio? Tutta una serie di protezioni per le varie parti: per motore e per i fari, oppure i tubolari a protezioni per le testate, oltre a un display TFT (anche questo dotato di protezioni contro cadute ed eventuali detriti). Sulla BMW R 1250 GS Trophy Competitio troviamo poi nuove pedane enduro e leve del cambio e del freno a pedale regolabili, ad hoc per la guida fuoristrada. L&rsquo;elenco delle dotazioni per la competizione continua e comprende ruote a raggi incrociati, pneumatici Metzeler Karoo 4, un parabrezza sportivo, la sella rally e il silenziatore Akrapovic. Infine, c&rsquo;&egrave; anche&nbsp; la borsa da serbatoio Adventure Collection da 5 litri che, sfruttando le cinghie di ancoraggio, pu&ograve; essere utilizzata come borsa posteriore.  BMW: ARRIVA IL SISTEMA CONNECTEDRIDE COM U1       

La Casa bavarese presenta la variante allestita appositamente per l&rsquo;International GS Trophy 2022, in programma dal 4 al 10 settembre in Albania

BMW R 1250 GS Trophy Competition, versione speciale da gara

        Salvatore Pennisi &egrave; a capo del reparto test di Metzeler e Pirelli nonch&eacute; responsabile tecnico e sempre in prima fila nel testare i prodotti che poi verranno commercializzati. Visto il suo ruolo non poteva mancare a un evento tanto importante quanto severo per i pneumatici: non a caso quelli installati sulle F 850 GS in Nuova Zelanda sono i Metzeler Karoo3, coperture di compromesso, adatte all&rsquo;asfalto e al fuoristrada pi&ugrave; o meno impegnativo.  &ndash; Salvo, &egrave; il tuo secondo GS Trophy dopo la Mongolia 2018. Cosa significa questo evento per Metzeler? "Nel GS Trophy, lasciamelo dire, si sublima un po&rsquo; la storia di quella amicizia e collaborazione tecnica che fa da sempre di BMW e Metzeler un binomio inscindibile. Dal 1980 c&rsquo;&egrave; stato sempre un pneumatico Metzeler studiato per ognuna delle GS che si sono succedute. Cosi come per ogni edizione del GS Trophy dal 2008 Metzeler ha sempre accompagnato BMW in questa avventura. Naturale che anche qui in Nuova Zelanda l&rsquo;onore di gommare le F 850 GS sia stato nostro". &ndash; Quarant&rsquo;anni di collaborazione e di presenza sulle GS, sulla serie forse di maggior successo di BMW Motorrad... "S&igrave;, una sfida tecnica lunga ormai quarant&rsquo;anni iniziata con i primissimi Metzeler Enduro 1/2 sviluppati proprio per la prima R 80 GS concepita dal mitico Lazlo Peres, che invent&ograve; di fatto il concetto di moderno enduro on-off, fino alla F 850 GS che abbiamo guidato in questa edizione del GS Trophy con le Karoo3".  &ndash; Un pneumatico che ci ha stupito per la versatilit&agrave; dimostrata tra asfalto, sterrati, pietraie, guadi e quant&rsquo;altro. Pi&ugrave; di 2.500 km in ogni condizione, dimostrandosi ancora abbastanza fresco all&rsquo;arrivo... "Le coperture utilizzate sono di normale produzione. Non ti nascondo che abbiamo testato versioni speciali. Eravamo un po&rsquo; preoccupati dal livello di severit&agrave; che ci aspettava qui in Nuova Zelanda e che i tecnici BMW ci avevano sottolineato, ma dopo pesantissimi test di confronto svolti anche da me personalmente tra la Sicilia (ai quali abbiamo partecipato anche noi di In Moto n.d.r.), la Tunisia e l&rsquo;Islanda, con la piena collaborazione di BMW, ci siamo resi conto che il Karoo3 di serie aveva tutte le carte in regola per affrontare anche questa sfida".       

Le BMW F 850 GS impiegate nella avventura in Nuova Zelanda erano equipaggiate con i Karoo3. Ne abbiamo parlato con Salvatore Pennisi capo del reparto test e responsabile tecnico di Metzeler e Pirelli

BMW GS Trophy: i pneumatici impiegati

        Il team italiano &egrave; stato uno dei protagonisti del BMW GS Trophy contendendo al Sudafrica e alla Francia il primo posto finale della classifica generale. Una sfida che si &egrave; consumata prova dopo prova, chilometro dopo chilometro per otto intensi giorni(link al servizio precedente). Alberto, Federico e Michele, sono usciti vincitori dalle selezioni del 2019 cui hanno aderito centinaia di candidati. E hanno fatto squadra, si sono divertiti, hanno combattuto. Ecco le loro parole. Federico De Angelis: che gusto! &ldquo;Enjoy! Ho finalmente capito il significato di questa parola in Nuova Zelanda. Cos&igrave; &egrave; stato! Me la sono proprio goduta questa fantastica esperienza! Dalle storpiature dei simpaticissimi coreani... Paparotti e pizza ai pepperoni... alle mangiate di polvere, dalle tende fradice alle 5 di mattina alle derapate sulle spiagge oceaniche, dalle delusioni delle prove sbagliate all&rsquo;esultanza di quelle inaspettatamente fatte bene, dagli spazi infiniti alla maestosit&agrave; della vegetazione. Potrei non finire mai di esprimere la grandezza di questo luogo e di questo evento!  E poi lo spirito di squadra completato dalla presenza del nostro giornalista che non volevano far entrare in Nuova Zelanda (forse facevano anche bene!) ma che dopo mille peripezie ci ha raggiunto al secondo giorno... &egrave; stata la ciliegina sulla torta, insieme alla competizione con gli atri team di tutte le nazioni. Un unico grande gruppo con lo scopo di godersi questa avventura! Enjoy!&rdquo;. Alberto Ballardin: che meraviglia l'Oceano Pacifico! &ldquo;Once in a lifetime experience... BMW aveva proprio ragione! Il GS Trophy in Nuova Zelanda &egrave; stata la pi&ugrave; bella esperienza che io abbia fatto, nonostante abbia partecipato a tante entusiasmanti gare e altrettanti meravigiosi viaggi. Ma mai una gara con al suo interno un viaggio! La location ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nel rendere questo evento ancora pi&ugrave; indimenticabile, sbucare improvvisamente in riva all&rsquo;oceano senza vedere presenza umana a perdita d&rsquo;occhio non ha prezzo. Solo io e la moto. Per quanto riguarda i paesaggi che mi hanno affascinato di sicuro tra i primi posti metterei proprio gli scorci sul Pacifico, uscire da una curva e trovarsi l&rsquo;infinit&agrave; di fronte un po&rsquo; ti stordisce da quanto &egrave; bello!  Per non parlare delle albe e dei tramonti, una pi&ugrave; bella dell&rsquo;altra! Uno dei momenti in cui mi sono divertito di pi&ugrave; &egrave; sicuramente stata quella mezz&rsquo;ora passata in spiaggia a fare derapate infinite... Per quanto riguarda i rapporti con il team sono rimasto pi&ugrave; che soddisfatto. Era forse l&rsquo;aspetto che pi&ugrave; mi preoccupava, passare due settimane a stretto contatto e in condizioni di stress con due persone che non conoscevo bene non era facile. Invece la squadra ha funzionato molto bene, ci siamo sempre dati una mano e supportati (anche sopportati) alla grande! Un&rsquo;altra cosa nuova per me, che mi rimarr&agrave; impressa nei ricordi, sono le cene con tutte le squadre, un momento molto divertente per scambiare opinioni e aneddoti della giornata e fare nuove amicizie&rdquo;. Michele Pradelli: difficile tornare alla normalit&agrave; &ldquo;Sono fisicamente rientrato in Italia da poco dopo, circa 30 ore di viaggio e sto cercando di ripristinare i miei bioritmi decisamente sfasati dal jet lag di ben 12 ore. Il mio spirito &egrave; ancora immerso nella magica avventura chiamata GS Trophy: percorsi off-road incredibili, luoghi incontaminati, notti in tenda, nuovi amici che condividono le tue stesse passioni, prove difficili, inconvenienti da risolvere, laghi, montagne, oceano... &egrave; difficile tornare alla quotidianit&agrave;. Questo viaggio ha dato ossigeno alla fiamma dell&rsquo;avventura che brucia in me e non vedo l&rsquo;ora di organizzare al pi&ugrave; presto una nuova esplorazione in luoghi sconosciuti. Al GS Trophy si pu&ograve; prender parte una sola volta nella vita, e visto che io ho avuto la fortuna di entrare in questo meraviglioso mondo voglio darvi un consiglio: se siete appassionati di moto, viaggi e avventura fate di tutto per entrare nel team. Ne vale decisamente la pena!&rdquo;. BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera        

I PROTAGONISTI: Il team italiano &egrave; rimasto sempre nelle posizioni di vertice fino all'ultima prova. Non abbiamo vinto, ma ci&ograve; che importa &egrave; quello che &egrave; rimasto dentro ad Alberto, Federico e Michele

BMW GS Trophy 2020: il team italiano

Il viaggio &egrave; una componente essenziale dell&rsquo;esistenza. Una esigenza interiore prima ancora che reale necessit&agrave; fisica di spostarsi da un posto a un altro. Anche in quest&rsquo;ultimo caso frutto, in fin dei conti, di una esigenza interiore. Per una parte del genere umano il viaggio sublima in un&rsquo;esperienza esaltante quando sfocia in avventura. Certo, il tempo mitico degli esploratori &egrave; finito: ma questa tensione verso l&rsquo;imprevisto &ndash; qui affonda le radici il temine avventura &ndash; rimane palpabile.  Lo sanno bene in BMW che ogni due anni organizzano qualcosa che ha tutti i contorni della sfida, dell&rsquo;avventura appunto. &Egrave; il GS Trophy che per il 2020 ha trovato il suo baricentro in una terra lontana. Forse la pi&ugrave; lontana in assoluto per noi italiani: la Nuova Zelanda. Dopo la Mongolia, la Thailandia, il Canada (per non andare troppo indietro nel tempo) nel 2020 &egrave; toccato alle due isole del Pacifico occidentale, una terra che il film &ldquo;Il Signore degli Anelli&rdquo; ha saputo rappresentare nel massimo del suo splendore. Da qui, dalle infinite spiagge del Pacifico, dalle colline dell&rsquo;isola del nord, dai fiordi di quella a sud, &egrave; partita l&rsquo;avventura dei 22 team provenienti da 25 nazioni dei quattro continenti, selezionati l&#39;anno precedente.  Non &egrave; una gara di velocit&agrave;  Il GS Trophy &egrave; una competizione, ovviamente non &ldquo;velocistica&rdquo;: insomma, non vince chi arriva primo al traguardo. Vince la squadra pi&ugrave; abile, affiatata, completa, resiliente (un termine molto di moda di questi tempi...). Le regole del &ldquo;gioco&rdquo; sono semplici: il viaggio (che inizia nei pressi di Auckland per concludersi a Queenstown) &egrave; diviso in otto tappe mediamente da trecentocinquanta-quattrocento chilometri l&rsquo;una, quasi la met&agrave; in fuoristrada. Ciascuna, oltre alle molte ore di guida (in alcuni casi anche 10-12...), prevede almeno un paio di &ldquo;prove speciali&rdquo; di abilit&agrave; che assegnano punti: com&rsquo;&egrave; ovvio che sia, alla fine vince la squadra che ha fatto meglio, al netto delle penalit&agrave; assegnate per esempio per caduta o per qualsiasi danneggiamento alle F 850 GS.    Gi&agrave;, perch&eacute; &egrave; proprio la crossover di media cilindrata ad essere stata scelta quest&rsquo;anno per la Nuova Zelanda. Un po&rsquo; per cambiare rispetto all&rsquo;intramontabile R/GS usata in passato, un po&rsquo; perch&eacute; il suo cerchio di 21&rdquo; all&rsquo;anteriore &egrave; garanzia di efficacia su ogni tipo di terreno.  Gli &ldquo;special test&rdquo; dicevamo... sono gare che mettono gli equipaggi gli uni contro gli altri, una sorta di &ldquo;giochi senza frontiere&rdquo; della motocicletta: lunga la lista, si va dalle prove di guida a tempo in vari percorsi off-road (quasi dei fettucciati da gara di enduro), all&rsquo;orienteering nel bosco, passando per la sostituzione dei cerchi della moto, all&rsquo;avviamento del motore su sterrato a spinta, allo spostamento della moto a motore spento su fondo sabbioso. Prove che mettono a dura prova il fisico, le doti di guida e la tenuta psicologica del gruppo. Proprio qui, in quest&rsquo;ultimo aspetto, il GS Trophy trova la sua ragion d&rsquo;essere. Nel gruppo, quello di ogni singolo team, quello pi&ugrave; ampio, multietnico, colorato che si raduna tutte le sere sotto il tendone per la cena.  &nbsp;  &nbsp;  Un&#39;esperienza che ti cambia la vita  Una sorta di festa in cui tutti si sentono dei fortunati: perch&eacute; essere qui, in Nuova Zelanda, &egrave; per molti l&rsquo;occasione della vita. Come sostiene Jean Luc, uno dei tanti marshal che accompagnano gli oltre 90 piloti lungo le piste di quest&rsquo;angolo di pianeta, &ldquo;&egrave; un&rsquo;esperienza che ti cambia dentro&rdquo;. Che apre orizzonti, fisici e metafisici, nuovi. Forse Jean Luc esagera un tantino, di certo qualcosa di significativo rimane dentro, sepolto nel profondo, in chi &egrave; volato dall&rsquo;altra parte del mondo. Questo nonostante il GS Trophy sia tutto fuorch&eacute; una rilassante scampagnata tra amici.    &nbsp;  Il programma della &ldquo;giornata tipo&rdquo; &egrave; paramilitare: sveglia alle 5:30, qualche minuto per l&rsquo;igiene personale, smontaggio tenda e chiusura bagagli (da consegnare inderogabilmente entro l&rsquo;ora successiva al camion d&rsquo;appoggio), preparazione dell&rsquo;attrezzatura (casco, mascherina, interfono, camelback), colazione e partenza. Mai dopo le 8 per gli ultimi team. E il primo scoglio della giornata &egrave; proprio chiudere la borsa d&rsquo;ordinanza; rigorosamente una a testa! E dentro: tutto, dalla tenda al materassino al sacco a pelo, nonch&eacute; &ndash; giocoforza &ndash; il minimo necessario per sopravvivere una decina di giorni senza sembrare dei barboni. L&rsquo;altro aspetto interessante, passateci l&rsquo;eufemismo, sono le dieci-dodici ore in moto ogni giorno: nulla di particolarmente drammatico da un punto di vista della guida, certamente logoranti e alla lunga difficili da gestire. Perch&eacute; il disagio di dormire in tenda, vivere su un prato, o patire un po&rsquo; di freddo la notte, giorno dopo giorno si trasformano in fatica. Che si sente nelle ossa. Nelle ore di fuoristrada che, seppur leggero, &egrave; sempre fuoristrada.  Poi alla sera, se tutto &egrave; filato liscio, ecco la cerimonia opposta: borsa, tenda, doccia, cena... Il condizionale &egrave; d&rsquo;obbligo visto che basta una foratura, un cerchio piegato su una roccia, per ritardare l&rsquo;arrivo anche di un&rsquo;ora.  &nbsp;  &nbsp;  Met&agrave; del tempo in off-road  Nel mezzo, il viaggio. Una parola che ritorna sulla bocca di tutti i partecipanti, che si sedimenta nel profondo, che riemerge prepotente una volta tornati a casa, coccolati dalle comodit&agrave; domestiche. Basta un profumo, un sapore, un po&rsquo; di polvere ed ecco che la memoria riapre cassetti che pensavamo chiusi. Che contengono immagini, quelle delle praterie bruciate dal sole dell&rsquo;isola del nord, vittima di una siccit&agrave; che in Nuova Zelanda non si ricordava da tempo. E strade sterrate, infinite, con una stranissima conformazione a schiena d&rsquo;asino, tutte invariabilmente ricoperte da uno strato di ghiaia sottile che &ndash; sotto le ruote della F 850 GS &ndash; regalano una inquietante sensazione di instabilit&agrave; e di assoluta mancanza di aderenza. E viaggiare a 90-100 km/h in queste condizioni &egrave; tutto fuorch&eacute; rilassante... Non fosse altro perch&eacute; la traiettoria naturale della moto, appena ci si deconcentra un attimo, finisce sempre nel canale di scolo laterale alla strada. O, nella migliore delle ipotesi, in uno degli infiniti pascoli in mezzo alle pecore, vere protagoniste dell&rsquo;orizzonte terrestre neozelandese. Certo, c&rsquo;&egrave; anche l&rsquo;asfalto, quello che teoricamente permette di rilassarsi. Solo che con il relax arriva anche la stanchezza, quella che rende le palpebre pesantissime, quella che &ndash; dopo sei ore di guida ininterrotta &ndash; ti fa ciondolare la testa e dormire a occhi aperti. Una sensazione drammatica.    Poi, per&ograve;, giri l&rsquo;angolo e arriva il fresco respiro dell&rsquo;oceano. Quasi all&rsquo;improvviso, a ricordare che siamo in una terra lontana. Spiagge larghe, infinite, con onde gigantesche che sferzano una terra selvaggia. E le nostre moto che disegnano infinite derapate sul bagnasciuga: e un sorriso stampato in volto, sotto il casco, come bambini che hanno appena trovato una scatola di cioccolatini da mangiare. Una situazione che si &egrave; ripresentata pi&ugrave; di una volta lungo gli oltre 2.500 km, specialmente durante la guida nell&rsquo;isola del nord.  &nbsp;  &nbsp;  In vetta fino alla fine  Poi, dopo una drammatica sveglia alle 3:30, arriva il momento di traghettare a sud. E alla carovana del GS Trophy si disvelano panorami inediti: boschi, fiordi, montagne, verdi praterie tagliate da fiumi e mille corsi d&rsquo;acqua. Da gustare con gli occhi nella migliore delle ipotesi, da guadare quando il percorso lo richiede. Un percorso che si inerpica su sentieri pi&ugrave; tecnici, quasi delle mulattiere in certi casi, che richiedono un certo impegno al gruppo. E il team italiano, in questo, non &egrave; secondo a nessuno. Non a caso, nelle prove di guida pura, si &egrave; aggiudicato parecchi primi posti durante gli otto giorni. Segno che Alberto, Federico e Michele con il gas ci sanno fare in ogni circostanza. Un gruppo, quello tricolore, che ha saputo distinguersi anche per simpatia: ma su questo c&rsquo;erano pochi dubbi fin dall&rsquo;inizio, considerato il carattere aperto di noi italiani.    Una caratteristica che ha aiutato specialmente durante i trasferimenti che sono da affrontare insieme a un altro gruppo (che a rotazione cambia di giorno in giorno): e con l&rsquo;interfono che permette di comunicare &ldquo;live&rdquo; le situazioni divertenti non mancano. Specie nei momenti di difficolt&agrave;. Sentire le imprecazioni in giapponese, inglese, spagnolo, arabo... non ha prezzo. La classifica, negli otto giorni di competizione, racconta di una sfida serrata soprattutto tra i team sudafricano, francese e italiano, con qualche outsider a scompigliare le carte: una sfida che si &egrave; risolta al fotofinish, all&rsquo;ultima prova prima dell&rsquo;arrivo a Queenstown, quella che attribuisce punteggio doppio. E proprio sul finale, l&rsquo;Italia ha perso il secondo posto (che aveva mantenuto fino alla sera prima) a vantaggio dei transalpini. Primi i sudafricani.  &nbsp;  &nbsp;  Ma crediamo che nessuno dei partecipanti al GS Trophy abbia di che recriminare per una classifica ingiusta. Tornare a casa dopo aver realizzato un sogno va oltre qualsiasi sfida con il cronometro, con un team avversario. La settimana pi&ugrave; difficile &egrave; quella successiva al rientro a casa. Quando la vita torna ad essere quella di tutti i giorni, con la routine e gli orari da rispettare. Non quelli di una sveglia alle 5 per disfare un campo.    Ma quelli che impongono la cravatta o di timbrare un badge in ufficio. E durante il giorno lo sguardo corre alla finestra, a uno scampolo di orizzonte. E la memoria disegna vallate infinite, la polvere di uno sterrato, l&rsquo;aria che secca le labbra. E vien voglia di mollare tutto. Forse ha ragione Jean Luc: un&rsquo;esperienza cos&igrave; ti cambia la vita e ti fa vedere le cose sotto un&rsquo;altra luce.  Classifica finale   1. South Africa 394  2. France 382  3. Italy 380  4. Netherlands 375  5. South Korea 361  6. Latin America 355  7. Brazil 335  8. Russia 316  9. Mexico 295  10. Argentina 278  11. Middle East 268  12. Australia 264  13. USA 254  14. Nordic 246  15. UK 238  16. Thailand 222  17. Japan 218  18. Malaysia 208  19. India 200  20. Int. Female Team I 169  21. North Africa 146  22. nt. Female Team II 118 

Appena in tempo prima dell&#39;esplosione del Corona Virus, l&#39;avventura con BMW in Nuova Zelanda ci ha regalato emozioni, fatica, momenti indimenticabili. Un sogno da 2.500 km di curve, sterrati e panorami fiabeschi

BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera

        Sono stati giorni intensi, quelli trascorsi in Nuova Zelanda. Un'avventura che si &egrave; consumata in otto tappe con percorrenze medie di 400 km giornalieri, quasi la met&agrave; in fuoristrada. Una sfida in termini di fatica, logistica e prove da superare. La tempistica imposta dagli organizzatori &egrave; stata serrata, con sveglie mattutine alle 5, smontaggio del campo e tirate in sella di 10-12 ore senza troppe soste. Met&agrave; del tempo tra sassi e polvere. E alla sera rimontaggio della tenda e del campo. E qualche ora di sonno, giusto per riprendere le energie per il giorno successivo. BMW GS Trophy 2020: l'avventura tra due mondi Una comitiva di 22 team provenienti da 40 Paesi diversi pronti a sfidarsi in prove di abilit&agrave;, ma anche in grado di ridere e scherzare tutti assieme a cena alla sera. Un melting pot impolverato e spensierato, supportato da una organizzazione efficiente che ha portato oltre 100 persone da un capo all'altro della Nuova Zelanda, da Auckland a Queenstown, dall'isola del nord a quella del sud.  Due mondi distinti, che non sembrano appartenere allo stessa nazione, allo stesso emisfero: morbida e bruciata dal sole la prima, verde e affascinante la seconda. Quasi da favola. Non a caso &egrave; stata l'ambientazione del film &ldquo;Il Signore degli Anelli&rdquo;. Per noi, che l'abbiamo vista dalla sella di una motocicletta da enduro, un parco giochi dalle mille sfumature, dai mille contrasti. Test, BMW F 900 R e F 900 XR: come vanno le medie 'oversize' di Monaco       

Da Auckland per oltre 2500 km con destinazione Queenstown. Otto tappe immersi nei paesaggi della Nuova Zelanda con la BMW F 850 GS, tra sterrati, off-road impegnativo e praterie

BMW GS Trophy 2020: un'avventura lunga 8 giorni VIDEO

Un itinerario partito da Auckland lungo oltre 2500 km con destinazione Queenstown. Otto tappe immersi nei paesaggi della Nuova Zelanda in sella alle BMW F 850 GS, tra sterrati, off-road impegnativo e praterie. Un&#39;esperienza unica (di Andrea padovani)

BMW GS Trophy 2020: un'avventura lunga 8 giorni

Anche il quarto giorno di GS Trophy 2020 &egrave; andato. Un giorno che &egrave; iniziato... in piena notte, con la sveglia che &egrave; suonata alle 3 e trenta a causa dell&#39;orario di partenza del traghetto che ha portato la comitiva sull&#39;isola meridionale della Nuova Zelanda. Una scelta obbligata per il numero di moto e di veicoli d&#39;appoggio coinvolti.  GS Trophy 2020: terra degli Hobbit  Tre ore e mezza di navigazione attraverso i meravigliosi fiordi neozelandesi, montagne ricoperte di foreste che si specchiano nelle acque dell&#39;oceano Pacifico. Un panorama che non ha nulla a che vedere con quello dell&#39;isola del nord, secco e arido, alle prese con una delle peggiori siccit&agrave; degli ultimi cinquant&#39;anni.    Il sud della Nuova Zelanda &egrave; davvero la terra degli Hobbit, verde e rigogliosa, scavata da fiordi lunghissimi che rendono ancor pi&ugrave; unico il panorama. Una giornata che l&#39;organizzazione ha voluto fosse meno complicata per i partecipanti del GS Trophy, graziandoli con percorrenze umane. Anche per la necessit&agrave; di fare la manutenzione ordinaria alle F 850 GS: cambio olio e controlli di base, come previsto dal manuale di officina, visto che le moto in uso sono sostanzialmente nuove.  GS Trophy 2020: l&#39;Italia tra i primi  Dopo aver raggiunto e lasciato Castlepoint e il suo faro eretto su uno sperone di roccia, e abbandonata Wellington con il traghetto, la comitiva &egrave; sbarcata a Picton e ha imboccato una delle strade pi&ugrave; belle della Nuova Zelanda, la Queen Charlotte Dr, una toboga di curve affacciato su un fiordo spettacolare. Obiettivo Pelorius Bridge, a un tiro di schioppo da Nelson. Qui sono state organizzate due prove significative per ciascun team: quella di meccanica e quella di orienteering nel bosco.    La prima consisteva nello smontaggio e rimontaggio del cerchio posteriore della F 850 GS nel minor tempo possibile, la seconda nel seguire le indicazioni di un GPS nel bosco, trovare il punto esatto dove recuperare altre coordinate e tornare quindi alla base. Lavoro svolto egregiamente. Non a caso, dopo il quarto giorno di gara, il team italiano sale in terza posizione nella classifica generale. Che ricordiamo vede coinvolti 22 equipaggi.  BMW GS Trophy Oceania: gli pneumatici Metzeler Karoo 3 

Spettacolo nello spettacolo - Dopo quattro giorni di viaggio e prove speciali, il team Italiano &egrave; saldamente collocato in terza posizione della generale. Ora si&nbsp;cambia scenario e si affronta l&#39;isola del Sud

GS Trophy 2020 Oceania: il quarto giorno in Nuova Zelanda

Dal viaggio in aereo fino alle prime prove in sella alle moto BMW F 850 GS, tra asfalto e off-road. Una prima parte di avventura in Nuova Zelanda che si conclude con il viaggio che ci porta dall&#39;isola del Nord a quella del Sud per iniziare la seconda parte di quella che &egrave;, a tutti gli effetti, una incredibile avventura (di William Toscani)

GS Trophy 2020 Oceania: diario di un'avventura appena iniziata VIDEO

Il GSTrophy non è per tutti, tappe lunghissime tante ore in moto in sella consecutive su percorsi asfaltati, ma anche tante ore in moto in fuoristrada . E il livello di attenzione deve rimanere molto alto perché la scivolata è sempre dietro l'angolo. E poi ci sono orari davvero impegnativi. Sveglia alle cinque tutte le mattine; se non se non prima. Il giorno del traghetto per raggiungere l'isola del Sud è stata alle tre e trenta. Nel mezzo, è questa la grandezza del GS Trophy, paesaggi meravigliosi, quelli della nuova Zelanda. E dicono che il bello deve ancora venire. Lo spettacolo vero è quello dell'isola del Sud. Nel frattempo il team italiano si sta difendendo alla grande con un quinto posto provvisorio nella generale. Nelle varie prove continua tenere le posizioni di testa. (di Andrea Padovani)

BMW GS Trophy 2020: in Nuova Zelanda l'Italia è quinta VIDEO

Il 9 febbraio alle 7.00 &egrave; iniziato il BMW GS Trophy Oceania che ovviamente viaggia sul fuso orario della Nuova Zelanda. Upsidedown... come si dice quando si pensa ai Paesi di quella parte del globo. Qualcosa come 12 ore di differenza. Un avvio scoppiettante anche a causa del Coronavirus che ha fatto chiudere a riccio l&#39;isola collocata nel Pacifico e che ha comportato non pochi problemi alle 21 squadre provenienti da tutto il mondo. Non a caso di quella Cinese nemmeno l&#39;ombra. Nonostante ci&ograve;, la comitiva &egrave; riuscita a raggiungere Auckland e da l&igrave; a partire alla volta di Napier obiettivo della prima tappa.  GS Trophy: le regole del gioco  Ma cos&#39;&egrave; esattamente il GS Trophy? Difficile dirlo. Di certo non &egrave; una competizione e non vince chi arriva primo. Anche perch&eacute; nessuno arriva primo. La gara c&#39;&egrave;, ma si svolge con regole molto particolari: ogni squadra gareggia in gruppo per la propria nazione o per la zona geografica che rappresenta. O per il sesso, visto che ci sono due team femminili composti da ragazze di varie nazionalit&agrave;. Sulle selezioni del GS Trophy sia quelle maschili sia quelle femminili abbiamo gi&agrave; pubblicato un articolo. Ci&ograve; che non &egrave; lampante &egrave; quello che succede in una giornata tipo.    Il GS Trophy &egrave; una sorta di &ldquo;giochi senza frontiere&rdquo; delle due ruote, che per&ograve; si svolge in luoghi da sogno. Come due anni fa in Mongolia, e quest&#39;anno appunto in Nuova Zelanda. Il viaggio &egrave; la base su cui si fonda tutto: un viaggio suddiviso in tappe da 400 km di media, quasi la met&agrave; in off-road leggero. E i paesaggio, come &egrave; facile immaginare, sono da togliere il fiato.  Il problema &egrave; che i tedeschi non hanno cuore (simpaticamente ovviamente...): e quindi la sveglia suona tutte le mattine alle 5 zero zero. Ci si lava i denti, si smonta il campo (s&igrave;, perch&eacute; si dorme in tenda) e si parte alle 7.00 circa. Un apripista accompagna i gruppi (due) passo passo lungo rotte poco battute e conosciute. Fino a giungere a sera a un nuovo campo base.  Il punteggio: come funziona?  Il divertimento &egrave; nel mezzo. Gli organizzatori, per stabilire la classifica, hanno messo a punto una serie di prove di abilit&agrave; che spezzano il viaggio e, in base al risultato, fanno punteggio. Nel primo giorno del GS Trophy 2020 in Nuova Zelanda &egrave; stato messo a punto un percorso da fare bendati (ovviamente in moto) con le indicazioni dei compagni di team. E una sorta di prova speciale pi&ugrave; hard in cui era previsto un doppio guado. E il tempo era la somma di quelli dei tre componenti del team. Perch&eacute; &egrave; il team che vince o perde, non il singolo.    &Egrave; qui che si gioca la partita cruciale: conta l&#39;affiatamento, il sacrificio personale a favore del gruppo, la solidariet&agrave;. Che dopo 10 ore di moto (oltre la met&agrave; delle quali tra sassi e polvere) non sono concetti scontati. E un contribuito viene chiesta anche al rappresentate della stampa (chi scrive in questo caso) che accompagna il team. Quello Italiano &egrave; composto da Alberto Ballardin, Federico De Angelis e Michele Preadelli. Il primo giorno &egrave; andato, il secondo &egrave; in corso.  La classifica: ci giochiamo il podio...  Il primo giorno &egrave; andato, il secondo &egrave; in corso. E qualche indicazione inizia ad arrivare. E il messaggio &egrave;: non siamo andati male, rimanete sintonizzati!  1 South Korea 65 points  2 Italy 53  3 USA 50  4 Russia 42  5 France 41  6 South Africa 35  7 Argentina 32  8 Middle East 32  9 Netherlands 30  10 Latin America 28  11 UK 27  12 Nordic 24  13 India 21  14 Mexico 21  15 Thailand 18  16 Brazil 17  17 Japan 16  18 Malaysia 15  19 North Africa 15  20 Australia 10  21 Int. Female Team II 9  22 Int. Female Team I 8 

Scenari da favola e percorsi poco battuti (anche in fuoristrada) sono il leitmotiv di una manifestazione pi&ugrave; unica che rara. Che regala emozioni e anche un pizzico di adrenalina. E la classifica per ora premia anche l&#39;Italia

BMW GS Trophy 2020: l&#39;avventura &egrave; iniziata

State fantasticando su un viaggio in zone lontane o sognate un&rsquo;avventura su ruote artigliate? Sicuramente tra le immagini che la vostra mente vi regala prima o poi si palesa il logo BMW. La Casa bavarese ha una lunga e radicata storia nel mondo dell&rsquo;adventouring, tanto da far divenire la sigla GS una vera e propria icona dei viaggi avventura.&nbsp;  E uno dei tasselli che contribuiscono alla storia di BMW nel fuoristrada &egrave;&nbsp;appunto il GS Trophy, l&#39;affascinante challenge &ldquo;globetrotter&rdquo; che ogni due anni va in scena nei pi&ugrave;&nbsp;remoti angoli del pianeta.    Dopo avervi parlato della moto e dell&#39;abbigliamento da utilizzare per questa avventura, stavolta parliamo delle gomme, l&#39;elemento imprescindibile per affrontare qualunque prova in modo efficace e sicuro.&nbsp; Per preparare al meglio una esperienza come il BMW GS Trophy simo volati in Sicilia per saggiare i Metzeler Karoo 3 sulle strade dell&#39;isola, l&agrave;&nbsp;dove sono state sviluppate le gomme che equipaggeranno le moto che saranno spedite in Nuova Zelanda. Un giorno intero in sella a una&nbsp;F 850 GS per verificare la bont&agrave;&nbsp;di questo prodotto in svariate situazioni.&nbsp;  ALLEATI PREZIOSI  Le Metzeler Karoo 3 sono pneumatici che si pongono esattamente a met&agrave;&nbsp;della gamma tassellata Metzeler.&nbsp; Gomme che ben si sposano con crossover di media e grossa cilindrata, mezzi destinati a&nbsp; coprire lunghi viaggi su asfalto prima cercare prestazioni su terra.  Chilometraggio elevato, grande stabilit&agrave;&nbsp;e un ottimo grip in fuoristrada sono garantiti innanzitutto dal battistrada in polimeri sintetici ad alte prestazioni, che regala un 30% di percorrenza in pi&ugrave;&nbsp;rispetto alla vecchia versione, nonch&eacute;&nbsp;dalla carcassa pensata per gestire peso e potenza delle medie e grosse bicilindriche, anche a pieno carico e col passeggero.    Buona parte del lavoro viene fatto dal particolare disegno dei tasselli con grande area di contatto centrale, studiato per offrire un&rsquo;usura regolare, per minimizzare l&rsquo;effetto derivae garantire precisione direzionale anche in piega. La disposizione a V dei tasselli porta un doppio vantaggio: in fuoristrada incrementa la trazione in accelerazione e il grip in frenata, mentre su asfalto minimizza le vibrazioni dovute al contatto tra tasselli e fondo. Inoltre le diverse forme dei tasselli fanno s&igrave;&nbsp;che in fuoristrada esistano sempre pi&ugrave;&nbsp;punti di contatto a terra con diverse angolazioni, in modo da cercare sempre grip nelle pi&ugrave; varie condizioni.  Per la struttura dell&rsquo;anteriore si &egrave; scelto il rayon anzich&eacute;&nbsp;il poliestere, perch&eacute;&nbsp;in grado di adattarsi meglio alle asperit&agrave;&nbsp;senza togliere nulla al pilota in termini di feedback. Al posteriore tutte le misure presentano una struttura crossplane, ad eccezione del 170/60-R17&rdquo;, che vanta una cintura a zero gradi.  COMPROMESSO STRADA/TERRA  ll Metzeler Karoo 3 &egrave; stato usato qui, su percorsi simili a quelli che affronter&agrave;&nbsp;in Nuova Zelanda. Ed &egrave;&nbsp;stato sottoposto a un utilizzo pi&ugrave;&nbsp;duro di quello previsto normalmente, proprio per essere sicuri della sua resistenza durante tutta la manifestazione. Pietrisco e un elevato grado di &ldquo;slip&rdquo;, ovvero di rotolamento a vuoto causato dal basso grip, hanno messo alla frusta i robusti tasselli del posteriore, che comunque hanno sempre garantito un&rsquo;ottima presa e tanta trazione. I Karoo 3 si sono rivelati un ottimo compromesso per l&rsquo;utilizzo misto strada-terra e il rapporto pieno/vuoto sull&rsquo;anteriore garantisce una buona tenuta anche affrontando un bel tratto misto su asfalto.  L&rsquo;effetto di galleggiamento tipico del pneumatico off-road qui viene limitato grazie alla conformazione dei tasselli. Il risultato &egrave;&nbsp;che anche ad angoli di piega accentuati il grip rimane eccellente. Certo, non &egrave; uno stradale puro il Karoo 3, ma la sicurezza &egrave;&nbsp;garantita.  BMW GS Trophy Oceania: moto &#39;speciali&#39; pronte per partire         &nbsp;        

Sulle strade della Sicilia abbiamo messo alla prova gli pneumatici che verranno utilizzati in Nuova Zelanda nel prossimo GS Trophy in programma a Febbraio. La moto? BMW F850 GS &nbsp;

BMW GS Trophy Oceania: gli pneumatici Metzeler Karoo 3

        Scoprire il mondo e dimostrare spirito di squadra: l'International GS Trophy &egrave; un'avventura motociclistica straordinaria ma impegnativa. Nel 2020, dal 9 al 16 febbraio, torneranno in azione pi&ugrave; di una dozzina di squadre provenienti da molti Paesi. L&rsquo;evento questa volta si svolger&agrave; in Nuova Zelanda e ora l'attenzione del quartier generale del GS Trophy &egrave; passata allo smistamento e alla spedizione delle attrezzature personali che verranno utilizzate dai partecipanti al Trofeo.  Abbiamo gi&agrave; parlato della spedizione delle moto (leggi qui), adesso vediamo come &egrave; l&rsquo;attrezzatura del pilota, dall&rsquo;abbigliamento al kit per il tempo libero. BMW Motorrad fornisce le attrezzature per i piloti attraverso le proprie linee di prodotti e accessori mentre per quando si scende dalla moto ci sono le novit&agrave; della societ&agrave; partner Rab. &nbsp; TUTA DA GARA RALLYE - Utilizzata in ogni International GS Trophy, la tuta Rallye &egrave; ricca di caratteristiche funzionali che la rendono idonea per l'avventura.Ben ventilata &egrave; realizzata in materiale ProTechWool resistente all'abrasione, ha sette tasche per riporre oggetti personali. Ha protezioni certificate UE nella parte posteriore, sulle spalle e sui gomiti della giacca, nonch&eacute; sulle ginocchia e sui fianchi dei pantaloni. A tenuta stagna, pu&ograve; essere indossato sotto o sopra la giacca per la protezione da pioggia, vento e sporco. Per il GS Trophy 2020 i concorrenti indosseranno la versione da competizione in edizione limitata della tuta Rallye che, nei colori nero-grigio-giallo della R 100 GS, celebra i 40 anni della GS. GILET PARASCHIENA - Un'alternativa al paraschiena interno, offre una protezione aggiuntiva grazie alla copertura completa della colonna vertebrale, delle spalle, del torace e dei reni. Mentre il calore corporeo aiuta a modellare la protezione per una vestibilit&agrave; ottimale, il gilet &egrave; anche altamente traspirante. BMW GS Trophy Oceania: pronti per la nuova Zelanda&nbsp;VIDEO OCCHIALI -&nbsp; Gli occhiali Enduro GS si adattano al casco GS Carbon e offrono un&rsquo;ottima ventilazione per l'uso fuoristrada. La cinghia regolabile in larghezza e l'imbottitura confortevole, oltre alle opzioni sulle tinte delle lenti, tra cui una lente a doppio vetro di colore arancione (ideale per la pioggia), offrono la massima funzionalit&agrave; e versatilit&agrave;. BMW MOTORRAD TRINKPAK HYDRA - Questo sistema flessibile per dissetarsi si adatta alla tuta Rallye e consente al pilota di bere durante la guida. Realizzato in poliuretano trasparente e antimuffa, con un volume di due litri (70 fl oz) manterr&agrave; il guidatore idratato, e quindi vigile, durante le lunghe giornate in Nuova Zelanda. CALZINI - Potrebbe fare molto caldo in estate in Nuova Zelanda e con otto lunghe giornate in sella ai piloti GS Trophy occorrono calzini che mantengano in buona salute i piede - e questo &egrave; un problema in eventi estremi di avventura. Le calze funzionali estive offrono un alto livello di traspirabilit&agrave; mentre l'imbottitura anatomica intorno alla caviglia, al tallone e alla zona del cambio aiuta a prevenire le vesciche. E una funzione bonus: sono resistenti agli odori. STX ROAD NECK BRACE BY LEATT - Facendo uso della tecnologia Alternative Load Path (ALPT), aiuta a trasmettere energia dal casco al corpo, bypassando il collo, per ridurre le forze applicate al collo durante un incidente. Le doppie &ldquo;ali&rdquo; sul retro possono essere regolate per adattarsi alla maggior parte delle forme del corpo e i regolatori di altezza aggiuntivi sulle spalle si adattano alle diverse taglie. Ha un'imbottitura integrata che rende pi&ugrave; facile e pi&ugrave; comodo il movimento.&nbsp; BMW Motorrad GS Trophy 2020, alla scoperta del team Italia LOWE ALPINE AT KIT BAG 120 - Ogni concorrente ha una sola borsa per tutto il suo kit e quindi la capacit&agrave; di 120 litri della Lowe Alpine AT Kit Bag che pesa solo 1,02 kg lo rend il borsone idoneo per il GS Trophy. Realizzata con TravelShield Grid e N630, rivestita in TPU, questa borsa &egrave; altamente protettiva. Si apre con una grande cerniera, che &egrave; di bloccaggio e a prova di manomissione e le tasche interne e le cinghie di compressione consentono un imballaggio sicuro dell'attrezzatura. Grazie agli spallacci, pu&ograve; anche essere facilmente trasportata. LOWE ALPINE PIONEER 26 &ndash; E&rsquo; uno zaino basato su un design originale dei fratelli Lowe del 1985. Con un'apertura superiore "a secchiello" con cerniera e uno scomparto imbottito per laptop da 15 pollici accessibile esternamente.&nbsp; GIACCA RAB KINETIC PLUS &ndash; E&rsquo; una giacca softshell elasticizzata ultraleggera ad alta traspirabilit&agrave;, per offrire la massima libert&agrave; di movimento grazie all'innovativa tecnologia Proflex di Rab. La giacca ha uno strato esterno progettato per l'uso quotidiano in condizioni climatiche difficili e mutevoli.&nbsp; FELPA RAB JOURNEY CON CAPPUCCIO - Casual e confortevole, la felpa con cappuccio Journey &nbsp;&nbsp;&egrave; in cotone, ideale per rimanere caldi nei bivacchi.&nbsp; SACCO A PELO RAB IGNITION 3 - &nbsp;E&rsquo; un sacco a pelo imbottito in materiale sintetico leggero con un ingombro ridotto e un buon rapporto calore-peso. Il design affusolato con cerniera YKK a 3/4 di lunghezza offre abbastanza spazio, mentre il colletto interno con il cappuccio mantiene il calore.&nbsp; E INOLTRE&hellip; - L'equipaggiamento pilota includer&agrave; anche: camicia e pantaloni BMW Motorrad Summer, uno scaldacollo Easy Tube Adventure e guanti enduro estivi Rallye. Al set da campeggio / tempo libero si aggiungono una tenda per due persone Rab Rejka, un materassino per dormire Thermalite Trail Lite, una borsa da bagno Lowe Alpine, un berretto Rab e un cappello Rab One Touch, un faro Coleman e alcune T-shirt BMW Motorrad GS Trophy 2020.&nbsp;       

A poche settimane dal via della settima edizione, partono gli accessori e l&rsquo;abbigliamento per il confort e la sicurezza dei piloti. Ecco l&rsquo;attrezzatura per l'avventura &nbsp;

BMW GS Trophy Oceania: arriva l’equipaggiamento

Le selezioni per la Nuova Zelanda: percorsi attraverso sabbia e fango, prove di navigazione e anche qualche domanda di cultura generale: ecco ciò che aspetta gli appassionati che si presentano con l'ambizione di partecipare all'International GS Trophy, che non deve essere inteso come un rally o una gara. Nelle varie prove speciali, vengono messi alla prova soprattutto lo spirito di squadra e la resistenza. Dormire in tenda, trovarsi faccia a faccia con un nuovo ambiente e una nuova cultura e conoscere amici provenienti da tutto il mondo sono alcune delle esperienze memorabili vissute nelle giornate dell'evento, che BMW Motorrad organizza ogni due anni per i veri appassionati di fuoristrada (FLG)

BMW GS Trophy Oceania: pronti per la nuova Zelanda VIDEO

La Nuova Zelanda &egrave; lontana e anche se l&rsquo;International GS Trophy Oceania si svolger&agrave; il prossimo febbraio, &egrave; gi&agrave; tempo di spedire le moto. L&rsquo;evento ha suscitato grande interesse degli appassionati, tanto che il numero degli esemplari da preparare per la competizione-avventura quest&#39;anno sono ben 140: un aumento significativo se si considera che per l&#39;edizione dell&#39;Asia centrale 2018 le BMW R 1200 GS Rallye schierate erano 114.    Le 140 BMW F 850 ??GS saranno moto &lsquo;speciali: per l&#39;edizione 2020, infatti, BMW Motorrad ha scelto di costruire una versione su misura con una combinazione unica di specifiche e colori diversa da qualsiasi altra che si possa trovare negli showroom. La scelta della F 850 ??GS &egrave; un alla media cilindrata, seguendo le tracce degli pneumatici della F 800 GS che si sono dimostrate indistruttibili nelle edizioni dell&rsquo;International GS Trophy del 2008, 2010 e 2012.  LA BMW F 850 ??GS - Lanciata al Salone dell&#39;EICMA di Milano con il model year del 2018, la F 850 ??GS ha un design tutto nuovo, che sostituisce la F 800 GS dopo lunghi anni di successo. Si avvale di un nuovo motore bicilindrico parallelo e un nuovo telaio a ponte monoscocca dal nuovo design, con il serbatoio del carburante ora sopra il motore; sella carrozzeria pi&ugrave; basse offrono maggiore protezione consentendo al contempo il massimo movimento per la guida fuoristrada. Dotata di 95 cavalli, &egrave; stata pensata per un fuoristrada agile grazie anche alla sua combinazione di ruote da 21/17 pollici, sospensioni specifiche fuoristrada e design ergonomico orientato per l&rsquo;ogg road.    La F 850 ??GS offre anche elettronica all&rsquo;avanguardia. La modalit&agrave; Enduro Pro comprende il controllo dinamico della trazione DTC, l&#39;ESA dinamica, l&#39;ABS Pro e persino un cambio rapido. Tutta questa nuova tecnologia &egrave; resa pi&ugrave; semplice da un nuovo schermo TFT da 6,5 ??pollici fornito con BMW Motorrad Connectivity per consentire di effettuare chiamate telefoniche, ascoltare musica o navigare durante la guida.  LA VERSIONE INTERNATIONAL GS TROPHY 2020 - Il modello speciale GS Trophy ha una sua combinazione di colori e alcuni dettagli che la caratterizzano. Sorprendente sar&agrave; l&#39;esclusiva combinazione di colori nero e giallo con la grafica International GS Trophy. In contrasto con il nero/giallo ci sar&agrave; l&#39;anodizzazione dell&#39;oro sulle forcelle rovesciate e i cerchi delle ruote tubeless spec.  GLI OPTIONAL - Come da tradizione, BMW Motorrad offre anche una vasta gamma di opzioni e accessori per le GS. Per la versione International GS Trophy 2020 saranno disponibili: &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;  &nbsp;&nbsp;&nbsp; Dynamic ESA (Electronic Suspension Adjustment) &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Controllo dinamico della trazione DTC &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Gear Shift Assistant Pro &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Modalit&agrave; di guida Pro (Dynamic / Enduro / Enduro Pro) &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Schermo TFT da 6,5 ??&rdquo;con connettivit&agrave; BMW Motorrad &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Luci di marcia diurna a LED &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Indicatori di direzione a LED &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Predisposizione per la navigazione &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Manopole riscaldate &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Pneumatici fuoristrada &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Portapacchi con portavaligie &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Silenziatore HP Sports  &nbsp; Accessori originali BMW Motorrad  Manubrio alto - Il manubrio alto &egrave; 14 mm pi&ugrave; alto rispetto al manubrio standard. Ci&ograve; non solo consente una posizione seduta eretta e confortevole, ma rende anche la guida in piedi particolarmente comoda. &nbsp;  Poggiapiedi enduro pi&ugrave; leva del freno a pedale regolabile e leva del cambio - &nbsp;Questi accessori aumentano il controllo in piedi, e salvaguardano gli stivali. Il set, composto da poggiapiedi Enduro, una leva del freno a pedale regolabile in altezza e una leva del cambio con calcio regolabile, pu&ograve; essere adattato alle esigenze individuali. Se opportunamente regolate, le leve a pedale consentono un controllo ancora migliore, specialmente nella guida offroad in posizione eretta.  Protezioni per le mani - La protezione per le mani, realizzata in plastica resistente agli urti e ai raggi UV, protegge anche gli elementi operativi da rami e frammenti di pietra durante la guida fuoristrada ed &egrave; adattata aerodinamicamente. Sulla strada, offre anche la protezione dal vento e dalle intemperie.  Barra di protezione del motore &ndash; In acciaio inossidabile elettrolucidato, questa barra protegge il motore senza compromettere l&rsquo;inclinazione in curva.  Protezione motore enduro - La robusta protezione del motore in alluminio &egrave; stata appositamente progettata per l&#39;uso fuoristrada e offre una protezione ottimale per la parte inferiore del motore.  Sella Rallye &ndash; Di sezione pi&ugrave; stretta, consente un migliore movimento intorno alla moto, ed &egrave; pi&ugrave; alta per consentire passaggi pi&ugrave; facili da seduto a in piedi, offrendo anche un buon grado di comfort per quando si guida su terreni accidentati.  Borsa per sella passeggero - Resistente all&#39;acqua si espande da 2,5 a 8 litri ed &egrave; ideale per riporre piccoli oggetti (come batterie per fotocamere, occhiali da sole, snack energetici).  Fari ausiliari a LED - I potenti fari supplementari a LED in un alloggiamento in alluminio compatto assicurano una migliore visione e visibilit&agrave; anche in caso di nebbia, pioggia o neve. Allo stesso tempo, il loro colore chiaro bianco simile alla luce del giorno garantisce un&#39;illuminazione differenziata della strada. La tecnologia LED garantisce un funzionamento praticamente esente da usura.  Protezione faro - Ci saranno molte GS vicine tra loro, e potrebbero sollevare qualche pietra. &nbsp;Quindi la protezione dei fari per fuoristrada &egrave; un must.  Parabrezza Touring regolabile &ndash; In otto giorni di azione non-stop molti potrebbero gradire di tanto in tanto la protezione di questo parabrezza. C&#39;&egrave; anche la possibilit&agrave; di regolazione, in modo che si possa abbassarlo per una migliore visione durante la guida fuoristrada. 

Ben 140 esemplari di BMW F 850 GS in edizione &lsquo;su misura&rsquo; per l&rsquo;evento si stanno preparando per l&rsquo;iconica competizione-avventura

BMW GS Trophy Oceania: moto &#39;speciali&#39; pronte per partire

        Chi sono i tre membri del neonato team italiano che voler&agrave; in Nuova Zelanda? Com&rsquo;&egrave; nata la loro passione per la moto e quali sono state le loro esperienze fuoristradistiche, prima di approdare al GS Trophy? Abbiamo chiesto ad ognuno loro di di raccontarci come ha vissuto i giorni della selezione e cosa si aspetta dall&rsquo;avventura dall&rsquo;altra parte del mondo.&nbsp;  FEDERICO DE ANGELIS, anno di nascita 1977, nella vita fa l&rsquo;agente di commercio nel settore elettrodomestici. L&rsquo;amore per i motori lo eredita dal padre, da sempre appassionato di moto e auto. Federico si dedica all&rsquo;enduro da quando ha acquistato la sua prima moto, a 18 anni, con i soldi del compleanno: niente festeggiamenti, tutti investiti per acquistare il mezzo, benzina e ruote tassellate, e da quel giorno non ha mai smesso di praticare questo sport fantastico, continuando a &ldquo;bruciare&rdquo; gomme ed energie sulle sue mulattiere. &laquo;I due giorni alle selezioni sono stati bellissimi ed emozionanti &ndash; racconta Federico. &ndash; Ci&ograve; che mi ha pi&ugrave; colpito &egrave; stato lo spirito di gruppo. La squadra in ogni step della selezione veniva ricomposta e riassortita, ma da subito era pronta alla nuova sfida con il coinvolgimento di tutti, senza competizione interna, con l&rsquo;obiettivo di fare il meglio per superare la prova insieme. L&rsquo;avventura in Nuova Zelanda sar&agrave; l&rsquo;esperienza pi&ugrave; bella che mi sar&agrave; mai capitata a livello motociclistico. Mi aspetto tanto divertimento e tanta fatica e di conoscere persone di tutto il mondo con la stessa mia passione. Ma con la mia squadra sono sicuro che faremo di tutto per essere i migliori e soprattutto i pi&ugrave; simpatici. Comunque, una bellissima esperienza di vita. Tifate per noi!&raquo;.  ALBERTO BALLARDIN, classe 1991, di professione fa l&rsquo;operatore macchine CNC. Anche per lui la passione per le moto arriva direttamente dal pap&agrave;, che ha sempre corso gare di regolarit&agrave; e di enduro. Da piccolo amava andare in garage a vedere la sua moto e spesso la trovava completamente smontata, in piena fase di manutenzione, con i tutti pezzi sparsi. Ha iniziato a divertirsi nel fuoristrada nel 2005, quando a 14 anni gli &egrave; stata regalata la prima moto, un HM 50 da enduro. Da quel momento in poi non ha mai smesso di correre. Successivamente &egrave; passato al cross con una 125 e poi al motorally con una bicilindrica. Nel 2017 e nel 2018 ha partecipato al Campionato Italiano Motorally, mentre quest&rsquo;anno ha corso all&rsquo;Hellas Rally in Grecia, la sua prima gara a livello europeo. &laquo;Per quanto riguarda le selezioni ero molto teso e preoccupato &ndash; confessa Alberto &ndash; perch&eacute; nessuno sapeva in cosa consistessero le sfide che avremmo dovuto affrontare. Le prove erano impegnative, sia dal punto di vista fisico che tecnico. Per esempio, l&rsquo;otto o la gara di lentezza in salita potrebbero sembrare banali, ma bastava veramente un attimo per far spegnere la moto e prendere penalit&agrave;. Mi aspetto che il GS Trophy sia un&rsquo;esperienza indimenticabile. Per me poter rappresentare l&rsquo;Italia &egrave; gi&agrave; un privilegio. La Nuova Zelanda &egrave; da sempre un Paese che mi affascina per la sua natura selvaggia e l&rsquo;idea di poterlo vivere in moto mi entusiasma molto. Inoltre, gareggiare in squadra mi dar&agrave; l&rsquo;opportunit&agrave; di imparare qualcosa dagli altri, oltre che a conoscere meglio me stesso. Non vedo l&rsquo;ora di partire e grazie al tifo ricevuto dagli amici sono carico come una molla e pronto a dare il massimo&raquo;.  MICHELE PRADELLI, anno di nascita 1980, nella vita fa il direttore di banca. Come per gli altri due, anche lui ha iniziato seguendo il pap&agrave;, appassionato di trial, che lo portava spesso a girare con lui e i suoi amici. Ad andare in moto ha iniziato prestissimo, verso i 6 anni, ma con le gare, molto pi&ugrave; tardi, a 18 anni, vincendo due campionati italiani di trial, e partecipando ad alcune gare internazionali. Sempre con la moto da trial ha ottenuto due Guinness world record, tra cui il salto da fermo con la moto pi&ugrave; lungo del mondo. Nel 2013 ha vinto un terzo campionato italiano e ha deciso di cambiare specialit&agrave;, dedicandosi all&rsquo;enduro estremo. Arriva cos&igrave; la partecipazione all&rsquo;Erzberg Rodeo e al campionato italiano Motorally, con ottimi risultati e piazzamenti. &laquo;&Egrave; da tre anni &ndash; ci confessa Michele &ndash; che attendo di poter provare ad entrare nella squadra BMW per il GS Trophy, dopo che un mio amico ne ha fatto parte nel 2016 e mi ha appassionato a questo grande evento internazionale. Fin da piccolo ho amato tutte le manifestazioni relative ai viaggi/avventura, prima tra tutte il Camel Trophy, che seguivo con mio padre in TV. Fin dall&rsquo;arrivo al castello di Rivalta &egrave; stato un crescendo di emozioni e bellissime esperienze.... l&rsquo;avventura, penso che uno ce l&rsquo;abbia nel DNA e io mi sono gustato ognuna delle prove. Adesso mi sto informando sulla Nuova Zelanda, un posto incredibile con una natura ancora selvaggia dove sar&agrave; fantastico andare a sfidare gli altri equipaggi internazionali. Lo spirito di questa competizione in questo caso non sar&agrave; solo agonistico ma anche di fratellanza, per condividere un viaggio tra persone che amano l&rsquo;avventura, le moto e il marchio BMW! Sono carico a mille&raquo;.       

Ecco i tre nomi dei piloti che hanno trionfato nelle selezioni e che correrrano per il Tricolore in Nuova Zelanda: Federico De Angelis, Alberto Ballardin e Michele Pradelli. Noi di InMoto siamo andati a conoscerli e a intervistarli

BMW Motorrad GS Trophy 2020, alla scoperta del team Italia

Due giorni di prove durissime per scegliere i membri del team&nbsp;che rappresenter&agrave; l&#39;Italia in Nuova Zelanda al prossimo BMW GS Trophy 2020. Partiti in poco meno di 50, sono stati solo in tre a raggiungere l&#39;ambito risultato, che vale un biglietto per l&#39;Oceania e per una splendida avventura su due ruote. In questo video vi mostriamo le spettacolari immagini delle selezioni e vi sveliamo il nome dei vincitori.

Selezioni BMW GS Trophy 2020 | IL VIDEO

Scelto il team che il prossimo febbraio sar&agrave; al via del BMW Motorrad GS Trophy 2020 in Nuova Zelanda. La selezione &egrave; stata durissima, noi c&rsquo;eravamo...

23 risultati per 'GS Trophy'