Una moto estremamente rara, ma potente e affascinante, &egrave; apparsa sul catalogo di Silverstone Auctions: si tratta di una Ducati 851 S che, fino ad ora, &egrave; stata di propriet&agrave; di Ron &quot;Rocket&quot; Haslam, due volte campione in Formula TT.    Fu regalata ad Haslam da Castiglioni    La 851 S in questione &egrave; stata regalata a Ron dai fratelli Castiglioni, proprietari al periodo del Gruppo Cagiva che comprendeva anche Ducati,&nbsp;dopo aver corso in Classe 500 nel 1990 con la scuderia italiana affiancando Randy Mamola in sella alla C590. Questo esemplare ha motore quattro valvole raffreddato a liquido. La moto &egrave; in condizioni originali, ma non &egrave; mai stata utilizzata, e quindi avr&agrave; probabilmente bisogno di qualche verifica meccanica preventiva. Viene anche venduta con i ricambi originali, tra cui scarichi, guarnizioni, valvole, candele, un manuale d&#39;officina e un cavalletto di fabbrica. La moto &egrave; accompagnata da una serie di documenti, tra cui un modulo doganale a nome di Haslam stesso.  REWIND, DUCATI 851 S: L&Igrave; DOVE TUTTO &Egrave; COMINCIATO  Secondo quanto riportano alcune testate,&nbsp;questa moto (venduta in origina dall&#39;ex pilota)&nbsp;fu uno dei modi con cui Haslam &egrave; riuscito a finanziare la carriera di suo figlio, l&#39;ex campione britannico di SBK Leon Haslam. La cifra di vendita sar&agrave; - immaginiamo - per veri collezionisti.  PROFESSIONE TELAISTA, MASSIMO PIEROBON: &quot;CON &#39;4 MISURE&#39; FACEMMO IL TELAIO DELLA 851. ALTRI TEMPI&quot; 

Si tratta della moto che Cagiva regal&ograve; al pilota britannico dopo aver corso in Classe 500 nel 1990

In vendita la Ducati 851 S appartenuta a Ron Haslam

La supersportiva appartenuta all'ex pilota Cagiva nella Classe 500 e due volte campione del mondo di Formula TT è in vendita sul portale Silverstone Auctions. La moto è in condizioni originali

Ducati 851 S di Ron Haslam

La 851 &egrave; squadrata e massiccia, bassa. Dal 1988 al 1993 &egrave; stata l&rsquo;ammiraglia di casa Ducati: in pista dominava con Raymond Roche e Doug Polen (e fu portata in gara anche da piloti del calibro di Carl Fogarty e Giancarlo Falappa), nelle comparative riusciva a tenere testa alle agguerrite quattro cilindri giapponesi (di 750 cc). Oggi, ingombri a parte, sarebbe considerata poco pi&ugrave; di una media e i 90 cavalli rilevati alla ruota la relegherebbero ad un ruolo da comparsa, anche in segmenti molto lontani da quello delle sportive.&nbsp;In pista sa dire ancora la sua, almeno finch&eacute; parliamo di ciclistica.  DUCATI 851: STORIA  La Ducati 851 nacque su un progetto dell&rsquo;ingegner Bordi che volle trasformare il motore Pantah (due valvole raffreddato ad aria) in un&nbsp;pi&ugrave; performante 4 valvole biabero raffreddato a liquido. Il primo prototipo vide la luce nel 1985 e fu realizzato in collaborazione con la Cosworth. Aveva una cilindrata di 750 cc e fu portata in pista da Virginio Ferrari (debutt&ograve; al Bol d&rsquo;Or del 1986). A seguire lo sviluppo di quella che diventer&agrave;, semplicemente, la 851 fu Marco Lucchinelli che port&ograve; uno dei prototipi alla vittoria durante la Battle of the Twins di Daytona nel 1987. Successivamente, e visto l&rsquo;ottimo potenziale della moto, partecip&ograve; al prima gara del neonato Campionato per derivate di serie. Memorabile la vittoria nella seconda manche della gara di Donington Park, dopo&nbsp;un acceso duello con Davide Tardozzi, allora pilota Bimota.    PUNTERIE SPUTATE  Quando venne mostrato il prototipo del motore all&rsquo;ingegner Taglioni (storico progettista della Casa di Borgo Panigale, padre e convinto sostenitore del motore Pantah) gli fu risposto che tale propulsore non poteva funzionare a causa del ridottissimo angolo fra le valvole. Venne comunque allestito e alla prima accensione fu un vero disastro: quello che sarebbe diventato in seguito il bicilindrico pi&ugrave; vincente al mondo, sput&ograve; le punterie dal sistema di scarico. La carriera di questa moto (e della &ldquo;gemella&rdquo; 888) termin&ograve; con l&rsquo;arrivo sul mercato della mitica 916 che ridisegn&ograve; i canoni di tutto il segmento delle supersportive.  DUCATI 851 S: COSA CAMBIAVA  Rispetto alle precedenti 851 si distingue per la differente forma del posteriore. Il codino slanciato anticipa infatti quello impiegato sulla futura 888. I due modelli, apparentemente identici, si&nbsp;distinguono solo per la livrea del telaio a traliccio, sulle 888 color bronzo anzich&eacute; bianco. Le versioni pi&ugrave; sportive di questa moto erano dominate SP ed erano realizzate in tiratura limitata.    Le modifiche rispetto ai modelli standard erano notevoli, sia in termini ciclistici (impiegavano elementi Ohlins, esclusa la SP5, dotata di avantreno Showa), che prestazionali grazie alle differenti componenti motoristiche&nbsp;(bielle, pistoni, valvole,assi a camme). Le versioni pi&ugrave; sportive montavano anche un radiatore&nbsp;olio aggiuntivo e un telaietto reggisella in alluminio. Ducati commercializz&ograve; anche due versioni&nbsp;destinate ai piloti privati:&nbsp;la Corsa e la SPS mentre&nbsp;la prima versione di 851 disponibile sul mercato (1988) era verniciata in una bellissima livrea tricolore e montava i cerchi di 16&rdquo;. I cerchi di 17&rdquo; e gli scarichi a tromboncino erano disponibili a parte acquistando il kit denominato Superbike.  Vai alla pagina successiva per leggere le nostre impressioni di guida e la scheda tecnica  &nbsp;  NEL NOSTRO TEST DEL 1992 SCRIVEVAMO COS&igrave; DELLA DUCATI 851 S  Pur qualificata come la versione pi&ugrave; tranquilla della serie 851, anche la S (Strada) richiede una conduzione da vera sportiva. Grintosa e determinata, con abbondanti spostamenti in sella ed una salda impugnatura del manubrio che va indirizzato con decisione. Guidata in questo modo &egrave; perfetta sul misto come in pista, talmente efficace che, grazie anche alla bella ripresa in uscita di curva, nella maggior parte dei casi risulta praticamente imbattibile anche al confronto con moto molto pi&ugrave; potenti. In verit&agrave; ci si diverte anche nel guidarla al piccolo trotto, con il motore in coppia, ma sui percorsi tortuosi affrontati in souplesse e magari con poca convinzione, talvolta perde coerenza, si scorda e fa capire che gradisce soprattutto la guida di forza.&nbsp;    Neutra ed equilibrata sul misto, l&#39;851 permette grandi numeri con estrema facilit&agrave; e per questo &egrave; bene che l&#39;utenza meno esperta non si faccia prendere dall&#39;euforia. Il feeling della moto porta a sopravvalutare le proprie capacit&agrave; di pilota nel chicane &egrave; indiscutibilmente la pi&ugrave; lesta fra le grosse sportive e la maneggevolezza resta buona anche sul veloce. Sui percorsi pi&ugrave; stretti l&#39;avantreno si &egrave; fatto al volta pesante se non si tiene ben in tiro la ruota motrice, e spesso l&#39;azione si scoordina sui percorsi densi distaccate e frequenti accelerazioni anche a causa della brusca trasmissione finale e dalla difficolt&agrave; di modulare la trazione e veloci &ldquo;chiudi-apri&rdquo;.  Per quel che riguarda il motore la pi&ugrave; recente versione montata sulla 851 S fornisce ben 4,5 cavalli in pi&ugrave; misurati alla ruota rispetto alla edizione &#39;91 ma soprattutto a compiuto un ulteriore sostanzioso balzo in avanti sul fronte della coppia salendo a ben 8 kgm.    L&#39;erogazione si distende fino agli 8500 giri della potenza massima, e successivamente non sembra avere proprio voglia di diminuire a 9000 giri sono ancora disponibili oltre 90 cavalli alla ruota. Il motore &egrave; caratterizzato da una grande costanza di rendimento, si avvia prontamente, richiede solo un poco di pazienza per raggiungere l&#39;ideale regime termico. Col sottofondo di una voce vivace allo scarico, di una elevata rumorosit&agrave; meccanica e del prepotente &quot;pompare&quot; dell&#39;aspirazione, eroga le sue prestazioni con la massima naturalezza e raggiunge una velocit&agrave; massima prossima a 240 km/h effettivi con appena 1700-1800 m di lancio.    Scheda tecnica Ducati 851 S  MOTORE Bicilindrico a L, 4 tempi, raffreddato a liquido. Alesaggio e corsa 92 x 64 mm; cilindrata 851 cc. Rapporto di compressione 10,5:1. Distribuzione desmodromica, 4 valvole per cilindro. Iniezione elettronica. Accensione elettronica. Avviamento elettrico. Trasmissione primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco a secco, cambio a 6 rapporti.  CICLISTICA Telaio a traliccio in acciaio. Sospensioni: anteriore forcella teleidraulica con steli rovesciati di 41 mm, escursione 120 mm; posteriore con monoammortizzatore idraulico regolabile, escursione 110 mm. Freni: anteriore a doppio disco di 320 mm, con pinze a doppio pistoncino; posteriore a disco di 245 mm. Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17&rdquo;, posteriore 180/55-ZR17&rdquo;.  DIMENSIONI Interasse 1.430 mm, altezza sella 790 mm, lunghezza 2.030 mm. Peso a secco 202 kg.  PRESTAZIONI DICHIARATE Potenza 77,3 kW (105 CV) a 9.000 giri/min.  PREZZO Nel 1992 costava 18.640.000 lire. 

Nei primi anni &#39;90 la bicilindrica di Borgo Panigale era un punto di riferimento nel segmento delle sportive, su strada ed in pista. Ed oggi pu&ograve; ancora dire la sua

Rewind, Ducati 851 S: l&igrave; dove tutto &egrave; cominciato

Dal 1988 al 1993 &egrave; stata l&rsquo;ammiraglia di casa Ducati: in pista dominava con Raymond Roche e Doug Polen (e fu portata in gara anche da piloti del calibro di Carl Fogarty e Giancarlo Falappa), nelle comparative riusciva a tenere testa alle agguerrite quattro cilindri giapponesi (di 750 cc). Oggi, ingombri a parte, sarebbe considerata poco pi&ugrave; di una media e i 90 cavalli rilevati alla ruota la relegherebbero ad un ruolo da comparsa, anche in segmenti molto lontani da quello delle sportive.&nbsp;In pista sa dire ancora la sua, almeno finch&eacute; parliamo di ciclistica.

Rewind, Ducati 851 S: lì dove tutto è cominciato |FOTO

        Guardate come potrebbe essere la Ducati 851 Superleggera... Il livello di gradimento sarebbe sicuramente molto elevato. Peccato che sia soltanto un rendering fotografico generato da WorldSBK.com. Ma ci consente di volare con la fantasia, anzi di vedere esattamente, come potrebbe essere la fusione fra il passato e il presente.  Prendete infatti due delle Superbike Ducati pi&ugrave; famose e amate, e provate a unirle in un perfetto connubio fra generazioni... E' quello che &egrave; stato fatto mescolando insieme le caratteristiche salienti della 1199 Superleggera con un pizzico di Panigale e aggiungendo le carene e le sovrastrutture della Ducati 851 del 1990. GLI ANNI SETTANTA - Le moto ispirate agli anni Settanta oggi sono molte e sono richiestissime. Con la nuova moda di ricavare delle caf&egrave; racers e degli scrambler dalle CB750, e con l'impegno anche di tanti grandi costruttori in questo senso, si pu&ograve; dire che gli anni Settanta ormai siano stati "battuti" esaurientemente. Il prossimo step nell'inspirazione del design delle custom potrebbe andare nella direzione degli anni Ottanta/primi anni Novanta. ABITO DA SERA - La Ducati 851 Superleggera si basa sul telaio e sul motore della recentissima 1199 Superleggera, ma si veste con abiti da sera. La carenatura sembra essere presa dalla moto da corsa del 1990, la Ducati 851 che il francese Raymond Roche port&ograve; alla vittoria nel mondiale Superbike di quell'anno. E chiss&agrave; che non ci sia la possibilit&agrave; di un ulteriore revival degli anni Ottanta e Novanta nel prossimo futuro. Il consiglio, per detiene in garage qualche superbike dell'epoca &egrave; di averne molta cura, perch&eacute; il prezzo potrebbe salire vertiginosamente in tempi rapidi...       

Un mix perfetto fra passato e presente: peccato che sia soltanto un rendering fotografico

Ducati 851 Superleggera: il rendering fa sognare

Fu l&rsquo;ingegner Massimo Bordi, a met&agrave; degli Anni Ottanta, a volerla fortemente. Spieg&ograve; ai vertici Ducati (a quel tempo, i Castiglioni) &nbsp;che serviva un modello rivoluzionario e li convinse a sposare il suo progetto.&nbsp;Con l&rsquo;aiuto di Luigi Mengoli, costru&igrave; un motore innovativo: di base era il classico propulsore a due cilindri ad aria (quello della precedente F1) ma questo, pur mantenendo la fisionomia conosciuta, era equipaggiato con alcune importanti novit&agrave;. Tra le altre, il raffreddamento ad acqua, l&rsquo;alimentazione a iniezione elettronica e le nuove teste bialbero a quattro valvole.&nbsp;    NOVITA&rsquo; IMPORTANTI - Inedito il nuovo schema della distribuzione desmodromica bialbero, che oggi &egrave; un grande &ldquo;classico&rdquo; della Casa di Borgo Panigale. Il motore bicilindrico a quattro tempi da 851 cc, dotato di cambio a 6 marce e frizione multidisco a secco, era fissato su un telaio a traliccio e sprigionava (nelle prime versioni) una potenza di 102 cv a 9000 giri/min. Sui cerchi da 16&rdquo; era montato un impianto frenante a doppio disco anteriore da 280 mm e a disco posteriore da 245 mm. La ciclistica era completata da una forcella Marzocchi M1-R a steli non rovesciati e da un monoammortizzatore Marzocchi sul posteriore. Il peso a secco era di 185 kg.  ANIMALE DA PISTA - Fu realizzato anche un kit Superbike, specifico per l&rsquo;utilizzo in pista, che comprendeva i cerchi da 17&rdquo; in magnesio, pneumatici slick, componenti utili per rendere il motore pi&ugrave; potente (120 cv) e un forcellone con capriata di rinforzo. Con questa moto, sviluppata per le corse per derivate di serie e portata a 132 cv di potenza (e 280 km/h di velocit&agrave;), Raymond Roche fece vincere nel 1990 il primo titolo mondiale Superbike alla Ducati. Il francese si laure&ograve; campione grazie a sette vittorie su 26 manche, precedendo in classifica Fabrizio Pirovano su Yamaha e Stephane Mertens su Honda.  Un anno dopo, la 851 fu sostituita sul mercato dalla pi&ugrave; potente 888, comunque simile alla sorella &ldquo;maggiore&rdquo; sia nel design che nelle caratteristiche tecniche. 

Nata dall&rsquo;idea di Massimo Bordi, debutt&ograve; nel 1987 e stravolse il concetto di moto sportiva. Con questo modello (e Raymond Roche alla guida), Ducati vinse il suo primo titolo Superbike

Le moto che hanno fatto storia: Ducati 851

Dopo un anno di stop riaprono i battenti del Motor Show di Bologna.   L'evento, che&nbsp; si svolge in questi giorni (6-14 Dicembre 2014) , risveglia l'interesse anche degli appassionati di due ruote, grandi assenti degli ultimi appuntamenti della fiera.  &nbsp;  Allo stand Ducati gli amanti della Rossa di Borgo Panigale possono&nbsp;ripercorrere la storia della Casa nel mondiale SBK: dalla prima 851 Racing della fine degli anni '80 per arrivare alla pi&ugrave; recente 1199 Panigale Factory passando, ovviamente, per la mitica 916 (e sue evoluzioni),&nbsp;la&nbsp;999 e la 1198.  &nbsp;  Al Motor Show non poteva mancare&nbsp;un'area dedicata al nuovo trend, ormai sempre pi&ugrave; dilagante: il customizing.  Il Padiglione Drive In, pensato in collaborazione con l'associazione culturale padovana Nonchalance, ospita due&nbsp;conosciute&nbsp;officine italiane: &nbsp;North East Garage e Anvil Motociclette.   Fra gli stand si potranno ammirare le creazioni dei due preparatori che lavorano, principalmente, su moto anni '70 e '80.&nbsp;  &nbsp;  Lo spettacolo &egrave; assicurato anche dagli eventi sportivi organizzati outdoor, presso la Motorsport Arena, come le gare del trofeo Supermotard,&nbsp;che si svolgeranno Venerd&igrave; e Sabato; mentre l'ultima Domenica vedr&agrave;&nbsp;scendere in pista i protagonisti dell'Xtreme Supermotard SX1-Pro.  &nbsp;  Il tutto ovviamente condito da show, concerti e celebrities del mondo dello sport e non.  &nbsp;  Per info, prezzi e orari visitate il sito ufficiale www.motorshow.it  &nbsp;  Giulia Cassinelli  [gallery ids="14552,14550,14549,14553"]

Ducati, custom e tante gare sono gli ingredienti del Motor Show 2014, che finalmente attira l'attenzione dei motociclisti

Il Motor Show di Bologna &egrave; anche a due ruote

Aldil&agrave; di tutte le parole che si possono dire, o scrivere, o anche semplicemente pensare, circa la morte di Massimo Tamburini, aldil&agrave; di tutto questo, voglio rubare un po' di spazio a questo sito per il mio personale, e sentitissimo, &ldquo;grazie&rdquo;. Un &ldquo;grazie&rdquo; che, pur facendo questo lavoro da qualche anno, non ho mai avuto occasione di proferire a voce, magari stringendogli la mano. Me ne dispiace enormemente. E' il &ldquo;grazie&rdquo; di me stesso bambino, chino su un foglio a pasticciare le forme di quella che mi sembrava, e forse &egrave; ancora, la moto pi&ugrave; bella del mondo. Parlo della Ducati 916. Lui l'ha disegnata, io la copiavo sognando di cavalcarla un giorno. E' il &ldquo;grazie&rdquo; di me poco pi&ugrave; grande seduto sul muretto ad aspettare l'arrivo dei miei amici adolescenti che mi schernivano in tutti i modi ma, diavolo, avevano la Mito. Almeno i pi&ugrave; fortunati di loro. Li aspettavo arrivare e li vedevo ripartire e allora andavo anch'io, con la sfigatissima Saltafoss di mio fratello, facendo &ldquo;brum brum&rdquo; e tirando fuori il ginocchio nelle curve. E' il grazie di &ldquo;me&rdquo; ormai uomo che, senza pensarci un secondo, si &egrave; fatto un finanziamento di anni 4+4 per comprare una 851 che aveva ormai vent'anni e cinque ex-proprietari. E' il &ldquo;grazie&rdquo; del me di oggi che ancora si emoziona alla vista di una moto bella, ma bella davvero, e che &egrave; preso dallo stesso sentimento ogni volta che apre il garage, accarezza il serbatoio della &ldquo;851&rdquo; e continua a fare brum brum, ma a voce bassa perch&eacute; un po' si vergogna. E' il &ldquo;grazie&rdquo; del me di dieci giorni fa, rapito dalla vista di una &ldquo;Paso&rdquo; sul Passo della Scoglina. E' il &ldquo;grazie&rdquo; di me motociclista che sa che le moto belle spessissimo vanno anche bene e, fuor di dubbio, emozionano. Le sue tutte. Non lo conoscevo io, Massimo Tamburini. Ma ha fatto grandi cose, anche per me. E un &ldquo;grazie&rdquo; glielo devo, e mi dispiace per l'imperdonabile ritardo. Federico Garbin 

Un grazie a Massimo Tamburini, progettista, designer, appassionato motociclista

9 risultati per '851'

In vendita la Ducati 851 S appartenuta a Ron Haslam

Ducati 851 S di Ron Haslam

Rewind, Ducati 851 S: lì dove tutto è cominciato

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Le moto che hanno fatto storia: Ducati 851

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