        BMW compie cento anni e per festeggiare il traguardo ha deciso di organizzare una festa-evento che avr&agrave; luogo in Piazza del Popolo, a Rubiera (RE) dal 14 al 15 ottobre 2023. L'obiettivo &egrave; celebrare una passione comune e festeggiare cento anni di storia, viaggi ed esperienze. L&rsquo;evento sar&agrave; aperto al pubblico a partire dalle 14:00 del 14 ottobre e sar&agrave; un omaggi al secolo di storia motociclistica BMW con una serie di attivit&agrave; ed iniziative che porteranno i partecipanti ad immergersi a 360&deg; nel mondo del marchio. Previste sia per sabato che per domenica delle iniziative di test ride per esplorare l&rsquo;identit&agrave; e le prestazioni di vari modelli, in percorsi studiati ad hoc. Grazie all&rsquo;iniziativa &ldquo;Riding Together&rdquo; sar&agrave; poi possibile provare diversi modelli di moto con il supporto di istruttori specializzati: per chi invece preferisce un&rsquo;esperienza di guida in prima persona, si potranno effettuare dei test ride di veicoli come BMW R 18, BMW K 1600, o sperimentare l&rsquo;innovazione e l&rsquo;avanguardia elettrica di BMW CE 04. Moto e programma L&rsquo;evento sar&agrave; anche un&rsquo;occasione per poter osservare da vicino delle rappresentanti del mondo attuale di BMW Motorrad, ma anche della sua tradizione. Oltre ad un&rsquo;esposizione di moto d&rsquo;epoca, saranno presenti degli esemplari di R 18 custom direttamente dal concorso R 18 Your Choice 100 Years, delle moto a zero emissioni come il CE 04 e il nuovo CE 02, ma anche un&rsquo;area interamente dedicata alla gamma M. Tra le moto esposte ci saranno anche due anteprime assolute: la nuova BMW R 1300 GS, che sar&agrave; lanciata sul mercato il prossimo 4 novembre e la BMW F 900 GS che arriver&agrave; nel primo trimestre del 2024. Infine, per quelli che parteciperanno sar&agrave; possibile approfondire le attivit&agrave; della GS Academy, realt&agrave; nata nel 2007 con lo scopo di formare gli appassionati di enduro a diversi livelli per la guida fuoristrada. BMW, ALLARME RIENTRATO IN NORD AMERICA: REVOCATA LA SOSPENSIONE DELLE VENDITE       

L'evento-festa sar&agrave; nei giorni 14 e 15 ottobre in Piazza del Popolo, a Rubiera (RE)

BMW celebra i suoi 100 anni con una full immersion nel mondo dell'Elica

Nel 2023 la divisione Motorrad di BMW &egrave; entrata a far parte dell&rsquo;esclusivo club dei marchi centenari. Un traguardo importantissimo che non poteva essere ignorato, e allora ecco l&rsquo;idea di organizzare &ldquo;The Great Rally&rdquo;, tre giorni attraverso le Alpi con partenza da Trieste &ndash; patria di Camillo Castiglioni, l&rsquo;italiano che a cavallo degli anni &rsquo;20 acquist&ograve; la Casa tedesca salvandola di fatto dal fallimento &ndash; fino agli avveniristici BMW Welt e Museum di Monaco di Baviera nei pressi dell&rsquo;headquarter del brand. Un&rsquo;appassionante impresa, che oltre al team di In Moto &ndash; media partner e staff tecnico dell&rsquo;evento &ndash; ha visto protagonisti alcuni personaggi del mondo del cinema, dell&rsquo;arte, dello spettacolo e dei nuovi media, tutti desiderosi di mettersi alla prova sui passi alpini in sella ad una delle moto dell&rsquo;Elica (a scelta tra nineT, R 1250 R, S 1000 XR e GS).    I partecipanti&nbsp;    Scopriamo, in rigoroso ordine alfabetico, il loro identikit. Marco Cocci, attore di successo, musicista, interprete e compositore di colonne sonore, &egrave; un indomito spirito libero, un artista nel senso pi&ugrave; proprio e profondo del termine. Di quelli che lasciano il segno. Andrea Crespi si definisce &ldquo;un pittore italiano del XXII secolo&rdquo;; avanguardista e sperimentatore, per lui l&rsquo;arte &egrave; il modo pi&ugrave; elegante di fare domande scomode, &egrave; bellezza e verit&agrave;. Ernesto D&rsquo;Argenio ha recitato in numerosi film e serie TV amate dal pubblico ma la sua grande sensibilit&agrave; dietro l&rsquo;occhio della cinepresa lo porta spesso a impegnarsi anche come autore e regista. Gianluca Gazzoli, speaker radiofonico, conduttore televisivo e videomaker, &egrave; soprattutto un formidabile narratore di storie, come sa bene chi non perde una puntata dei suoi apprezzatissimi podcast. Francesco Mandelli, invece, &egrave; come un candelotto di dinamite che non smette mai di esplodere: ironico, travolgente, scoppiettante, la sua carriera lo ha visto, e lo vede tuttora, impegnato come attore, regista, conduttore televisivo, musicista e conduttore radiofonico. Ma &egrave; anche l&rsquo;amico che tutti noi vorremmo sempre intorno. Roberto Parodi, dulcis in fundo, &egrave; forse il pi&ugrave; noto al pubblico motociclistico: giornalista (&egrave; stato direttore di Riders), conduttore televisivo, viaggiatore senza frontiere, &egrave; anche l&rsquo;autore di numerosi libri che hanno il merito di aver avvicinato tante persone alle due ruote; oltre ad aver nutrito la passione di chi una moto l&rsquo;aveva gi&agrave;.  Il viaggio    Fatte le presentazioni, &egrave; il momento di iniziare il viaggio. L&rsquo;appuntamento per tutti &egrave; a Piazza Ponterosso a Trieste e dopo i saluti e gli scatti di rito, via, &ldquo;in carovana&rdquo;, verso le prime curve della giornata. Al gruppo si uniscono anche alcuni nostri lettori; in particolare Davide, che con la sua nineT ci seguir&agrave;, stoico, fino a Monaco di Baviera. Superato il lago di Sauris, dopo una sosta rigenerante alla Malga Casera Razzo, arriva finalmente il mo- mento di gustare il piatto principale della giornata: l&rsquo;attacco al monte Zoncolan, che i friulani non a caso chiamano il Kaiser. Una delle scalate pi&ugrave; temute di sempre dai ciclisti per le sue pendenze, che riserva belle emozioni anche in moto. Passata Ovaro, le salite si fanno subito importanti dalla vicina frazione di Liariis, dove un severo &ldquo;Lasciate ogni speranza, o voi che entrate&rdquo; toglie ogni dubbio su cosa attende chi si avventura oltre &ldquo;la porta dell&rsquo;inferno&rdquo;. Ovviamente, il monito &egrave; per chi pedala.  In sella alle nostre BMW, ci godiamo il tragitto (e il gran divertimento di guida) tra prati, boschi, tornanti e suggestivi tunnel. Toccati i 1.750 metri del passo, la prima giornata termina con la discesa a Paluzza, in provincia di Udine. &Egrave; qui che passeremo la notte. Prima, per&ograve;, si cena tutti insieme; e a tavola &ndash; fuori le chitarre &ndash; talento, note e sensazioni a fior di pelle regalate da una splendida giornata in sella si mescolano in un amalgama indistinto di suoni, chiacchiere e distillati di montagna.  La mattina successiva, sveglia presto, siamo tutti in sella di buon&rsquo;ora. Il programma della giornata &egrave; particolarmente ambizioso: tre passi da conquistare, e non certo dei passi qualunque. Si inizia col Grossglockner, che figura senza dubbio tra le cose da fare in moto almeno una volta nella vita. Siamo in Austria, nel cuore del Parco degli Alti Tauri, lungo la GrossGlockner Hochalpenstrasse, intrigante gomitolo d&rsquo;asfalto (a pagamento) che si arrampica in vetta, tra paesaggi maestosi e vedute a 360&deg;. Alcuni del gruppo, in un momento di distrazione, sbagliano una svolta e si ritrovano al cospetto del ghiacciaio Pasterze (lasciato fuori dall&rsquo;itinerario, a malincuore, per ottimizzare il percorso). Un&rsquo;immensa lingua gelata che rende istantaneamente chiaro il concetto di maestosit&agrave; della natura. Un colpo d&rsquo;occhio emozionante! La dimostrazione che perdersi in moto, qualche volta, pi&ugrave; che un problema si rivela un&rsquo;opportunit&agrave;.  Il gruppo si ricompone poco dopo in cima all&rsquo;Edelweiss Peak, a quota 2.571 metri. Ma se fino a quel momento la giornata aveva goduto di condizioni meteorologiche favorevoli, le cose stavano per cambiare; e in maniera drammatica. La ripartenza &ndash; dopo una sosta forzata per un evento ciclistico che ci fa perdere tempo prezioso (i chilometri da percorrere sono ancora tanti) &ndash; avviene sotto una pioggerella fine; che dopo poco si trasforma in diluvio. &ldquo;Secchiate d&rsquo;acqua&rdquo; tempestose che non ci molleranno fino all&rsquo;arrivo. Gli oltre 2000 metri del Passo Stalle, che divide la Valle Defereggen e la Valle di Anterselva, sono molto di pi&ugrave; del semplice confine tra Austria e Italia. Un susseguirsi di tornanti immersi in una natura dalla bellezza prepotente e selvaggia, che quasi intimidisce tra i boati dei tuoni e profondi squarci nel cielo.  La strada si percorre a senso unico, a intervalli di tempo prestabiliti; e con il nostro timing oramai sballato, siamo costretti ad aspettare ben 40 minuti sotto la pioggia. Ci ripariamo sotto la tettoia di una casa di legno disabitata. Tra scherzi e battute, il morale per fortuna &egrave; ancora buono, ma alcuni dei nostri amici iniziano a mostrare chiari sintomi di spossatezza da freddo e pioggia. E purtroppo, con un altro &ldquo;2000&rdquo; da completare, la giornata si pu&ograve; dire tutt&rsquo;altro che conclusa. Raggiungiamo Vipiteno, pronti per il Passo Giovo, intorno alle 20.30. Acqua e gelo non ci mollano. Per di pi&ugrave;, si &egrave; aggiunta anche la grandine. Salendo, con le nuvole che rigonfiano tra le pareti di roccia, la visuale cala inesorabilmente. Per fortuna, sulle Alpi, la luce in estate &egrave; persistente; anche a tarda sera. Come se in qualche modo rimanesse &ldquo;incastrata&rdquo; tra i boschi, nelle valli; appiccicata alle cime che orlano l&rsquo;orizzonte. Il gruppo si sgrana. Si avanza lentamente e a fatica. Perdersi ad ogni modo &egrave; impossibile, la strada finisce dritta (per modo di dire) a San Lorenzo in Passiria, dove trascorreremo la notte. Ma sale comunque un pizzico di apprensione: bisogna assicurarsi che tutti arrivino &ldquo;sani e salvi&rdquo; alla meta nonostante le condizioni avverse.    L&#39;arrivo    Alla fine, tutto bene! L&rsquo;arrivo alla spicciolata nel parcheggio dell&rsquo;hotel ha un sapore eroico. Profuma d&rsquo;impresa. E negli occhi cerchiati dei nostri compagni di viaggio, oltre alla spossatezza infinita, si legge la soddisfazione tipica di chi non molla, di chi vuole arrivare fino in fondo. Una doccia calda, una buona cena e un calice di vino risollevano gli animi, ripristinando il benessere psico-fisico del gruppo. Ma il peggiorare delle condizioni meteo previsto per l&rsquo;indomani lungo il percorso, impone (ahinoi) scelte drastiche. La montagna, proprio come il mare, non ammette leggerezza quando gli elementi si scatenano e allora: cambio di programma... e di itinerario fino a Monaco. Poco male, il piano B si rivela comunque vincente: il Giovo - percorso a ritroso - sembra tutta un&rsquo;altra cosa sotto la luce splendente del sole che ci accoglie al mattino; e con le sue vorticose curve e panorami ampi lascia a bocca aperta, vecchi e nuovi frequentatori. Tocchiamo l&rsquo;elegante Innsbruck, ci &ldquo;arrampichiamo&rdquo; a Garmisch e poi via, tutto d&rsquo;un fiato fino a Monaco di Baviera, che ci d&agrave; il benvenuto con l&rsquo;ultimo scroscio di pioggia del viaggio appena prima dell&rsquo;arrivo. Non ci bada quasi nessuno, ormai siamo vaccinati.  A moto spente, vegliati dalla celebre torre BMW progettata dell&rsquo;architetto Karl Schwanzer, l&rsquo;emozione di tutti &egrave; palpabile. Risate, pacche sulle spalle, ce l&rsquo;abbiamo fatta! &ldquo;The Great Rally&rdquo; &egrave; stato completato. E dopo una visita al &ldquo;Museum&rdquo; ricco di modelli, curiosit&agrave; e aneddoti a 2 e a 4 ruote, arriva il momento dei saluti. E con loro, la promessa di un&rsquo;avventura da replicare. Magari prima che BMW compia un altro secolo di vita e... s&igrave;, stavolta possibilmente al caldo!  DA ROMA A TRIESTE CON LE BMW R 1250 GS ULTIMATE EDITION E R 1250 RT 

Un viaggio memorabile, da Trieste, in compagnia di personaggi dello spettacolo. Un&rsquo;overdose di emozioni che non ha risparmiato qualche imprevisto

The Great Rally, fino a Monaco di Baviera per i 100 anni di BMW

Siamo abituati a sapere tutto sulle moto che ci interessano, dai pi&ugrave; piccoli dettagli estetici alle particolarit&agrave; tecniche e meccaniche pi&ugrave; nascoste. Ma quando, invece, si parla di storia del brand che amiamo, siamo sicuri di sapere davvero tutto? Essere onniscenti &egrave; impossibile, anche per i pi&ugrave; &quot;impallinati&quot;, quindi speriamo di stimolare la vostra sete di consoscenza e curiosit&agrave; con questi 5 fatti un po&#39; particolari che riguardano le motociclette BMW... le conoscevate tutte?  La R75 era fatta per non fermarsi mai    I mezzi militari devono possedere una caratteristica fondamentale: devono essere inarrestabili! Quando BMW progett&ograve; la R75 sul finire degli anni &#39;30, su richiesta dell&#39;esercito tedesco, si &egrave; pensato a tantissime situazioni di utilizzo nelle quali la moto avrebbe potuto far fatica, quindi il motore fu sviluppato con una compressione bassissima di 5,6:1 per poter girare anche con il pi&ugrave; grezzo dei carburanti, le ruote di moto e carrozzino furono montate delle stesse identiche dimensioni per essere intercambiabili e il cambio aveva otto marce in avanti e quattro in retro... un piccolo carro armato con la sella!  &nbsp;  BMW inizi&ograve; a costruire moto perch&egrave; la Germania ha perso la guerra    Subito dopo la Prima Guerra Mondiale, il trattato di Versailles decret&ograve; che nessuna azienda della perdente Germania potesse costruire pi&ugrave; dispositivi e mezzi militari. La Bayerische Motor Werke, che fu l&#39;unica azienda rimasta in piedi a costruire motori per l&#39;aviazione, fu costretta a bloccare la produzione e i vertici aziendali pensarono di convertire l&#39;attivit&agrave; nello sviluppo di motori di motociclette, per non dover definitivamente chiudere. Fu l&#39;inizio di una storia che ha portato a grandi successi a due ruote  Il boxer non era un motore da moto    Quando BMW arriv&ograve; a sviluppare il motore bicilindrico boxer (adottandolo, ma non &egrave; stato una sua invenzione), non era nelle intenzioni dell&#39;azienda realizzare motociclette ma fu un&#39;idea pensata per la produzione industriale e per la conduzione di piccoli aeromobili. Il trattato di Versailles che abbiamo citato poco sopra fu l&#39;unico motivo per il quale, in condizioni di emergenza e a rischio chiusura, l&#39;intero progetto di motore boxer fu rivisto e adattato a stare all&#39;interno della ciclistica di una moto... il futuro lo conosciamo bene.  &nbsp;  La forcella telescopica &egrave; un&#39;invenzione BMW    Oggi utilizziamo motociclette dotate di forcella, ovvero due foderi e due steli che abbracciano il telaio nella parte superiore, la ruota nella parte inferiore e hanno un effetto ammortizzante grazie al sistema di molle interno. Prima dell&#39;invenzione di questo dispositivo, le moto avevano sospensioni rigidi o particolari sistemi ammortizzanti che utilizzavano balestre o altri tipi di soluzioni meno efficienti. La prima vera sospensione telescopica fu presentata da BMW negli anni &#39;30 con la R12 del 1934. la prima con un sistema&nbsp; di smorzamento idraulico. Fu una vera e propria rivoluzione copiata da tutti gli altri produttori.  BMW poteva morire per &quot;colpa&quot; di Mercedes  Oggi identifichiamo BMW e Mercedes come i due brand che rappresentano il premium tedesco nel mondo, ma negli anni &#39;70 ci fu una situazione che avrebbe potuto portare alla fine di BMW (Motorrad e auto). Durante la guerra fredda, BMW stava passando un periodo nero a causa di scarse vendite e e crisi aziendale. Mercedes Benz prov&ograve; ad acquisire quindi l&#39;intera attivit&agrave; dell&#39;azienda di Monaco con lo scopo di assorbire e poi eliminare dal mercato il marchio, che per&ograve; - grazie all&#39;opposizione di un gruppo di investitori contrari all&#39;operazione - diedero la possibilit&agrave; a tutti i dipendenti e alle loro famiglie di acquistare parte del capitale aziendale permettendo alla BMW di non morire soffocata dai debiti e di risollevarsi. Fu una mossa azzeccatissima che allontan&ograve; per sempre il pericolo di chiusura! 

Celebriamo il secolo di vita del marchio motociclistico bavarese con una serie di curiosit&agrave; sulla storia del brand

BMW Motorrad compie 100 anni: ecco 5 cose che (forse) non sapevi

Erano i ruggenti anni &#39;20 del secolo scorso, quando la Bayerische Motor Werke - gi&agrave; impegnata nella produzione di motori da moto per conto terzi - ha presentato al mondo il suo primo veicolo a due ruote. Era, di preciso, il 1923 e quest&#39;anno si festeggiano i 100 anni, tondi tondi, dall&#39;entrata in produzione della leggendaria R32. Da quel giorno l&#39;azienda ha realizzato centinaia di moto differenti e noi ne abbiamo scelto otto che pi&ugrave; di tutte le altre rappresentano il vero cuore dell&#39;evoluzione motociclistica bavarese.&nbsp;  100 anni di BMW Motorrad: le moto simbolo della storia del marchio  R32 del 1923  Non potevamo che mettere la mamma di tutte le BMW al primo posto. Questa moto fu il risultato delle precedenti esperienze come costruttore di motori per l&#39;azienda Victoria e come fornitore di piccoli motori aeronautici con architettura boxer che favorivano il raffreddamento dei cilindri. Fu questa, alla fine, la scelta meccanica per il primo prodotto a marchio BMW, con cilindrata di 500cc da 8,5 CV, telaio rigido e la colorazione nera a bande bianche che ha segnato tutta la prima parte della storia del brand.    R75 del 1941  Nel 1938 il secondo conflitto mondiale era alle porte: negli uffici dei dirigenti BMW arriv&ograve; una richiesta ben precisa:&nbsp;sviluppare una motocicletta adatta a qualsiasi terreno, robusta e capace di spostare le truppe tedesche attraverso il fronte senza troppi problemi. Il progetto venne chiamato R75 e fu uno dei pi&ugrave; grandi successi tecnici ed industriali dell&#39;azienda bavarese.  Era un sidecar costruito attorno a un telaio tubolare in acciaio, che ospitava nella sua culla un motore bicilindrico boxer 4 tempi da 745cc con camme in testa. Il rapporto di compressione era bassissimo, solo 5,8:1, e questo gli permetteva di erogare soltanto 26 CV ma garantendo una grande affidabilit&agrave;. Aveva anche la trazione sulla ruota del carrozzino e poteva affrontare anche i terreni pi&ugrave; accidentati.    &nbsp;  Serie /5 del 1969  Ai tempi di Woodstock e all&#39;inizio delle rivoluzioni per i diritti sociali, in BMW hanno deciso di puntare su una serie di motociclette tutta sostanza: erano le R50/5, R60/5 e R75/5, moto turistiche identiche nella tecnica ma diverse per cilindrata, adatte anche ad un uso moderatamente sportivo e vogliose di macinare chilometri su chilometri. L&#39;idea della serie /5 arriv&ograve; con l&#39;intenzione di soddisfare moltissimi tipi di utenza e conquistare nuove fette di mercato. Il progetto fu un successo e grazie alla qualit&agrave; complessiva del mezzo e all&#39;affidabilit&agrave; sempre maggiore del boxer, BMW riusc&igrave; a vendere pi&ugrave; di 38.000 esemplari, un record fino a quel momento.    R90S del 1972  Il marchio bavarese ha raggiunto diversi successi sportivi nelle competizoni motociclistiche, ma non ha mai avuto una vera e propria moto sportiva in gamma. La R90S fu pensata proprio come prima vera sportiva Made in Bayern, forte del suo robusto boxer 900 da 67 CV e volocit&agrave; di punta superiore ai 200 km/h. Con questa moto - inconfondibile per la verniciatura bicolore con serbatoio sfumato e per il cupolino aerodinamico - BMW ha corso anche nel campionato AMA vincendo alla gara di debutto di Daytona e conquistando il titolo nel 1976.&nbsp;&nbsp;    &nbsp;  R80 G/S del 1980  La mamma di tutte le moto adventure &egrave; lei, e questo non si pu&ograve; di certo mettere in discussione. La prima G/S della storia &egrave; arrivata come una rivoluzione sul mercato mondiale e ha da subito attirato le attenzioni degli appassionati, che hanno iniziato a usarla per andare in giro per il moto e affrontare qualsiasi tipo di terreno. Era grossa, pesante e accogliente, ma poteva affrontare gli sterrati con la sua ciclistica da fuoristrada e il suo inarrestabile boxer 800. Questa moto partecip&ograve; alla Dakar vincendola nell&#39;81, &#39;82, &#39;84 e &#39;85. Ora &egrave; una delle moto pi&ugrave; ricercate e valutate di tutta la storia BMW.&nbsp;  La dinastia delle GS &egrave; arrivata fino ai giorni nostri ed &egrave; ormai il modello pi&ugrave; di successo di tutta la storia del marchio. Citeremo solo lei - in quanto capostipite - ma in questa lista ogni GS avrebbe un importantissimo ruolo.  K100 del 1983  BMW cresce, si espande e diventa pi&ugrave; tecnologica, per questo &egrave; pronta a sperimentare anche nuove tipologie meccaniche concretizzando un progetto pi&ugrave; unico che raro nella K100. Il suo motore 4 cilindri 1000 a sogliola &egrave; stato il primo di una dinastia di modelli iconici per stile, caratteristiche e prestazioni turistiche. Nel 1983 si trattava della moto pi&ugrave; tecnologicamente avanzata del mercato e si piazzava in un segmento premium con prezzi superiori alla concorrenza. &Egrave; con lei che &egrave; nato il concetto di moto tecnologica tedesca e di unicit&agrave; dei prodotti BMW anche al di fuori del bicilindrico boxer.    &nbsp;  S1000RR del 2009  Siamo arrivati al nuovo millennio e il palmares sportivo di BMW non &egrave; mai veramente decollato. Dopo un fallito tentativo di ingresso in MotoGP, gli sforzi del brand si sono concentrati sulla realizzazione di un 4-in-linea capace di concorrere e magari battere i missili supersportivi giapponesi e italiani... nasce quindi la piattaforma meccanica S, che fin da subito si pone in cima alle comparative per potenza assoluta e qualit&agrave; di guida.&nbsp;  La S1000RR fu una rivoluzione per il brand e fece debuttare il marchio sia in Superbike che nelle competizioni Road Racing. Non &egrave; mai arrivato un titolo mondiale delle derivate di serie - fino a oggi - ma le vittorie di singole gare sono innumerevoli sia a livello nazionale che internazionale e ora la serie S &egrave; una piattaforma ad alte prestazioni che include anche moto naked e crossover.    K1600 del 2010  Come ultima della lista, vorremmo citare una delle moto pi&ugrave; particolari mai realizzate a Monaco e uno dei motori pi&ugrave; belli degli ultimi 20 anni. La K1600 vanta una meccanica a 6 cilindri in linea dal posizionamento quasi orizzontale, che montato su un telaio a curva bassa offre un&#39;esperienza di guida unica, con un sound inconfondibile e un carattere molto identitario.&nbsp;  Al di l&agrave; dei boxer, che continuano ad essere lo stato dell&#39;arte della produzione BMW, a Monaco continuano ad innovare e a proporre progetti che diventano in qualche modo iconici, vere e proprie pietre miliari della produzione motociclistica mondiale, spesso azzardate ma sempre contraddistinte da un amore per la tecnica e per l&#39;innovazione. Buon compleanno BMW Motorrad!    &nbsp;  The Great Rally 2023  Gomitoli di curve, paesaggi alpini tra i pi&ugrave; iconici e rinomati.&nbsp;Un paradiso per il mototurista, il sogno di molti che diventa una realt&agrave; con&nbsp;BMW&nbsp;.&nbsp; Per le celebrazioni dei 100 anni di storia,&nbsp;BMW Motorrad Italia ha ideato The Great Rally,&nbsp;un viaggio che, partendo il 3 luglio da Trieste, nella cornice di&nbsp;piazza Ponterosso alle 10:00, dopo un percorso di quasi&nbsp;900 Km&nbsp;(da farsi in tre giorni) porter&agrave; fino a&nbsp;Monaco di Baviera&nbsp;con arrivo previsto per il giorno 5 nei pressi del quartier generale della Casa dell&#39;Elica. Sar&agrave; infatti davanti al museo/sede&nbsp;BMW Welt And BMW Museum, a pochi passi dalla sede principale dell&#39;Azienda, che si concluder&agrave; il viaggio.  PROGRAMMA  Per chi ci volesse raggiungere il gruppo, ecco le tappe principali del viaggio, gli orari delle soste e i link al percorso 3 luglio&nbsp;(percorso) Ore 10.00 Ritrovo a Trieste in Piazza Ponterosso Ore 13.00-14.00 Pranzo a Viaso (La Baita di Mainardis) Ore 18.00 arrivo a Paluzza (UD) 4 luglio&nbsp;(percorso) Ore 8.00 Partenza da Paluzza (Osteria da Alvise) Ore 12.30-13.30 Pausa Pranzo a&nbsp;Mittersill Ore 18.30 Arrivo a San Leonardo in Passiria&nbsp; 5 luglio&nbsp;(percorso) Ore 8.00 Partenza da San Leonardo in Passiria (Das Bergland) Ore 13.00 Pausa pranzo a Garmisch-Partenkirchen (Sonnenhof) Ore 16.00 Arrivo a Monaco (BMW Welt)  100 ANNI DI BMW: CON NOI (E INSIEME A VOI) IN SELLA DA TRIESTE A MONACO PER IL GREAT RALLY 

Quante moto si possono fare in cento anni di storia? E quante di queste rimarranno nella memoria di tutti gli appassionati? Ne abbiamo scelto 8

100 anni di BMW Motorrad: le moto simbolo della storia del marchio

        &Egrave; stato presentato a Milano Moto Guzzi 100 Anni, l&rsquo;opera editoriale di Rizzoli Illustrati che celebra il mito del marchio dell&rsquo;aquila, una delle case motociclistiche pi&ugrave; innovative, amate e famose al mondo nell&rsquo;anno del suo centesimo anniversario. Un volume di grande eleganza estetica che attraversa un secolo di storia con i contributi di dieci autorevoli personaggi internazionali che celebrano il loro amore per Moto Guzzi. Un volume riccamente illustrato con splendide immagini inedite nel quale i dieci autori, distinti e distanti per cultura, origine, storia personale e formazione raccontano la loro passione per le splendide moto italiane. DIECI AUTORI UNA PASSIONE &Egrave; la testimonianza delle unicit&agrave; di Moto Guzzi, un marchio che a distanza di cento anni dalla sua nascita continua a incarnare i valori dei suoi geniali fondatori. Dal 1921 ogni singola Moto Guzzi che ha percorso le strade del mondo &egrave; stata assemblata a mano, con cura artigianale e amore per il prodotto nello stabilimento di Mandello del Lario. Questa profonda autenticit&agrave; &egrave; il tratto distintivo di ogni Moto Guzzi ed &egrave; il valore riconosciuto e condiviso da dieci autori sparsi nel mondo: un attore famoso, una scrittrice, tre appassionati giornalisti, un astronauta, un architetto di fama mondiale, un professore ad Harvard, un DJ, un grande designer. Da Londra a Hollywood, da Tokio alla Sardegna, dal Vermont a Mandello del Lario. &Egrave; un filo rosso quello che lega chi ama Moto Guzzi e quello che queste motociclette rappresentano, una passione che regala un linguaggio comune a persone e a storie tanto lontane e diverse. Si trovano cos&igrave;, idealmente insieme a parlare di amore per la motocicletta, la scrittrice Melissa Holbrook Pierson, l&rsquo;attore Ewan McGregor, l&rsquo;architetto Greg Lynn, i giornalisti Marco Masetti, Mat Oxley, e Akira Nishimura, DJ Ringo, il designer Tom Dixon, l&rsquo;astronauta Paolo Nespoli e Jeffrey Schnapp, il professore di Harvard che ha anche curato il volume. Moto Guzzi rilegge i suoi primi cento anni, con il contributo di questi autori straordinari, mentre prepara i prossimi cento, forte di un successo che ne segna una seconda giovinezza. Una gamma moto completamente rinnovata, ricca della migliore tecnologia di supporto elettronico alla guida e progetti che stanno per sbocciare, accompagnano Moto Guzzi verso un futuro che promette di essere non meno brillante del suo fantastico passato. MOTO GUZZI: ORGOGLIO CENTENARIO  Il secolo di Moto Guzzi rappresenta un momento di grande orgoglio per tutta l&rsquo;industria italiana e quella che si festeggia &egrave; una storia vissuta guardando sempre avanti, con la capacit&agrave; di innovare pur restando fedele ai propri talenti e alle proprie tradizioni. &Egrave; stato un secolo di splendide motociclette, di vittorie, di avventure, di personaggi straordinari. Moto Guzzi ha firmato vittorie sui circuiti di tutto il mondo, conquistando 14 Titoli Mondiali. &Egrave; stata la moto dei record di velocit&agrave;, simbolo di crescita di un Paese, &egrave; stata la moto delle Forze dell&rsquo;Ordine, dell&rsquo;Esercito e ha esteso questa sua vocazione anche all&rsquo;estero equipaggiando la Polizia californiana e, in tempi pi&ugrave; recenti, quella di Berlino e di molte citt&agrave; d&rsquo;Europa ed &egrave;, da sempre, la moto dei Corazzieri, il corpo di &eacute;lite che scorta il Presidente della Repubblica Italiana. Moto Guzzi ha accompagnato l&rsquo;Italia nella sua crescita economica e sociale, le sue motociclette sono diventate patrimonio della cultura popolare e oggi continua ad appassionare di migliaia di motociclisti nel mondo Il volume Moto Guzzi 100 Anni (224 pagine) &egrave; gi&agrave; disponibile in libreria al prezzo di copertina di 80 Euro. Essere "Guzzista": cosa significa?       

100 anni di storia narrati attraverso 10 storie di autorevoli personaggi che rendono omaggio alla loro passione per il Marchio di Mandello

Moto Guzzi "100 anni": il libro che celebra una passione

        Un secolo di attivit&agrave;, quella che lo scorso marzo ha festeggiato Moto Guzzi. Una storia lunga cento anni, ricca di successi, di innovazioni e di motociclette, che la piccola officina spagnola GMB99 (Guzzi Motobox) ha deciso di omaggiare con qualcosa di audace: il Progetto 100&deg; Anniversario. Moto Guzzi Griso 1100 "Caff&egrave; Lungo": la custom di Officine Sbrannetti  Motore di una Griso, ma con kit ad hoc Quella che doveva essere una classica customizzazione di una Moto Guzzi Bellaggio &ndash; appartenente ad un cliente dell&rsquo;officina &ndash; si &egrave; tramutata in breve in qualcosa di pi&ugrave;. A pochi mesi dal centesimo anniversario della Casa, infatti, i ragazzi di GMB99 hanno pensato bene di rendere omaggio all&rsquo;Azienda italiana con un progetto degno della fama che la stessa &egrave; riuscita a costruire in tutte queste primavere. Per prima cosa via il motore originale e il terminale di scarico. Al loro posto spazio ad uno scarico Akrapovic e al bicilindrico a V di una Griso da 1.200 cc con l&rsquo;aggiunta di un kit specifico (albero motore, bielle, cilindri e pistoni) capace di portarlo ad una cilindrata ancora maggiore, ben 1.700 cc e 140 cv di potenza. Stilosa modern-classic Numerose anche le modifiche apportate al telaio, prodotte secondo GMB99 per cercare di rendere la moto pi&ugrave; sportiva: dall'accorciamento del cannotto di sterzo al rifacimento dell'intera zona del retrotreno, fino all'integrazione di un serbatoio proveniente da una Moto Guzzi V7, ma prontamente allungato di 70 mm cos&igrave; da rendere il profilo della moto pi&ugrave; snello e accattivante. Creato su misura anche il cupolino, con tanto di alette aerodinamiche laterali e un grande faro tondo al centro, e la sella biposto interamente in pelle marrone. La livrea blu/grigio/oro e il simbolo dei cento anni di Moto Guzzi fanno il resto e chiudono il progetto in grande stile senza incappare in sgradevoli eccessi. Una Ducati Monster S4RS diventa la special "Ristretto"         

Quella che doveva essere una classica customizzazione di una Moto Guzzi Bellaggio, appartenente ad un cliente dell&rsquo;officina spagnola, si &egrave; tramutata in qualcosa di pi&ugrave;

Moto Guzzi Bellagio by GMB99: la special in omaggio ai 100 anni

Un secolo di attivit&agrave;, quella che lo scorso marzo ha festeggiato Moto Guzzi. Una storia lunga cento anni, ricca di successi, di innovazioni e di motociclette, che la piccola officina spagnola GMB99 (Guzzi Motobox) ha deciso di omaggiare con qualcosa di audace: il Progetto 100&deg; Anniversario. Ecco alcune foto

Moto Guzzi Bellagio by GMB99 FOTO

Ecco alcuni dei modelli che hanno fatto la storia della Casa di Mandello del Lario, fondata il 15 marzo 1921

Moto Guzzi: 100 anni di moto

Un secolo di vita, 100 anni, per la Casa di Mandello del Lario che &egrave; stata fondata il 15 marzo 1921. Un traguardo leggendario che dimostra la capacit&agrave; di Moto Guzzi di mantenere saldi i suoi principi e valori, lo stile e l&rsquo;autenticit&agrave; del Marchio, ma stando al passo con i tempi, con le nuove tecnologie e i sistemi di sicurezza.  Un momento di grande orgoglio    Ogni singola Moto Guzzi, dopo un secolo, &egrave; ancora costruita nello stabilimento di Mandello del Lario con cura artigianale: nelle due ruote dell&rsquo;Aquila si pu&ograve; ammirare il bilanciamento tra lo stile classico e la tecnologia di avanguardia, con l&rsquo;obiettivo di creare un rapporto esclusivo tra moto e pilota. &ldquo;I cento anni di Moto Guzzi - ha dichiarato Roberto Colaninno, Presidente e AD del Gruppo Piaggio - rappresentano un momento di grande orgoglio per il Gruppo Piaggio, del quale il brand lariano &egrave; parte dal 2004, e per tutta l&rsquo;industria, non solo motociclistica, italiana. Capacit&agrave; di innovazione, coraggio nel riuscire ad anticipare i tempi, spirito competitivo, amore per il prodotto e attenzione meticolosa alla qualit&agrave; delle produzioni sono i talenti che Moto Guzzi ha saputo unire negli anni ad un rapporto unico con il suo territorio. Dal 1921 a oggi, ogni Moto Guzzi che ha percorso le strade del mondo &egrave; infatti nata nello stabilimento di Mandello, proprio l&igrave; dove la storia ebbe inizio esattamente un secolo fa. E tutto ci&ograve; continuer&agrave; anche nel suo secondo secolo di storia. Un&rsquo;eccellenza tutta italiana&rdquo;, ha concluso il Presidente Colaninno, &ldquo;che ha fatto la storia del nostro Paese senza mai invecchiare e che continua a muovere la passione pi&ugrave; autentica di migliaia di guzzisti in tutto il mondo&rdquo;.  L&rsquo;Aquila, un simbolo legato all&rsquo;Italia    Tra gli elementi che hanno caratterizzato la storia della Casa di Mandello del Lario c&rsquo;&egrave; sicuramente il suo simbolo, l&rsquo;Aquila, strettamente legato all&rsquo;Italia. L&rsquo;aquila ad ali spiegate trae origine dalla comune militanza dei fondatori Carlo Guzzi e Giorgio Parodi nel Servizio Aereo della Regia Marina durante la Prima Guerra Mondiale. Proprio durante il conflitto i due amici, insieme al pilota Giorgio Ravelli decisero di dedicarsi, a guerra finita, alla costruzione di motociclette. Revelli per&ograve; non pot&egrave; coronare il suo sogno perch&eacute; vittima di un incidente nel 1919. Ed &egrave; proprio per ricordare l&rsquo;amico scomparso che Guzzi e Parodi scelsero l&rsquo;Aquila come simbolo.  I successi di Guzzi    Nei suoi cento anni, Moto Guzzi ha firmato vittorie sui circuiti di tutto il mondo, portando il tricolore su ben 14 titoli Mondiali. La moto Guzzi ha rappresentato numerose categorie: &egrave; stata la moto dei record di velocit&agrave;, simbolo di crescita di un Paese rivolto al futuro; &egrave; stata la moto delle Forze dell&rsquo;Ordine, dell&rsquo;Esercito e ha esteso questa sua vocazione anche all&rsquo;estero equipaggiando la Polizia californiana e, in tempi pi&ugrave; recenti, quella di Berlino e di molte citt&agrave; d&rsquo;Europa oltre che la guardia del re di Giordania. Inoltre, Moto Guzzi &egrave; la moto dei Corazzieri, il corpo di &eacute;lite che scorta il Presidente della Repubblica Italiana. Ma &egrave; stata anche protagonista di grandi viaggi, come quello del 1928 in cui Giuseppe Guzzi raggiunse il circolo polare in sella alla GT &ldquo;Norge&rdquo;.  Ma la storia di Guzzi si lega anche alle competizioni, con il ritorno grazie al Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance, che da quest&rsquo;anno ha valenza europea, e grazie a una nuova famiglia che ha riportato il Marchio tra i protagonisti del mercato. Le best seller sono la classica V7, appena rinata intorno al nuovissimo bicilindrico 850, e la classic enduro V85TT votata al viaggio e disegnata per la comodit&agrave; e la facilit&agrave; di guida.    Giornate Mondiali Moto Guzzi  Le Giornate Mondiali Moto Guzzi sono una tradizione che permette agli appassionati di vivere ancora di pi&ugrave; il loro amore per il Marchio. Il prossimo appuntamento &egrave; da 9 al 12 settembre 2021 per festeggiare come si deve l&rsquo;importante traguardo raggiunto, quello de centenario. Le GMG sono da sempre un evento imperdibile per ogni appassionato e, attesissime, tornano a dieci anni dall&rsquo;ultima edizione.  Moto Guzzi, asta per 30 moto da leggenda: dalla Normale alla LeMans 

La Casa di Mandello del Lario festeggia i 100 anni di storia, tra moto incredibili, trionfi sportivi e un forte legame con gli appassionati

Un secolo di Moto Guzzi: i successi in pista dal 1921

&Egrave; il 15 marzo del 1921 quando a Genova nasce la &ldquo;Societ&agrave; Anonima Moto Guzzi&rdquo;, addetta alla fabbricazione e alla vendita &ldquo;di motociclette e ogni altra attivit&agrave; attinente o collegata all&#39;industria metalmeccanica&rdquo;. Fondatori del progetto Emanuele Vittorio Parodi, noto armatore genovese, il figlio Giorgio e l&#39;amico Carlo Guzzi, suo ex commilitone nella Regia Aviazione insieme all&#39;amico Giovanni Ravelli, aviatore come lo stesso Parodi, deceduto l&#39;11 agosto 1919 durante un volo di collaudo. &Egrave; proprio alla sua memoria che si deve l&rsquo;introduzione dell&rsquo;Aquila ad ali spiegate nel logo Moto Guzzi.  Moto Guzzi: V7 e V85TT convincono sul mercato, Piaggio ringrazia  Gli esordi e i primi successi sportivi    Finita la guerra, diventa concreta l&rsquo;idea di costruire motociclette di cui gli amici avevano a lungo parlato. Il primo esemplare &egrave; la mitica Normale, con 8 CV di potenza, a cui seguono la Guzzi G.T., &ldquo;Norge&rdquo;, del 1928 e l&rsquo;Airone 250 del 1939, quest&rsquo;ultima considerata per pi&ugrave; di 15 anni la &ldquo;media cilindrata&rdquo; pi&ugrave; diffusa in Italia. Alla produzione si affiancano le vittorie sportive: la prima &egrave; nella prestigiosa Targa Florio nel 1921 che inaugura una serie di successi.  Ma di modelli ne seguiranno altri. Nel dopoguerra &egrave; la volta del Guzzino 65 (&ldquo;Cardellino&rdquo;) che per oltre dieci anni &egrave; stata la moto pi&ugrave; venduta in Europa. Arrivano poi il Galletto (1950) e la Lodola 175 (1956). Primo costruttore mondiale, nel 1950 Moto Guzzi realizza a Mandello del Lario un&rsquo;avveniristica galleria del vento. E nella squadra corse il team &egrave; di quelli da far invidia con tecnici come Umberto Todero ed Enrico Cantoni e il progettista Giulio Cesare Carcano (padre della Guzzi Otto Cilindri con i suoi 285 km/h di velocit&agrave; massima).  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  Il motore bicilindrico a V di 90&deg;  Siamo alla fine degli anni &rsquo;60 ma all&rsquo;inizio di una grande storia: nasce il motore bicilindrico a V di 90&deg;, un propulsore destinato a diventare il simbolo stesso di Moto Guzzi. Su questa base nasceranno modelli come la Guzzi V7, la V7 Special e un altro mito, la Guzzi V7 Sport. Il glorioso bicilindrico viene declinato anche in cilindrate pi&ugrave; piccole con le V35 e V50. Ma sono anche gli anni della California, Gran Turismo per eccellenza nella massima cilindrata, e dei modelli sportivi come Le Mans, la Daytona, la Centauro e la Sport 1100. Negli anni &rsquo;90, invece, fanno il loro debutto la nuova serie California, Nevada e V11 Sport.  L&rsquo;ingresso in Piaggio    Gli anni 2000 della storia di Moto Guzzi sono segnati dall&rsquo;ingresso nel Gruppo Piaggio (il 30 dicembre 2004). Nel marzo 2005 viene presentata Breva 1100, nel segmento delle &ldquo;naked&rdquo;, e a settembre c&rsquo;&egrave; il lancio di Griso 1100, una moto che nasce all&rsquo;insegna di scelte tecniche e stilistiche uniche e che desta diverso clamore. E poi arriva, a maggio 2006, Norge 1200 che segna il ritorno di Guzzi al granturismo.  Il 2006 &egrave; un anno ricco di successi sportivi. A marzo, sul circuito di Daytona in USA, Gianfranco Guareschi centra una storica &ldquo;doppietta&rdquo; con due vittorie nella Battle of Twins. E bissa il successo nella edizione 2007. &Egrave; da queste vittorie che nascono modelli come la 1200 Sport, naked spinta dall&rsquo;ultima evoluzione del bicilindrico a V di 90&deg; da 1.200 cc. La Griso 8V, evoluzione dell&rsquo;affascinante &ldquo;nuda&rdquo; lariana equipaggiata con il nuovo motore dalla distribuzione 4 valvole per cilindro capace di oltre 110 CV, e la Bellagio, una custom spinta da un bicilindrico 940 cc a corsa corta, sono le protagoniste del 2007.  Progetti avveniristici    E poi arriva la stagione di Eicma, dove vengono presentati in anteprima due modelli che si collocano alle estremit&agrave; della ricca gamma Moto Guzzi: la Stelvio 1200 e la V7 Classic. Nel 2009 viene introdotta la V7 Caf&egrave;, declinazione sportiva che affianca la versione Classic, la Griso SE e la Stelvio NTX, che segna l&rsquo;introduzione dell&rsquo;ABS anche sulla maxi enduro targata Mandello. Ed &egrave; sempre nel 2009 che al 67&deg; Salone Internazionale del Motociclo di Milano vengono presentati tre avveniristici prototipi progettati da Miguel Galluzzi e Pierre Terblanche: V12LM, V12 Strada e V12 X. A Eicma 2010, invece, vengono presentate le grandi 1200 8V a quattro valvole per cilindro: la Stelvio 1200 8V, la Stelvio 1200 NTX e la Norge GT 8V. Nasce inoltre la V7 Racer, vera e propria&nbsp;special&nbsp;di serie 750cc su base V7 Sport.  &nbsp;  &nbsp;  90 anni e non sentirli    Moto Guzzi taglia il traguardo dei 90 anni nel 2011 e ad aprile debutta la nuova gamma di modelli premium Stelvio e Norge 8V. Ma &egrave; la gamma V7 che segna la strada: dotata di un rinnovato propulsore ad alta efficienza, proietta in pochi mesi la nuova media di Mandello in vetta alla classifica delle moto pi&ugrave; vendute dal gruppo. Alle fine del 2012 arriva sul mercato la nuova Moto Guzzi California 1400 nella versione Touring. Agli inizi del 2013 ecco anche la Custom, entrambe sono spinte da un nuovissimo, poderoso bicilindrico a V da 1400 cc, il pi&ugrave; grande motore di questa tipologia mai prodotto in Europa. Nel 2014 la V7 si rinnova completamente, nasce Moto Guzzi V7II, la sesta marcia, il sistema di frenata ABS e il Traction Control sono tra le novit&agrave; pi&ugrave; importanti del nuovo modello.  Eldorado e Audace sono i due modelli che faranno molto parlare. Debuttano nel 2015, spinti possente bicilindrico 1400 cc. E poi &egrave; la volta, nel 2016, di Moto Guzzi Stornello e di V9, nuova custom di media cilindrata (in due versioni Roamer e Bobber) che monta un bicilindrico trasversale a V di 90&deg; di 850cc, completamente nuovo. E &egrave; anche il momento di debuttare per MGX-21 Flying Fortress, una moto anticonformista e ricca di tecnologia. In occasione del 50&deg; anniversario di Moto Guzzi V7 viene introdotto V7 III, rinnovamento ma originalit&agrave; e autenticit&agrave; inalterati.  Gli ultimi anni    Negli ultimi anni non sono mancate le novit&agrave; in casa Guzzi. Prima la presentazione a Eicma 2018 e poi la commercializzazione nella primavera del 2019 dell&rsquo;attesissima V85 TT, la moto che segna il ritorno dell&rsquo;Aquila nel segmento delle grandi enduro da viaggio, nasce sulla base di una nuova piattaforma tecnica ed &egrave; spinta da un inedito motore da 80 CV e 80 Nm, un bicilindrico trasversale a V di 90&deg;. Nel 2020 arriva anche la versione Travel, attrezzata con motovalige e accessori per il viaggio, che si affianca alle novit&agrave; V7III Stone S e V7III Racer 10th Anniversary.  Nel 2019 e 2020 Moto Guzzi torna alla forma pi&ugrave; classica delle corse in pista con il Moto Guzzi Fast Endurance. Il Trofeo, organizzato con la Federazione Italiana e dedicato a equipaggi di due piloti in sella alle V7 III, ha riscosso un enorme successo grazie a una formula accessibile e coinvolgente. Gran parte del merito va alla &ldquo;sette e mezzo&rdquo; di Mandello che, allestita con il Kit Racing GCorse e con gomme Pirelli, si &egrave; rivelata insospettabilmente veloce e estremamente affidabile, ma soprattutto facile, intuitiva e sfruttabile in pista anche da chi non vanta un&rsquo;esperienza nelle competizioni.    Moto Guzzi, asta per 30 moto da leggenda: dalla Normale alla LeMans 

La Casa di Mandello del Lario &egrave; stata fondata il 15 marzo 1921. Ecco tutte le tappe di un secolo di successi

Moto Guzzi, una storia lunga cento anni

        Per celebrare il 100&deg; anniversario dell&rsquo;azienda, Suzuki ha realizzato una speciale livrea per la GSX-R 1000R, in vendita da ottobre. La nuova veste si ispira alla MotoGP, per dare agli appassionati &ldquo;sensazioni estetiche&rdquo; da piloti, e presenta la tradizionale combinazione blu e argento che omaggia le corse degli anni anni &rsquo;60. Le caratteristiche  Ma oltre al colore, la moto condivide con il prototipo MotoGP anche altri dettagli importanti, come il sistema di fasatura variabile delle valvole SR-VVT per incrementare la coppia e la potenza massime. Grazie a questa tecnologia, Suzuki &egrave; riuscita a migliorare il rendimento ai regimi pi&ugrave; elevati, senza sacrificare il ritmo ai medi e ai bassi. La dotazione di serie della GSX-R1000R, inoltre, include anche un pacchetto completo di dispositivi elettronici: controllo elettronico della trazione regolabile su 10 livelli, il quickshifter bidirezionale con auto-blipper, il launch control e l&rsquo;ABS con funzione cornering. I commenti "La gamma GSX-R, e la versione 1000 in particolare, &egrave; da tempo la portabandiera delle nostre supersportive&rdquo;, sono le parole di&nbsp;Tomoki Taniguchi, vice presidente di Suzuki Italia e responsabile della divisione moto, sul lancio della GSX-R1000R Anniversary. &ldquo;Dotare un modello cos&igrave; iconico di una livrea racing ispirata al passato &egrave; il modo migliore per celebrare i 100 anni di Suzuki&ldquo;. Suzuki: una GSX-R1000R Texas Edition       

Una speciale livrea da corsa, in vendita da ottobre, per celebrare un traguardo davvero importante

Suzuki GSX-R1000R Anniversary per i 100 anni del Marchio

        Avere 100 anni non spegne la voglia di viaggiare in moto. Di certo non &egrave; da tutti guidare una due ruote a quell&rsquo;et&agrave;, soprattutto se per vivere la giornata servono una bombola d&rsquo;ossigeno e un bastone. C&rsquo;&egrave; chi, nonostante tutto, riesce ancora a godersi la vita appieno: si tratta di Jack McClary, un veterano della Seconda Guerra Mondiale, protagonista nel 1944 della liberazione di Roma sotto il comando del generale Mark Wayne Clark. L&rsquo;EVENTO - Per il secondo anno consecutivo Jack McClary ha trovato un gruppo di amici che lo hanno portato in giro per il Michigan, negli Stati Uniti d&rsquo;America, in sella ad un sidecar della Indian da Milan a Cement City per fargli rivivere le stesse emozioni che provava negli anni &lsquo;40, prima che partisse per la guerra. Un&rsquo;esperienza memorabile: nel 2018 l&rsquo;evento Jack&rsquo;s Ride venne organizzato da Foundation 14, quest&rsquo;anno dall&rsquo;Iron Circle Law Enforcement Club e hanno partecipato circa 100 corridori, stando a quanto riferito dal Detroit Free Press.  STORIA - Jack McClary &egrave; stato un ufficiale d&rsquo;artiglieria e addestrava i camionisti a proteggere i convogli dagli attacchi della Luftwaffe. Era uno dei migliori in quel campo e il suo arrivo in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale &egrave; servito a salvare numerose vite. Una volta tornato a casa dopo il conflitto, Jack si &egrave; laureato all'Universit&agrave; del Michigan e ha assunto il ruolo di direttore finanziario presso il Cook County Hospital di Chicago e in seguito all'ospedale St. Paul-Ramsey a St. Paul, nel Minnesota. Ogni volta che doveva raggiungere il posto di lavoro, saliva sulla sua Indian e percorreva centinaia di chilometri. Ancora oggi, Jack McClary ha una voglia matta di sentire il vento in faccia e respirare l&rsquo;aria a pieni polmoni e grazie al suo gruppo di amici bikers e al sidecar della Indian pu&ograve; godersi le gite in giro per le strade del suo Michigan.       

Il veterano della Seconda Guerra Mondiale ha partecipato alla liberazione di Roma nel 1944, adesso ha ancora una voglia matta di percorrere chilometri in sella alla sua Indian

A 100 anni su un sidecar: l'incredibile storia di Jack McClary

Sono due moto &ldquo;diverse&rdquo; dedicate a chi vuole distinguersi dalla massa. Tra di loro si differenziano per le forme e il look: molto ricercato e decisamente innovativo quello della austro-svedese, molto pi&ugrave; classico e tondeggiante quello della giapponese. Una cosa per&ograve; le accomuna fortemente: quella genuinit&agrave; e quel gusto di guida che non &egrave; sempre scontato su moto di questo genere.&nbsp;Ecco un&rsquo;anticipazione della comparativa tra queste due cafe racer di serie che troverete sul prossimo numero di InMoto

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