Turismo, in viaggio lungo la Penisola Sorrentina

Turismo, in viaggio lungo la Penisola Sorrentina

Un viaggio in moto tra le strade della costiera, luogo poetico e spettacolare dove è possibile stare in maniche corte quasi tutto l’anno. E dove non mancano le curve!

Giovanni Carlo Nuzzo

06.03.2020 16:50

La dolce vita, che all’epoca del cinema post-neorealista di Fellini affascinava gli americani, ha ancora una sede qui. Possiamo testimoniare: colazione in terrazza in maniche corte... fino a fine dicembre! Non è un caso, del resto, che da vent’anni la Penisola Sorrentina sia meta di turismo invernale, del Furbinentreffen, motoraduno alternativo al più celebre ma sicuramente gelido Elefantentreffen.

DA SALERNO

L’attacco migliore, sebbene sia possibile anche dal Golfo di Napoli, è Salerno. Capoluogo velocemente raggiungibile da ogni dove, tramite A1, A2, A3, A16 e A30, che rappresenta la naturale introduzione alla famosa Costiera Amalfitana (SS163). Dopo la Cattedrale coi suoi Musei, il Castello normanno di Arechi dagli impagabili panorami, l’acquedotto medievale, la pittoresca via Mercanti e la passeggiata sul bellissimo lungomare, si comincia salendo le prime pendici dei Monti Lattari, godendo una delle vedute più suggestive sulla Città ed il suo Golfo. Al bivio SS18 di Vietri sul Mare, virtualmente ombelico delle ceramiche artistiche, parte l’avventura.

La carreggiata si stringe e spesso si trasforma in budello appeso agli scogli, ma con vedute sempre spettacolari. Procediamo quindi senza pretese velocistiche, per altro impossibili, toccando Cetara (vedi box), Maiori, poi Minori, Atrani (uno dei borghi più fotogenici di tutta la Penisola Sorrentina che, coi suoi appena 0,12 kmq, è anche il più minuscolo comune d’Italia) infine Amalfi. Parentesi: appena prima di Atrani, consigliatissima la deviazione per Ravello (5 km a monte, SS373) vero “balcone” della Costiera su una rupe ripidissima. Immancabili l’orto botanico di villa Cimbrone (www.villacimbrone.com)  e i romantici giardini pensili di Villa Rufolo, originari dell’XI secolo (www.villarufolo.it).

AD AMALFI

Continuando, da qui, sulla SP1 all’interno del Parco regionale dei Monti Lattari, si può approfittare per un periplo di 35 km di curve dal pieno gusto motociclistico, passando il Valico di Chiunzi, Tramonti, e ritornando poi sulla Costiera con la SP2 per Maiori. Ad Amalfi, invece, non mancate il Duomo, il Museo degli Arsenali dell’antica Repubblica Marinara, il Chiostro Paradiso, la Cartiera medievale del XIII sec. col Museo della Carta. E attenti alle multe: parcheggiare anche un motorino è un’impresa. Superati più avanti Conca dei Marini (“inventrice” della celeberrima sfogliatella napoletana) e Praiano, con la strada che gioca di mezza costa, eccoci in vista di un’irresistibile cascata di case colorate che scende languida fino al mare: Positano. Capitale della moda costiera. Raggiungere possibilmente gli scogli dell’antica Torre saracena, dove narra la leggenda vi cantassero le sirene di Ulisse. Forse non cantano più, ma i tramonti nel Tirreno sono ancora “strappa ‘core”. Dieci km di statale più avanti, giriamo al bivio della SS145 che prende a scalare il rilievo, raggiungendo S.Agata dei due Golfi. Spartiacque del Promontorio. Sul punto di crinale si gode la vista delle due costiere e dei due Golfi, di Napoli e di Salerno, in un unico colpo d’occhio.

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possibile stare in maniche corte quasi tutto l’anno. E dove non mancano le curve!

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Poi si scivola sul versante del Golfo di Napoli, e in poche curve ecco Sorrento, coi suoi mille scorci intrigantissimi. Da S.Agata è invece possibile raggiungere con la SP98, e poi un ultimo tratto a piedi, l’estremità della Costiera da dove si scorgono i Faraglioni di Capri: Punta Campanella, dichiarato parco marino. Ma attenzione, la strada è stretta! Altro immancabile “challenge” in moto della Penisola è raggiungere in moto Monte Faito, dalla cui sommità si ammira il Vesuvio. Teoricamente la strada collega Vico Equense a Castellammare di Stabia passando alta per il monte anziché sulla vecchia Costiera Sorrentina (ed escludendo d’ufficio la nuova galleria, lunga 5 km, che trafora i Monti Lattari verso Pompei). Il tratto Vico-Faito – SS269 e Via Faito – non è nemmeno tanto male, poi però la discesa stile cavaturaccioli dai 1.100 metri d’altezza verso Castellammare è davvero “adventure”, lungo la storica ex mulattiera proprietà privata del conte Giusso, chiusa spesso per frane. Alternativa: Funivia del Faito, aperta solo tra aprile e novembre (www.eavsrl.it).

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