Suzuki GSX-S 1000F, la docile belva

di Francesco Gulinelli Isola di Man, ovvero il paradiso del road racing, uno scenario fortemente evocativo e perfetto per il test di una moto che promette veramente quello che mantiene. La belva in agguato come è definita dai suoi progettisti, è una sportiva vera con una posizione di guida più comoda e reazioni meno estreme ad esempio della nota GSX-R. Non è giusto però parlare di moto dai due volti, meccanica racing e vocazione stradale, perché ad Hamamatsu non si sono limitati a prendere una moto pensata per la pista per poi cambiare solo la posizione di guida. La GSX-S 1000F assieme alla sorella scarenata quella senza la F finale per intenderci, è veramente un progetto nuovo, con un telaio dedicato e con quote ciclistiche ben definite. Ovviamente poi divide la componentistica con altri modelli, motore in primis, strettamente derivato da quello della GSX-R 1000 del 2005. Ma potendo contare come detto su un telaio nuovo, la moto si dimostra essere un progetto veramente integrato con una personalità ben definita e con un comportamento stradale che non risulta essere figlio di scelte di compromesso, bensì il risultato di studi approfonditi. Più lunga di una sportiva pura e con quote ciclistiche meno estreme, garantisce però un baricentro complessivo moto pilota più alto, tale da garantire una ottima agilità in tutte le circostanze, senza al contempo rinunciare alla stabilità ed protezione aerodinamica grazie alla carenatura estesa ed all'ampio cupolino. In Suzuki giustamente non vogliono sentire parlare di sport touring, la “S” difatti è una sportiva vera, con freni e sospensioni di classe, nata per la strada ma che si difende alla grande anche in pista: addirittura più adatta ai cordoli che ai lunghi viaggi secondo i progettisti, ma questo principalmente perché non è previsto un programma di accessori dedicati al turismo. La GSX-S 1000F infatti si dimostra a suo agio su tutte le strade, non affatica e fa divertire tanto e poi c'è un comprato elettronico completo e moderno che accompagna e protegge, in modo molto discreto peraltro, e che può risultare utile quando ci si lascia prendere un po' troppo la mano.