Dopo oltre quarant’anni di silenzio nel mondo delle moto, Can-Am, storico marchio canadese del gruppo BRP, torna alla ribalta con due modelli elettrici che promettono di ridefinire l’approccio alla mobilità a batteria su due ruote. Pulse e la Origin non sono semplicemente moto elettriche ma dichiarazioni d’intenti: diventare i pionieri di un nuovo modo di fare moto elettriche, puntando ad acquisire know how e tecnologie che diventeranno fondamentali per il futuro del segmento.
Ma come si comportano su strada? Sono davvero valide come l'azienda professa? Scopriamolo.
Test Can-Am Origin e Pulse: LE FOTO DELLA PROVA
Sono due elettriche innovative, belle da guidare e ben fatte, ma nonostante la tecnologia avanzatissima soffrono della limitata autonomia e di un prezzo elevato. Sono prodotti esclusivi dedicati principalmente alla città
Guarda la galleryEntrambe le moto montano il motore Rotax E-Power, un’unità raffreddata a liquido che eroga una potenza di picco di 47 CV (35 kW) e una coppia massima di 72 Nm, con la possibilità di optare anche per una versione da 11 kW, pensata per i neopatentati con patente A1. Rispetto alle moto di pari potenza, però, le prestazioni sono su un altro livello, perchè la naked accelera da 0 a 100 km/h in soli 3,8 secondi, mentre la Origin impiega 4,3 secondi per raggiungere la stessa velocità. Entrambe sono limitate a una velocità massima di 129 km/h, ideale per l’uso urbano e la guida in fuoristrada.
La batteria, cuore pulsante di ogni elettrica, è un’unità agli ioni di litio da 8,9 kWh, completamente integrata in un case raffreddato a liquido che funge anche da telaio. In condizioni ideali, il tempo di ricarica dal 20% all’80% si attesta intorno ai 50 minuti, utilizzando una colonnina di livello 2. In termini di autonomia, la Pulse promette circa 160 km in ambito urbano e 119 km nel ciclo misto, mentre la più pesante e avventurosa Origin scende rispettivamente a 145 km e 114 km. Differenze comprensibili considerando la diversa destinazione d’uso e il peso leggermente superiore della dual-sport, ma comunque entrambe limitanti nell'utilizzo fuori città e di tipo turistico. In sostanza, con queste percorrenze risultano essere mezzi quasi esclusivamente per l'uso urbano o, nel caso della Origin, per l'uso quotidiano a breve raggio in montagna.
Proprio sul fronte ciclistico emergono le maggiori divergenze. La Pulse adotta una forcella KYB da 41 mm con escursione di 140 mm e un mono posteriore Sachs non regolabili, un assetto pensato per la guida cittadina e la stabilità su asfalto. La Origin invece punta tutto sulla versatilità fuoristrada, con una forcella KYB da 43 mm e un mono regolabile nel precarico, entrambi con escursione generosa di 254 mm, a testimonianza del suo DNA off-road.
Le ruote completano questo quadro: la Pulse monta cerchi da 17 pollici con pneumatici Dunlop Sportmax GPR-300, performanti e aderenti su superfici urbane. L’Origin si affida invece a cerchi a raggi da 21” all’anteriore e 18” al posteriore, gommati con Dunlop D605, perfetti per chi non teme lo sterrato.
Entrambi i modelli offrono un equipaggiamento tecnologico all’avanguardia. Il cruscotto è un touchscreen da 10,25 pollici, compatibile con Apple CarPlay e con l’app BRP GO!, che permette di monitorare parametri fondamentali come la carica della batteria, lo stato del veicolo e la sua posizione. Tra le chicche tecniche spiccano la retromarcia – utile per le manovre da fermo – e un sistema di rigenerazione energetica sia attiva che passiva. Inoltre, il sistema LinQ consente una personalizzazione estesa grazie a una gamma di accessori ufficiali, dalle borse laterali ai parabrezza.
Nonostante si tratti di moto elettriche – e per molti, questo potrebbe far pensare a un’esperienza neutra o poco coinvolgente – entrambe riescono a trasmettere una sensazione di solidità e qualità rara per il segmento. Merito di una ciclistica ben studiata e di sospensioni firmate KYB e Sachs che lavorano in perfetta sinergia con il telaio, restituendo un feeling sincero e immediato. Che si tratti di pavé urbano o di curve strette tra i colli, la dinamica è sempre coinvolgente.
La Pulse, più stradale e compatta, colpisce per l’equilibrio generale. Entra in piega con progressione, senza strattoni o reazioni nervose, e mantiene una stabilità esemplare a centro curva. Il suo baricentro basso, unito alla gommatura da 17”, la rende ideale per chi cerca precisione, prevedibilità e comfort, sia nella guida disinvolta sia quando si alza il ritmo tra una rotonda e l’altra.
La Origin, invece, parla un linguaggio diverso. Le sue ruote da enduro – 21” all’anteriore e 18” al posteriore – la rendono sveltissima nei cambi di direzione. Questa agilità ha però un prezzo: quando si alza la velocità, soprattutto in curva su asfalto, la moto perde qualcosa in stabilità rispetto alla sorella più cittadina. Ma nulla che infici il piacere di guida, anzi: proprio questa reattività la rende divertentissima nelle strade tortuose e nel traffico urbano, dove si muove con una leggerezza sorprendente.
Sorprendente è anche l’accelerazione. Sia nella versione da 35 kW, sia in quella da 11 kW – quest’ultima davvero difficile da distinguere nelle prestazioni fino agli 80 km/h – la spinta è immediata, piena e soprattutto appagante. L’erogazione è pastosa, lineare nel silenzio tipico dell’elettrico. Tra le curve del misto stretto o nello zigzagare tra le auto, le Can-Am elettriche si rivelano più coinvolgenti di molte termiche di pari potenza.
Un altro elemento che contribuisce in modo determinante all’esperienza di guida è la gestione della rigenerazione. BRP ha introdotto un sistema ingegnoso e intuitivo: ruotando in avanti la manopola del gas – anziché utilizzare il freno – si attiva la rigenerazione forzata. Questa soluzione, che di fatto sostituisce quasi del tutto l’uso del freno tradizionale in molte situazioni, permette non solo una guida più fluida, ma si rivela anche molto efficiente nel recupero energetico, con benefici tangibili sull’autonomia.
Infine, non si può non menzionare l’intelligenza del sistema di accessori LinQ, un concetto plug and play che semplifica radicalmente la personalizzazione della moto. Parabrezza, portapacchi, borse: tutto si monta e si smonta in pochi secondi, senza attrezzi. Una soluzione di recente adottata nel mondo dell’auto (per esempio Dacia con la nuova Duster) e che finalmente approda con intelligenza anche sulle due ruote. È facile immaginare che altri marchi seguiranno questa strada, perché quando la semplicità incontra la funzionalità, il passo avanti è inevitabile.
Nel complesso, Pulse e Origin non sono semplicemente due moto elettriche ben fatte e oggettivamente belle. Sono due esperienze di guida diverse, ma entrambe capaci di restituire emozione, qualità e innovazione concreta in un segmento che ultimamente è decisamente un azzardo per le case costruttrici. Il lato negativo della medaglia - e quello che le renderà un prodotto di nicchia - è senza dubbio il prezzo in rapporto alla libertà di utilizzo: la Pulse parte da 16.299 euro, sua sorella Origin da 16.899 euro, prezzi da turistica media ma con un'autonomia che nella nostra prova - svolta su moto nuove (quindi con la batteria in rodaggio) e in situazione non ideale per i consumi come la guida in montagna - non ha superato i 90 km. Siamo ancora in fase pionieristica per quanto riguarda l'elettrico a due ruote, e Can-Am vuole crederci portando avanti la tecnologia dove possibile, in attesa che anche le batterie evolvano e permettano autonomie da moto "vera".
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