Test Husqvarna Svartpilen 801: i voti del #SottoEsame

Test Husqvarna Svartpilen 801: i voti del #SottoEsame#sottoesame

L’azienda svedese spinge forte e presenta una moto a metà tra il mondo scrambler e quello delle naked. L’abbiamo provata su oltre 200 km: ecco come se l’è cavata alla prova del #SottoEsame

26.04.2024 12:15

HUSQVARNA SVARTPILEN 801: COMFORT ED ERGONOMIA

Un punto di differenza importante rispetto alla sorella 790 Duke è proprio sull’ergonomia. La Svartpilen non è una naked tutta-davanti, è una moto confortevole. Bella la sella, comoda anche dopo molte ore, mentre l’ergonomia non vi stancherà praticamente mai.
Si sta col busto dritto e le braccia distese su un manubrio alto e larghissimo. Ottima anche la posizione delle pedane, ben centrali, come pure il livello di vibrazioni, davvero contenute, mentre la protezione dall’aria…è meglio dimenticarsela.

VOTO: 9

HUSQVARNA SVARTPILEN 801: PIACERE DI GUIDA

Lo ammetto: un po’ ingenuamente, pensavo di trovarmi a guidare una Duke ri-carrozzata. Con queste aspettative sono rimasto deluso, ma solo inizialmente.
Cerco di spiegarmi.
Se ti aspetti una moto velocissima in ingresso, con un avantreno simile ad un aratro, forse ci rimarrai male. Se ti aspetti di trovarti sulla ruota anteriore col busto e di adottare una guida nervosa, allora forse ci rimarrai male. Ci ho messo qualche chilometro a capirlo, ma la Svart 801 è una scrambler con il motore della Duke, e questo è quanto. Perché è una moto dolce in ingresso curva, non nervosa, con un’ergonomia sorprendentemente confortevole e una ciclistica solida ma non certo estrema.

Ed è allora, quando capisci che non devi guidarla spigolosa ma morbida, che trovi il bello della sua guida. Prima di tutto c’è un motore che è un vero petardo. Pronto a qualunque regime, ha un’erogazione schioppettante, in qualunque marcia. Dai 3.000 giri e fino al limitatore c’è una spinta consistente, roba da naked sportiva (e forse è proprio ciò che t’inganna), per poi prodigarsi in allungo sorprendente, per un bicilindrico. Tutta questa energia in effetti è tipica di moto sportive; ma quando ti arriva la curva in faccia, non puoi buttarla dentro con il freno ancora tirato.

La Svartpilen richiede una guida un pelo più morbida, perché le sospensioni sono pensate (anche) per assicurare comfort e le sue geometrie non le consentono di “mangiarsi” la curva in un amen. Meglio, quindi, mollare i freni in anticipo, senza esagerare, impostare una bella traiettoria e godersi la sua buona stabilità a centro curva. Allora trovi la ragione di questa moto.

Questa guida morbida e fluida è rovinata soltanto da due cose: primo, una risposta al gas un pelo troppo aggressiva, anche se regolata su Street (la più conservativa), come se il motore erogasse sempre un filo in più di quanto richiesto, almeno nel primo aggancio del gas. Secondo, un comando del freno anteriore decisamente spugnoso. In questo caso è una caratteristica comune alla 790, e quando vuoi guidare con un po’ di brio può infastidire.Si può ovviare a questa cosa non considerando il primo centimetro di corsa della leva, ma il rischio è di frenare troppo.
Molto bene invece l’elettronica: il quickshifter è preciso negli innesti (anche se non rapidissimo) e i vari controlli sono ben settati, mai invasivi.

VOTO: 8

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