Test Suzuki GSX-8R, i voti del #sottoesame

Test Suzuki GSX-8R, i voti del #sottoesame#sottoesame

Con una carena, un paio di semimanubri e qualche aggiustamento, Suzuki ha trasformato la sua naked in una sportiva stradale centrata, venduta tra l’altro al giusto prezzo

Redazione - @InMoto_it

01.02.2024 ( Aggiornata il 01.02.2024 11:53 )

Chi ha buona memoria sa bene quanto Suzuki sia legata al mondo delle moto sportive. Sono tantissime i modelli di questa categoria che hanno caratterizzato la storia del Marchio, comprese vecchie glorie con motore a due tempi (ricordate la Suzuki RG Gamma, vero?). Oggi però il mondo è molto diverso, i motociclisti sembrano desiderare moto sportive non così estreme, utilizzabili con semplicità anche su strada e dal prezzo accessibile. Suzuki vuole provare a rispondere a questa domanda con la nuova arrivata, la GSX-8R, una sportivetta che sfrutta la base meccanica della vincente sorella naked. L’abbiamo provata, in pista e su strada, e vi raccontiamo come se l’è cavata in questo #SottoEsame.

SUZUKI GSX-8R: DESIGN

Come sempre la resa estetica di una moto è un parametro soggettivo, ma qualcosa di concreto si può comunque dire. Per prima cosa, anche la GSX-8R come tutte le Suzuki è realizzata benissimo, la qualità delle finiture e degli assemblaggi è ancora oggi una caratteristica tipica della scuola giapponese. Non è la moto più aggraziata della categoria, ma alcuni dettagli che richiamano il mondo GSX-R (come le due feritoie ai lati del faro anteriore) sono un toccasana. Il triplo faro anteriore invece è lo stesso della naked, solo che qui è affogato nella carena. Peccato che in Italia non arriverà la colorazione giallo-nera. VOTO 7

SUZUKI GSX-8R: CONTENUTI TECNICI

Come già anticipato, la Suzuki GSX-8R sfrutta la piattaforma della sorella naked, ma si differenzia per alcune scelte tecniche. Prima fra tutti ovviamente la carenatura che fornisce un indubbio vantaggio se parliamo di protezione aerodinamica (anche se, va detto, il cupolino non è regolabile in altezza). È una carena studiata per offrire comfort sui lunghi viaggi, più che proteggere nella guida tra i cordoli, e infatti copre giusto parte del motore, della forcella e i collettori di scarico. L’adozione di una carenatura tra l’altro ha permesso di svincolare lo sterzo dal faro anteriore, che ora è attaccato direttamente al telaio: in questo modo, dovrebbe risultare più libero e leggero. Non è tuttavia l’unica novità: per la 8R i tecnici hanno previsto due semimanubri in alluminio agganciati sopra la piastra di sterzo, al posto del classico manubrio da naked, e questo dovrebbe conferire sicuramente una posizione di guida leggermente più raccolta e caricata sull’avantreno. Cambia anche il fornitore delle sospensioni: ora abbiamo delle Showa al posto di Kayaba, sia per la forcella (upside-down non regolabile, Big Piston) sia per il mono (link progressivo, regolabile nel precarico attraverso la classica ghiera). Il resto del pacchetto è confermato, a partire dal bicilindrico parallelo di 776 cc fasato a 270° con doppio contralbero (“Suzuki Cross Balancer”) capace di 83 CV a 8.500 giri e 78 Nm. È abbracciato da un telaio a diamante in acciaio che lavora con un forcellone in alluminio; il tutto per un peso in ordine di marcia di 205 kg (+3 rispetto alla S). Il sistema SIRS (Suzuki Intelligent Ride System), grazie al ride by wire, permette di selezionare tre mappature (A,B e C). Anche il controllo di trazione può essere regolato su tre livelli, o disattivato. Tutto è gestito dal TFT a colori di 5 pollici. Non mancano poi la frizione assistita, il cambio quickshifter bidirezionale, fari a LED e l’assistenza alla partenza (mollando la frizione, il motore sale leggermente di giri anche se non si accelera). I cerchi sono entrambi da 17 pollici e montano pneumatici 120/70 e 180/55. Il serbatoio è di 14 litri, la sella è a 810 mm, i dischi freno anteriori hanno un diametro di 310 mm e sono lavorati da pinze radiali. Niente male, soprattutto per il quickshifter di serie. VOTO 8

SUZUKI GSX-8R: COMFORT ED ERGONOMIA

Ci sono due modi di fare una moto con i semimanubri. Il primo è il classico, quello delle supersportive da cordoli: si ha una posizione di guida distesa sul serbatoio, con le braccia allungate e i manubri bassi e aperti. Ma quel modo di fare le sportive è (quasi) del tutto sparito, perché troppo estremo per l’utilizzo su strada, dove i movimenti esasperati del corpo non sono richiesti. Su strada è molto meglio poter contare su un’ergonomia raccolta, con i manubri più vicini al busto e non così spioventi. Suzuki questo lo sa e infatti anche la GSX-8R, come la sorella naked, ha un’ergonomia eccellente. Rispetto alla S si sta più protesi sull’avantreno (i semi-manubri sono più bassi di 60 mm e più lontani dal busto di 6 mm) ma come detto senza eccedere nell'estremo. La sella è a un’altezza ragionevole, il giorvita è snello e la triangolazione soddisfa sia per mordere le curve sia per andare a spasso sul lungomare. Invece la protezione dall’aria offerta dal piccolo cupolino…è praticamente inesistente, soprattutto se superate il metro e ottanta. Naturalmente il discorso cambia quando si entra in pista. Allora sì che vorresti pedane più alte e arretrate, semimanubri più lontani dal busto e più spioventi, maggiore distanza tra sella e pedane…Ma allora, perché avresti scelto una sportiva stradale? VOTO 9

SUZUKI GSX-8R: PIACERE DI GUIDA

Ore 08:00 di una mattina (ancora) invernale, la brina copre le strade. Quella che cerchi è una moto amichevole, che si lasci condurre con un dito. E la GSX-8R lo consente. Come la sorella naked, è facile e intuitiva fin dai primi metri, complici gli aiuti elettronici (frizione assistita e il sistema che alza i giri motore quando si rilascia la frizione) che semplificano la vita in città. Soprattutto se avete appena cominciato. Tuttavia, soltanto quando si affronta un tratto di statale ricco di curve emergono differenze sensibili con la naked. Che sono sopratutto a livello di ciclistica, com’è lecito aspettarsi. Senza girarci attorno, la 8R ha un comportamento più sportivo; significa che parte dell’agilità e della capacità di chiudere le traiettorie è andata perduta, in cambio di una gran bella dose di stabilità, anche alle alte velocità. Un comportamento dovuto soprattutto alla nuova forcella Showa Big Piston, che tipicamente “fatica” ad affondare, rimanendo sempre piuttosto sostenuta. Questo da una parte assicura tanto rigore e sostegno in frenata, dall’altra però riduce la capacità di mantenere la linea, soprattutto quando si mollano i freni. Per il resto la 8R conferma la validità del pacchetto. Guidandola si ha una chiara percezione del grande lavoro svolto a livello di distribuzione dei pesi ed equilibrio della ciclistica. È una bella moto da guidare, che invita a mordere le curve e a uscire con mezza chiappa dalla sella. Il bicilindrico ha un carattere brillante, spassoso. Ha una generosa dose di coppia, soprattutto ai bassi e medi regimi, che tra l’altro sono aiutati da una corta rapportatura del cambio. Le uscite di curva nelle prime tre marce sono il suo forte. Quello che manca è nella parte alta del contagiri, oltre gli 8.000 giri. La 8R continua ad accelerare, ma lo fa con una spinta decisamente meno veemente. Vorresti una decina di cavalli in più, soprattutto in pista. È proprio tra i cordoli infatti che la mancanza di un allungo più consistente può essere snervante, più che altro perché obbliga a un utilizzo molto frequente del cambio. Meglio buttar dentro marce una via l’altra, piuttosto che insistere a spremerlo fino all’ultimo giro. In pista però il vero pezzo forte è la solidità dell’avantreno. Anche arrivando a staccare molto “sotto” la curva (ottimo l’impianto frenante, se pensiamo alla categoria; meno l’ABS, che ha un comportamento piuttosto conservativo), è difficile arrivare a comprimere tutta la forcella. Il mono invece è più morbido e se si adotta una guida arrembante tende a ribellarsi, innescando movimenti piuttosto evidenti. Meglio adottare una guida pulita, privilegiando la velocità di percorrenza. Guidata così è realmente divertente, anche per chi muove i primi passi in pista. VOTO 8

Test Suzuki GSX-8R, LE FOTO

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Con una carena, un paio di semimanubri e qualche aggiustamento, Suzuki ha trasformato la sua naked in una sportiva stradale centrata, venduta tra l’altro al giusto prezzo. Ecco le foto della prova

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SUZUKI GSX-8R: RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO

Considerato tutto, il prezzo della nuova Suzuki GSX-8R è del tutto ragionevole: 9.700 euro, compreso quickshifter e 4 anni di garanzia. Tra i vari accessori segnaliamo sicuramente le borse latrali morbide (volume espandibile da 15 a 20 litri; i supporti sono da ordinare a parte) e quella da serbatoio, quasi indispensabili se prevedete un utilizzo ad ampio raggio. VOTO 7,5

SUZUKI GSX-8R: CONCLUSIONI

Suzuki sta cavalcando un’onda di positività e fermento come non si vedeva da tempo. Tra nuovi modelli e piattaforme, le stanno azzeccando una dopo l’altra e anche con questa 8R non hanno sbagliato il tiro. Qualcuno se l’aspettava più sportiva forse, qualcun altro con qualche accessorio in più per il turismo (tipo delle borse rigide da agganciare direttamente al codino, o un monoammortizzatore con regolazione remota del precarico). Ma a parte questo, il pacchetto è valido e la guida entusiasmerà anche il più scettico dei puristi. VOTO FINALE 7,9

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