Prova, le modern - classics Triumph: desideri raffinati

Prova, le modern - classics Triumph: desideri raffinati#sottoesame

Qualche aggiornamento estetico e meccanico per la gamma delle classiche inglesi che con l’Euro 5 si fanno ancora più desiderabili. Ecco come si guidano

20.05.2021 09:38

Qualche anno fa il fenomeno delle special investì il mondo delle moto come uno tsunami, ma Triumph non era certo impreparata: da quanto ne sappiamo, la Bonneville esiste da sempre (1959 per la precisione) e negli anni è stata declinata in tantissime versioni e modelli differenti. Oggi l’azienda inglese torna alla carica proponendo la sua gamma di classiche aggiornata in vista dell’Euro 5 e le ha migliorate qui e là per non concedere nulla alla concorrenza. Oggi vi raccontiamo come vanno la T100, la T120 e la Street Twin. 

COME CAMBIA LA T120

Prima di passare alla parte di guida, facciamo un rapido ripasso su come cambia ciascun modello. E partiamo dall’ammiraglia, la Triumph Bonneville T120, rinnovata sotto molti aspetti. Il bicilindrico chiamato “High Torque” è stato alleggerito grazie a un nuovo albero motore. La combinazione tra frizione e contralberi più efficienti (e leggeri) ha permesso di ridurre l'inerzia, fornendo così una risposta più pronta del gas. I numeri caratteristici però rimangono identici: 80 CV a 6.550 giri e 105 Nm. Per rispettare la normativa si sono rese necessarie modifiche anche all’impianto di raffreddamento e, naturalmente, a quello di scarico. Modifiche anche alla ciclistica: ci sono nuovi cerchi a raggi in alluminio, più leggeri (in totale, il peso è calato di ben 7 kg, ora 236 kg o.d.m.) e un nuovo impianto frenante Brembo, mentre a livello di elettronica si segnala il cruise control (di serie) e modalità di guida (Rain e Road) aggiornate. Il design ha ricevuto una rinfrescata: le cromature sono differenti (e decisamente numerose) e il serbatoio ha una sagoma leggermente diversa. I fari sono a LED. Disponibile anche in versione Black, la T120 è venduta a partire da 12.990 euro. 

COME CAMBIA LA T100

Importanti anche gli aggiornamenti ricevuti dalla sorellina, la Bonneville T100. Debutta infatti il bicilindrico High Torque che già equipaggia la Street Twin, capace quindi di 65 CV (+10 che in passato) a 7.400 giri e 80 Nm. Grazie all'albero motore dall'inerzia ridotta, i contralberi più leggeri, il coperchio frizione più sottile e il coperchio distribuzione in magnesio, il bicilindrico contribuisce alla riduzione di peso di 4 kg, oltre a garantire una risposta al gas pronta e scattante. Anche la T100 guadagna il freno anteriore Brembo, ma qui c'è un solo disco con pinza a 2 pistoncini, sul quale vigila un ABS di ultima generazione. Nuova la forcella, con cartucce evolute, mentre al posteriore troviamo un doppio ammortizzatore. La strumentazione è stata riprogettata con nuovi quadranti, mentre non mancano molteplici dettagli cromati e il fanalino posteriore a LED. Per i prezzi, si parte da 11.100 euro. 

COME CAMBIA LA STREET TWIN

E veniamo ora alla più apprezzata tra le classiche, ovvero la Street Twin. Triumph ne ha vendute a vagonate fin dalla prima versione ed è facile capire perché: stile essenziale ma ricercato, guida disinvolta ma divertente, un mix difficile da raggiungere. Per il 2021 guadagna l’euro 5 (stesso motore della T100) oltre a nuovi cerchi in lega, sella più confortevole, inedite finiture e dettagli migliorati (il fanale posteriore, per esempio, è a LED). Per quanto riguarda la ciclistica, troviamo una forcella con nuove cartucce, doppio ammortizzatore posteriore e un disco singolo con pinza Brembo all’anteriore. Prezzi a partire da 9.090 euro. 

DIMMI CHE MOTO GUIDI E TI DIRÒ CHI SEI

Per la nostra prova, Triumph ha deciso di farci guidare lungo uno spettacolare percorso tra le montagne della Lessinia, alternandoci tra Street Twin, T100 e T120. Ed è proprio in sella a quest’ultima che parte il nostro giro. Ha un’ergonomia che ricorda le moto di una volta, con quei manubri bislunghi. Il busto rimane eretto e le braccia basse e orizzontali, con le terga che poggiano su quello che sembra il bracciolo di un sofà. C’è molto metallo a ornare la meccanica e il metallo ha un peso specifico elevato. Il risultato è che, nei primi metri, vanno un po’ prese le misure con la sua massa, posizionata in basso ma comunque non indifferente. In aiuto vengono il girovita da modella e la lunga leva offerta dal manubrio. Superato il breve periodo di apprendistato, però, tutto diventa piacevole. Specialmente andare al trotto, con lei, è un vero spettacolo. Il motore è capace di grandi cose: può stabilizzarsi sotto i 2.000 giri senza sussultare e riprendere senza strappi, oppure fare la voce grossa e mostrare il suo carattere fino ai 6.000 circa. Prende i giri più rapidamente che in passato e spinge con decisione anche nella seconda metà del contagiri. La ciclistica asseconda abbastanza bene le velleità di chi guida. Vola sugli ostacoli mantenendo un assetto sempre di qualità. Rimane una moto fisica da inserire in curva (i cerchi a raggi, per quanto alleggeriti, non aiutano), ma una volta impostata la traiettoria rimane precisa. Adora essere guidata senza stupri, disegnando le traiettorie con calma. E se lo fate vi conquisterà l’anima, come un buon calice di vino.

La sorella minore T100 è molto simile, ma in realtà anche diversa. Non è facile distinguerle a colpo d’occhio (anche perché la T100, come ogni Triumph che si rispetti, è realizzata in maniera certosina: non è una versione povera della T120) e nemmeno una volta in sella. Anche in questo caso, comfort è la parola d’ordine: dalla sella super imbottita al manubrio rialzato, dalle pedane basse e centrali al motore che borbotta senza scalciare, tutto è pensato per farvi rilassare. Il fatto di pesare meno però la rende più arzilla: in ingresso curva è leggermente più svelta, ma non offre la stessa sensazione di imperturbabile stabilità. Al motore d’altra parte non manca proprio nulla. Le modifiche dei tecnici l’hanno trasformato in un bel peperino, sempre pronto a salire di giri e spingere con decisione. Manca giusto un po’ di forza a metà scala del contagiri se paragonato al bicilindrico della T120, ma è davvero poca cosa. 

In conclusione: quale scegliere?

Gamma classic Triumph, LE FOTO DELLA PROVA

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Qualche aggiornamento estetico e meccanico per la gamma delle classiche Triumph, che con l’Euro 5 si fanno ancora più desiderabili. Ecco le foto della prova

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Infine è il momento della più venduta e apprezzata, la Street Twin. Nel suo nome non compare “Bonneville” e non è un caso. I 12 kg in meno rispetto alla T100 si sentono subito. È una moto agile, svelta, immediata. In altre parole, è una moto di conezione più moderna. Si lancia verso il centro della curva con una destrezza che le altre si sognano e una volta lì garantisce rigore e stabilità. Naturale quindi che sia più immediato lasciarsi prendere la mano, ma anche se si dovesse esagerare, una leggera pressione sulla pedana interna sarà più che sufficiente a tornare in traiettoria. Per il motore vale quanto detto per la T100: spinge con decisione e i giri salgono piuttosto rapidamente. Non impazzirete con il cambio, questo è sicuro. Cercate una moto dal retrogusto classico ma che sia anche efficace e divertente? La Street Twin avrà tutte le risposte. Ma se non potete fare a meno delle finiture cromate e dei cerchi a raggi…forse è meglio orientarsi sulle sorelle T100-120.

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