Sono l'interpretazione giapponese di un segmento, quello delle enduro di media cilindrata, che si fa sempre più interessante. Le abbiamo messe una contro l'altra: ecco come è andata
"Il carovita ci ucciderà tutti”. Non sappiamo chi l’abbia detto, ma un fondo di verità, sotto sotto, forse c’è. Non èun segreto che l’aumento incontrollato dei prezzi stia pesando sempre di più sulle nostre tasche: riempire il carrello della spesa, pagare bollette sempre più alte, fare il pieno alla macchina... Inevitabilmente, siamo disposti a sacrificare qualcosa anche per la nostra passione, le due ruote.
C’è un importantissimo “però” da mettere davanti: ok il risparmio, ma il contenuto alla base dev’essere comunque soddisfacente. Ci stiamo riferendo al fatto che, oggi come oggi, le maxienduro stanno diventando irraggiungibili, per la maggior parte dei comuni mortali. D’altra parte però, le piccole cilindrate (4-500 cc) saranno anche invitanti, se parliamo di listino, ma basta avere un po’ d’esperienza di guida per ritrovarsi a pensare “vorrei di più”. Ecco che, allora, le enduro di media cilindrata cominciano a diventare interessanti. Perché di fatto sono a metà strada: hanno prezzi tutto sommato ragionevoli ma riescono a offrirci comunque una guida emozionante. Già, l’emozione: l’unica cosa che forse può salvarci in questi tempi un po’ bui.
E infatti questo è il settore dove c’è più fermento, soprattutto tra quelle col 21" all’anteriore, che significa grande versatilità e capacitàdi andare ovunque; possono infatti affrontare bene qualunque percorso, città, statali piene di curve, lunghi tratti autostradali e anche off-road con un certo grado di competenza. Lo dimostra per esempio il fatto che le due novitàmesse a confronto, tra le più interessanti, montano entrambe le camere d’aria, scelta forse un po’ azzardata per l’utilizzo che ne faranno i clienti, ma che spiega bene l’indole di queste moto.
Per scoprire come se la sono cavata, clicca Play e buona visione!
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