Sono belle, potenti e tremendamente efficaci in pista. Vantano dotazioni e prestazioni degne delle SBK di poche stagioni fa. Scopriamo le protagoniste del nostro confronto in pista a Vallelunga
E' figlia (o dovremmo dire viceversa) di quella arma assoluto che in mano a Tom Sykes, prima, e Jonathan Rea ha portato a casa ben 7 titoli piloti riveladosi come uno dei progetti più vincenti tra le derivate di serie. Questa versione RR è stata messa a punto (e realizzata in 500 esemplari, numero minimo per ottnere l'omologazione per il mondiale delle derivate) con l'intento di permettere poi ai tecnici di Akashi di rendere meglio perfomante la versione in mano ai piloti.
La novità più evidente riguarda l'aerodinamica con superfici che ora creano un carico aggiuntivo che è circa il 17% maggiore rispetto a quello della precedente Ninja.
Gli aggiornamenti del invece telaio includono un punto di ancoraggio del forcellone inferiore di 1 mm (regolabile qui, sulla RR), un offset della forcella maggiore di 2 mm e un aumento di 8 mm della lunghezza effettiva del forcellone
Il suo motore riesce a girare più in alto di 400 giri/min grazie a: spinotti, bielle leggere e pistoni a basso attrito, tutto realizzato da Pankl. Questo mix crea un potenziale migliorato per far esaltare tanto l’amatore nelle giornate di prove libere che per consentire una guida più efficace ai piloti professionisti. Completano il pacchetto cerchi Marchesini realizzati per la RR e pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP.
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