Sono le bandiere tecnologiche delle rispettive scuderie: sanno coccolarvi andando a spasso ma all’occorrenza si trasformano in affilate moto sportive. Abbiamo schierato una contro l’altra le protagoniste del mercato
La vera outsider di questa comparativa però è un’altra. Viene dall’America, è stata criticata da tanti ma ha anche incuriosito parecchi. Noi per primi. Si chiama Harley-Davidson Pan America 1250 Special e per Harley-Davidson è la moto della svolta. È imponente, massiccia, ma ha tutte le carte in regola per risollevare l’azienda dalle ceneri. Se la Multi è un atleta di crossfit, tutto muscoli e nervi, la Pan America è un sollevatore di pesi sotto steroidi. L’imbottitura della sella è spettacolare, come anche lo spazio a disposizione di pilota e passeggero, e la protezione dall’aria è di buon livello (ma ad alta velocità il maxi cupolino genera qualche vortice). È una moto voluminosa: con lei viene voglia di viaggiare e non fermarsi mai; meno di affrontare il traffico quotidiano, anche perché il collettore di scarico a destra scalda quanto una piccola stufa. In aiuto ai femori corti viene l’Adaptive Ride Height, una gran bella furbata per controllare la sua mole, perché il baricentro è alto e non aiuta nelle manovre a bassa velocità.
Una volta in movimento però è una moto intuitiva da subito, con dei comandi un po’ duri ma tutto sommato precisi. Dimenticate le trasmissioni delle Harley custom, qui tutto è moderno, silenzioso e fluido. Il motore per esempio non scalcia nemmeno sotto i 2.000 giri ed è capace di riprendere senza scossoni indesiderati. Non è una moto svelta, ma intuitiva sì. E quando le strade si aprono sorprende anche di più. Una volta infilata la traiettoria giusta è praticamente impossibile impensierirla. Ha una stabilità a centro curva commovente, merito soprattutto di sospensioni sostenute ma capaci al tempo stesso di copiare le crepe di qualunque asfalto. Attenzione però, la Pan America non è un riferimento di agilità e se maltrattata tende ad allargare. Vistosamente. Il motore da parte sua ha una grinta da cowboy. Ai bassi è regolare, ai medi pompa Newtonmetri a profusione e poi si prodiga in un allungo maestoso. Gira poco ma spinge come un toro: un gran bel bicilindrico. Per quanto ci riguarda le mancano un paio di accessori, come il quickshifter, dei comandi retroilluminati (dato che sono parecchi) e magari un po’ di buone maniere, soprattutto a bassa velocità.
Link copiato