Sportive On The Road: la Suzuki GSX-S1000 sui monti della Tolfa

Sportive On The Road: la Suzuki GSX-S1000 sui monti della Tolfa

Con l'eclettica maxi-naked giapponese lungo le strade "mare e monti" che hanno formato intere generazioni di motociclisti laziali

21.10.2022 ( Aggiornata il 21.10.2022 17:13 )

Ogni motociclista ha i suoi “luoghi di crescita”. Quelli che, nel tempo, diventano la palestra in cui migliorare la propria guida, dove provare l'ultima moto appena acquistata, dove togliere la cera alle gomme; o più semplicemente, in cui fuggire ogni volta che la passione bussa forte. Che la voglia di guidare prende il sopravvento
I monti della Tolfa, con i tanti percorsi tortuosi che ne attraversano le valli verso il lago di Bracciano, oppure puntando dritti al mare in direzione Civitavecchia, Ladispoli o Santa Severa, sono il luogo in cui si sono formate intere generazioni di motociclisti  laziali. E a proposito di “formazione”, è qui che abbiamo voluto portare una moto come la Suzuki GSX-S1000, modello che all’interno di un virtuoso processo di crescita motociclistica rappresenta in un certo senso un punto di arrivo. Il momento della maturità. Perché capace di unire doti di performance elevatissime - il suo DNA è tipicamente racing - alla capacità di essere sfruttata anche nella vita di tutti i giorni. Insomma, un po’ come mettersi in garage, in un colpo solo, Dottor Jekyll e Mr Hyde.

UN VERO PECCATO! MA PER FORTUNA...

Un tempo, tutti i percorsi che in questo angolo di Centro Italia attorno Tolfa si diramavano su e giù dall’entroterra al mare, rappresentavano un vero parco di divertimenti per le due ruote: curve e paesaggi capaci di passare rapidamente dall'azzurro del Tirreno, alle affascinanti valli e montagne alle sue spalle, selvagge e incontaminate. Oggi, purtroppo, lo stato delle strade è notevolmente deteriorato; ma per fortuna sopravvivono ancora angoli preservati, in cui godere al massimo il piacere di guida: passaggi veloci, misto stretto, lunghi curvoni che sembrano non finire mai. Insomma, tutto il repertorio di divertimento motociclistico e situazioni di vario genere necessari a scandagliare le qualità di un mezzo versatile e poliedrico come la muscolosa naked nipponica.

MOTOCICLISMO ALIENO

A guardarla - con quel musetto tra Gundam e Daltanious, che trasuda tradizione manga da ogni lato la si guardi - la GSX-S1000 sembra sbarcata un po’ da un altro pianeta. Un’estetica che divide! Ma fascino e carattere di certo non le mancano, e le linee tese che sparano all’insù esprimono dinamismo e aggressività. Un mezzo che potremmo sintetizzare così: tanto motore, una ciclistica ben dimensionata; ma anche la giusta dose di elettronica senza inutili esasperazioni tecniche. A bordo, infatti, troviamo tutto ciò che serve: riding mode, ride-by-wire, traction control e anche un efficiente cambio quickshifter.

Suzuki GSX-S1000 sui monti della Tolfa: la gallery

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Nell'ultimo Sportive On The Road abbiamo portato la maxi-naked giapponese lungo le strade "mare e monti" che hanno formato intere generazioni di motociclisti laziali

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LA STORIA DELLA SPORTIVITÀ SU DUE RUOTE

Ma torniamo al motore. Questo quattro cilindri ha fatto letteralmente la storia della sportività su due ruote, e solo a sentire la parola “Gixxer”, c’è da scommetterci, in tanti sentiranno un brivido di adrenalina salire lungo la schiena. Diamo qualche numero: 999 cm3 ,152 CV di potenza massima e 106 Nm di coppia a 9.250 giri/min. Gli aggiornamenti più recenti hanno reso molto più omogenea la curva d’erogazione, sia della potenza, che della coppia, anche grazie all’adozione del Ride-by-Wire. I motoristi, inoltre, sono riusciti a sostituire, con un bel po' di schiena, il buco che nella generazione precedente si palesava in accelerazione intorno ai 5-6.000 giri. Ora non c’è più incertezza, e la spinta cresce costante e muscolosa fin dai regimi più bassi. Anche l'elasticità è notevole, e nelle marce alte, quasi ci si scorda del cambio.
L’ossatura in cui è incastonato il propulsore è composta da un telaio perimetrale e da un forcellone "a banana", entrambi in alluminio, entrambi di derivazione GSX-R. Mentre le sospensioni sono delle Kayaba completamente regolabili, e l'impianto frenante è marcato Brembo.

UN CUORE D'ORO

Il pregio maggiore di questa moto è senza dubbio la capacità di mettere tutti a proprio agio: il classico mezzo che sembra di conoscere da sempre. Poi, complice anche il peso, contenuto in 214 kg con il pieno, la sensazione di manovrabilità è davvero elevata; e qui, gioca un ruolo decisivo la posizione del baricentro non eccessivamente alta.
Quando si smette di andare a spasso e si cercano emozioni... busto leggermente piegato in avanti, avantreno che si sente bene nei bicipiti, dentro la mappa motore più aggressiva e via, pronti a fare il diavolo a quattro tra le curve: il cuore quadricilindrico pompa forte in accelerazione, e batte all'unisono con la voglia di sperimentare la tipica sensazione di decollo che regala, in allungo, un plurifrazionato muscoloso come questo. Solo la resistenza dell’aria, e il collo che fatica a contrastarla, ti ricordano che - datti una regolata! - qui non ci sono carene a garantire protezione

A SUO AGIO OVUNQUE

Attraversando tratti con asfalto meno levigato, si apprezza molto il setting di base delle sospensioni, sostenute ma non troppo rigide, mai secche nella risposta. Sempre pronte ad accompagnare i desideri del pilota, anche quando si vuole quel pizzico di aggressività che un mezzo come questo, giocoforza, invoglia a cercare nei passaggi più guidati. Dove, per altro, stupisce nuovamente la facilità con la quale si riesce ad andar forte; con la bella sensazione di stringere tra le mani un manubrio mai nervoso nelle reazioni… sempre gestibile alla perfezione.  
In questo modo, più vario è il percorso - proprio come tra i monti della Tolfa - più aumenta la consapevolezza di poter godere al massimo ogni tratto di strada, ogni discesa in piega, ogni cambio improvviso di direzione, che la GSX-S1000 affronta sempre con una disinvoltura disarmante. Poi, davanti a uno spicchio di mare che si apre improvviso all’orizzonte, rallenti, alzi per un istante la visiera, un respiro profondo, e di nuovo giù, fino alla curva successiva. 

Questa giapponese… va goduta esattamente così.

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