H-D WLA 750 by V Motorcycles: special made in Friuli

Il customizer di Tolmezzo Verner Ortis di V Motorcycles è il proprietario e costruttore di questa splendida special Old School

Giorgio ScialinoGiorgio Scialino

3 feb 2020 (Aggiornato alle 12:33)

Niente colorazioni sgargianti o esagerazioni, solo sobrietà e buon gusto incorniciati da una miriade di dettagli artigianali irripetibili. L’aspetto di questa speldnida realizzazione del customizer friulano Verner Ortis, è ricercato e volutamente semplice. Ogni particolare della H-D WLA 750 ha un suo perché.

Dal manubrio, alla sella, dal serbatoio dell’olio al porta bobine - che sembra un fregio decorativo del serbatoio - è frutto della fantasia e della capacità di Verner.

Particolari raffinati

Ci sono particolari che non saltano all’occhio, ed è necessario studiarli attentamente per capire il lavoro che c’è dietro, le pedane poggiapiedi e i relativi comandi sono uno di questi.

Per essere allineata alla sorella, quella di destra è stata montata all’altezza della leva del cambio che, comunque, si muove indipendentemente, lasciando la pedana fissa. Ma quello che colpisce maggiormente è la fattura delle pedane stesse, realizzate con parti in inox e in ottone, incastonate tra loro e sagomate con macchine utensili, lima e tanto olio di gomito.

La forcella è di ispirazione Vincent. Il funzionamento è simile a quello di una Girder, ma anziché affidarsi ad una molla posizionata davanti al cannotto di sterzo, questa unità si affida a due molle occultate all’interno dei due astucci dislocati posteriormente rispetto al corpo principale della forcella. Il tutto è stato realizzato manualmente, in inox dal pieno, con l’aggiunta di alcuni dettagli in ottone.

Tutto allineato e funzionante

I mozzi originali sono stati giudicati insufficienti, ma anziché cercarne altri Verner se li è costruiti da sè. Quello anteriore dispone di 4 camme e 4 ganasce, basta poi dare un’occhiata ai leveraggi e al sistema di bilanciamento per rendersi conto di quanta cura e quanta precisione ci siano in ogni singolo dettaglio.

Il mozzo posteriore, invece, è a cartella laterale, ma dislocato sul lato opposto rispetto all’origine. Lavora mediante due camme e dispone di una ricca alettatura in ottone sulla circonferenza, una soluzione che disperde il calore e ne esalta la forma. I diametri delle ruote sono da 18”, abbinati a pneumatici con spalla alta e fascia bianca che ne amplificano lo stile vintage.

Anche il motore ha subito sostanziali modifiche. E’ stato aumentato il rapporto di compressione e il diametro delle valvole laterali. Un’opzione, questa, resa possibile dall’ottima qualità e affidabilità dei materiali attuali. Un prezioso carburatore Dell’Orto SSI da competizione con diffusore di 29 mm provvede all’alimentazione, mentre il cambio a quattro marce proviene da una BSA M 20.
Vi abbiamo dato alcune tracce, ma c’è molto di più, a voi il piacere di scoprire il resto.

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