Kawasaki Mach IV 750 Special by Jan Sabro

Kawasaki Mach IV 750 Special by Jan Sabro

La passione per le grosse 2T nipponiche degli anni ’70 continua, e quattro decenni dopo c’è ancora chi si dedica a versioni riviste e corrette

Giorgio Scialino

21.05.2019 10:34

La celebre Mach IV 750 era una leader indiscussa. La prima versione arrivò sul mercato nel 1972 e Kawasaki la proponeva come la moto di serie più scattante e più veloce del mondo. Era tutto vero. Sarà famigerata, ma indimenticabile. Vibrava, e aveva un impressionante rumore metallico, ma, soprattutto, decollava ad ogni partenza veloce.

Kawasaki Mach IV 750 Special by Jan Sabro - LE FOTO

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La passione per le grosse 2T nipponiche degli anni ’70 continua, e quattro decenni dopo c’è ancora chi si dedica a versioni riviste e corrette

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LO SCOPO PRINCIPALE DI QUESTO MODELLO era tenere sempre in prima linea il nome Kawasaki sul fronte delle maximoto, e non c’è dubbio che l’obbiettivo sia stato perfettamente raggiunto. Ne è testimonianza il fatto che ancora oggi questo modello sia più ambito che mai dai collezionisti, ma anche da chi – come in questo caso – non esita a sacrificare un po’ di originalità per aumentarne la sicurezza ed usare la moto quotidianamente.

GLI INTERVENTI OPERATI SULLA TRICILINDRICA 2T hanno fatto guadagnare un risparmio di peso di circa 5 kg, ma ciò che più conta è che la ciclistica è stata notevolmente migliorata. All’avantreno si è provveduto a montare una forcella di Kawasaki Z 1000 del ’78, più robusta dell’originale, e con un’estetica che non interferisce con la linea della moto. DELLA Z 900 sono invece il manubrio e il faro, mentre il corto parafango anteriore proviene da una LTD 1000. Tutto Made in Kawasaki. L’impianto frenante anteriore, che contava su un solo disco da 296 mm è stato raddoppiato e coadiuvato da due valide pinze Billet a 4 pistoncini messe in posizione arretrata rispetto ai foderi.

LE RUOTE A RAGGI montano entrambe degli splendidi cerchi Akront in alluminio da 18”, con canale da 2,5” all’anteriore e da 4,25” al posteriore, e montano rispettivamente pneumatici da 110/80 e da 150/70. Al retrotreno sono spariti gli ammortizzatori di serie e il leggero braccio oscillante che lavorava su boccole in nylon. Ora le boccole sono in bronzo, gli ammortizzatori hanno ceduto il posto a dei validi Koni regolabili, e lo striminzito forcellone è stato sostituito con una splendida unità in alluminio a sezione rettangolare e di larghezza maggiorata della JMC.

CON L’ADOZIONE di nuovi pistoni Wiseco e di particolari accorgimenti, il montaggio di filtri conici K&N e delle splendide marmitte a camera di espansione fabbricate in Italia dalla Jolly Moto, la potenza è salita a 85 CV. Una livrea giallo limone, per diversificarla dalle altre pur mantenendo l’originale grafica a doppio filetto bicolore con movimento a onda completa questa Special classe 1973.

IL RISULTATO È UNA VERA MOTO/LEGGENDA DEGLI ANNI ’70 con più ciclistica e più esuberanza, ma dedicata a centauri esperti, in grado di non farsi intimorire dall’assenza di freno motore e dalla disposizione del cambio con la folle in basso e tutte le 5 marce verso l’alto.

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