Triton 750

Triton 750

Redazione - @InMoto_it

01.05.2013 ( Aggiornata il 01.05.2013 09:31 )

La Triton incarna alla perfezione la voglia di special. Nasce dalla passione di giovani motociclisti inglesi che negli anni ’60 hanno inventato le famigerate café racer, modificando le loro moto per renderle più potenti e leggere, fino a installare il motore dell’una nel telaio dell’altra     Triton è l’acronimo per definire una moto realizzata con un motore Triumph (solitamente un bicilindrico, ma più tardi vennero usati anche i Trident) e un telaio Norton Featherbed, il famoso “letto di piume”. Le Triton sono sicuramente le più conosciute tra le café racer ibride, ma figlie dello stesso filone sono pure le Tribsa (Triumph/BSA), le Norvin (Norton/Vincent) e altre ancora. All’epoca rappresentavano la punta di diamante artigianale della moto inglese, nel periodo in cui i mezzi nati sotto la bandiera della Union Jack erano il top delle moto di grossa cilindrata. Questa Triton appartiene ad Andrej Pristov, un ingegnere aeronautico sloveno, appassionato di moto inglesi. La storia di questa moto – o almeno della parte Triumph di questa moto – inizia nel 1961, quando varca i cancelli della fabbrica inglese sotto le spoglie di una Thunderbird, destinata al corpo di scorta del Maresciallo Tito, presidente dell’allora Jugoslavia. In seguito arrivò in Jugoslavia un altro centinaio di Triumph, questa volta in dotazione alla polizia, ma il cambio a destra e le allora sorprendenti prestazioni della moto causarono un sacco di incidenti e anche vari morti tra i poliziotti in servizio, al punto che il governo decise di mettere le moto in vendita decretando, di fatto, il primo incontro tra i motociclisti della ex Jugoslavia e le performanti moto inglesi. Si era verso la fine degli anni Sessanta e molte di loro vennero convertite al look cafè racer, inoltre quello fu il periodo delle prime “gare di club” stradali. «In quegli anni – ci racconta Andrei – la moto era di proprietà di M. Stibilj, un corridore sloveno che ha usato questa moto anche per le corse. Poi, all’inizio degli anni ’80, è stato istituito a Lubiana il primo Oldtimer Club jugoslavo, con il nome di “AMD Veteran Lubiana-Sentvid” e, naturalmente molti soci guidavano una delle Triumph importate dal governo. Io avevo 16 anni e a quel punto ho visto per la prima volta quella che sarebbe diventata la mia Triton. Era di proprietà di Janko Pavlic, un mio vicino che aveva montato dei carburatori maggiorati e utilizzava la moto per gare dedicate sul circuito di Rijeka». spec2 Nei primi anni ’90 la moto venne acquistata da Emil Korpar (Emil’s British Moto Clinic) con l’intento di realizzare una moto da corsa da utilizzare nelle gare riservate alle moto classiche. «Emil possedeva un sottile telaio da corsa “letto di piume” di Norton Domiracer – continua Andrej – così ha messo insieme i due elementi fondamentali per la costruzione del Triton, utilizzando inoltre i migliori materiali e le parti più adatte reperibili all’epoca in Inghilterra. La neonata Triton venne usata da Emil nella categoria Oldtimer del Campionato Alpe Adria per dieci anni, poi decise di venderla per costruirsi una Matchless Seeley G50. Dopo lunghe trattative finalmente la moto diventa mia, e dal momento che mi piaceva già tutto di lei ho solamente montato un freno anteriore GriMeCa, che col senno di poi è risultato più potente ma anche più imprevedibile del precedente. In ogni caso sto correndo con la Triton ormai da qualche anno e sono entusiasta di correre con una racer casereccia». La moto monta cilindri maggiorati a 750 cm³, con albero motore standard e bielle in alluminio, camme Spitfire, accensione a magnete, carburatori Amal Concentric MKII Smoothbore e scarico artigianale. Il cambio è rimasto a 4 rapporti, la frizione è a secco e la primaria sostituita con una a cinghia. Oltre alle sovrastrutture realizzate in Inghilterra ci sono ammortizzatori Koni, forcella Ceriani e cerchi di 18” in alluminio. spec3

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