BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera

BMW GS Trophy 2020: Ultima frontiera

Appena in tempo prima dell'esplosione del Corona Virus, l'avventura con BMW in Nuova Zelanda ci ha regalato emozioni, fatica, momenti indimenticabili. Un sogno da 2.500 km di curve, sterrati e panorami fiabeschi

19.03.2020 17:37

 

Metà del tempo in off-road

Nel mezzo, il viaggio. Una parola che ritorna sulla bocca di tutti i partecipanti, che si sedimenta nel profondo, che riemerge prepotente una volta tornati a casa, coccolati dalle comodità domestiche. Basta un profumo, un sapore, un po’ di polvere ed ecco che la memoria riapre cassetti che pensavamo chiusi. Che contengono immagini, quelle delle praterie bruciate dal sole dell’isola del nord, vittima di una siccità che in Nuova Zelanda non si ricordava da tempo. E strade sterrate, infinite, con una stranissima conformazione a schiena d’asino, tutte invariabilmente ricoperte da uno strato di ghiaia sottile che – sotto le ruote della F 850 GS – regalano una inquietante sensazione di instabilità e di assoluta mancanza di aderenza. E viaggiare a 90-100 km/h in queste condizioni è tutto fuorché rilassante... Non fosse altro perché la traiettoria naturale della moto, appena ci si deconcentra un attimo, finisce sempre nel canale di scolo laterale alla strada. O, nella migliore delle ipotesi, in uno degli infiniti pascoli in mezzo alle pecore, vere protagoniste dell’orizzonte terrestre neozelandese. Certo, c’è anche l’asfalto, quello che teoricamente permette di rilassarsi. Solo che con il relax arriva anche la stanchezza, quella che rende le palpebre pesantissime, quella che – dopo sei ore di guida ininterrotta – ti fa ciondolare la testa e dormire a occhi aperti. Una sensazione drammatica.

BMW GS Trophy 2020: un'avventura lunga 8 giorni

BMW GS Trophy 2020: un'avventura lunga 8 giorni

Un itinerario partito da Auckland lungo oltre 2500 km con destinazione Queenstown. Otto tappe immersi nei paesaggi della Nuova Zelanda in sella alle BMW F 850 GS, tra sterrati, off-road impegnativo e praterie. Un'esperienza unica (di Andrea padovani)

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Poi, però, giri l’angolo e arriva il fresco respiro dell’oceano. Quasi all’improvviso, a ricordare che siamo in una terra lontana. Spiagge larghe, infinite, con onde gigantesche che sferzano una terra selvaggia. E le nostre moto che disegnano infinite derapate sul bagnasciuga: e un sorriso stampato in volto, sotto il casco, come bambini che hanno appena trovato una scatola di cioccolatini da mangiare. Una situazione che si è ripresentata più di una volta lungo gli oltre 2.500 km, specialmente durante la guida nell’isola del nord.

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