Come attrezzarsi al meglio per prepararsi e risolvere i più frequenti inconvenienti di viaggio quando si affrontano tratti di asfalto alternati a percorsi in fuoristrada
Viaggiando su strada, bastano una telefonata al soccorso meccanico e magari un po’ di attesa, per trovare qualcuno che ti venga in aiuto in caso di problemi a te o alla tua moto. Invece, viaggiando in off-road, le cose cambiano. Se capita un guasto quando sei nel mezzo del niente, puoi contare solo su te stesso, sulla dotazione di attrezzi che hai appresso e, non ultimo, sull’aiuto dei tuoi compagni di viaggio.
Ecco, questo è anche il motivo per cui è sempre meglio non avventurarsi da soli su tracciati sconosciuti, specialmente se alla guida di una moto da 200 kg. Vediamo quindi come è meglio attrezzarsi, senza esagerare con volume e peso da trasportare.
Apriamo una parentesi su una questione molto dibattuta: meglio i tubeless, le camere o la mousse?
Naturalmente la mousse sarebbe la soluzione che evita ogni problema, non fosse che richiede misure di pneumatici prettamente specialistiche, oltre a non permettere medie superiori ai 90-100 km/h nei trasferimenti su strada, specialmente con le pesanti maxienduro. Resta pertanto da scegliere tra camera d’aria e tubeless e qui si apre un mondo di concetti e pareri.
Ma noi vorremmo farvi ragionare su un solo concetto: col tubeless in massimo 10 minuti si ripara una semplice foratura, con la camera serve almeno mezz’ora e tanto lavoro in più.
Col tubeless ammacco il cerchio, o faccio un brutto taglio sulla spalla?
Mi porto dietro una camera, la monto e mi salvo lo stesso. Certo i tubeless li devo gonfiare maggiormente, ma a meno che non sia in gara, la cosa fa poca differenza. L’ultima frontiera delle soluzioni sarebbe quella ibrida tubeles/ mousse, ma non siamo ancora riusciti a testarla.
Veniamo alla parte prettamente hardware: non deve mancare un porta attrezzi morbido, con chiavi dal 6 al 14, un cacciavite con punte intercambiabili e un multi tools con pinza, che faccia anche da tronchesino. Poi, libero sfogo alla fantasia per dove mettere kit riparazione tubeless, camere d’aria (anche se abbiamo i tubeless), 4 leve smontaggio pneumatici, bombolette di CO2 per il gonfiaggio, fascette in plastica di varie misure, filo di ferro, nastro americano, qualche tradizionale elastico ritagliato da una vecchia camera d’aria e una confezione di pasta metallica bicomponente. Aggiungo anche una bottiglietta in plastica da mezzo litro (schiacciata occupa pochissimo spazio) e mezzo metro di un picolo tubo in plastica, per trasferire carburante da un serbatoio ad un altro. Generalmente con questi accessori si è in grado di sistemare il 90% dei problemi.
Tutto questo kit di salvataggio, però, dove lo metto?
O in uno zainetto o in una borsina ben fissata alla moto. Meglio la seconda soluzione, perché libera il pilota da un peso aggiuntivo, che si sente ogni volta che da seduti si passa a in piedi, oltre a permettere migliore circolazione d’aria sulla schiena in caso di clima estivo. La borsa va scelta molto robusta e fissata per bene alla moto. Gli oggetti al suo interno vanno stretti e compressi tra loro, per evitare che sbattano continuamente, a causa delle sollecitazioni in fuoristrada. L’opzione 2, decisamente meno pratica, è invece quella di stivare tutto in uno zainetto, che a questo punto dovrà essere il meno pesante possibile, visto che graverà costantemente sulle spalle.
E le attenzioni per noi stessi?
Sicuramente bisogna mantenersi sempre ben idratati e nutriti, cosa molto facile agli eventi di adventure, dove i punti ristoro offrono vere e proprie laute soste. Proprio per questo è sempre meglio non esagerare. E' sempre bene portare con sé almeno 1,5 litri di acqua, meglio se contenuta nel camel back, che permette di dissetarsi anche durante la guida e a piccoli sorsi. Anche un bel sacchetto di frutta secca torna sempre utile, perché leggero e molto nutriente.
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