Honda, obiettivo zero incidenti mortali entro il 2050

Honda, obiettivo zero incidenti mortali entro il 2050

Tra i campi su cui il colosso si sta concentrando c’è quello della sicurezza stradale, ma la strada è ancora lunga (e piena di ricchi investimenti)

Redazione - @InMoto_it

28.07.2021 ( Aggiornata il 28.07.2021 17:30 )

Oltre ad aver dichiarato i suoi piani sulle emissioni (entro il 2050 si cercherà di raggiungere la carbon neutrality per tutte le attività, a quattro e due ruote), Honda sta lavorando molto anche riguardo la sicurezza dei suoi clienti, in particolare i motociclisti, categoria “fragile” sulla strada per quanto riguarda tasso di incidenti e mortalità. A tal proposito, l’idea del colosso giapponese è quella di sfruttare la tecnologia per impedire sinistri mortali.

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Gli obiettivi di Honda

In termini di espansione della gamma delle nostre tecnologie di sicurezza - dice Honda - poiché molti incidenti mortali in moto coinvolgono automobili, ci impegneremo ad applicare il nostro sistema avanzato di assistenza alla guida omnidirezionale (ADAS) a tutti i nuovi modelli di vetture che introdurremo nei paesi sviluppati entro il 2030. Sfruttando la conoscenza e il know-how che abbiamo accumulato attraverso la ricerca e lo sviluppo delle nostre tecnologie di guida automatizzata di livello 3, miglioreremo ulteriormente l'intelligenza di ADAS per aumentare la percentuale di schemi di collisione coperti dal nostro sistema”. L’obiettivo è quello di dotare della tecnologia di sicurezza le nuove auto entro la fine del decennio. Un esempio è quanto successo quest’anno con la Honda Vezel, la HR-V, in Giappone, che è stata dotata di un sistema che frena automaticamente se rileva una collisione imminente con una moto.

La sicurezza stradale

Nonostante la sicurezza stradale sia un argomento di fondamentale importanza, ci sono tanti fattori da analizzare anche nei piani di Honda. Per esempio quel “nei paesi sviluppati”. Sebbene tantissimi e sparsi in tutto il mondo, la maggior parte dei motociclisti Honda si trova proprio nei paesi in via di sviluppo, o emergenti. Questo significa che molti di loro non potranno beneficiare - rimanendo questi i piani del colosso - delle tecnologie di sicurezza che Honda ha intenzione di applicare alle vetture per migliorare la sicurezza su strada e diminuire gli incidenti che coinvolgano i conducenti di due ruote. Come risolvere questo problema? Dall’azienda dicono che in questi paesi i loro sforzi si concentreranno soprattutto sulle infrastrutture e sulle politiche governative. Ma sappiamo bene che questo potrebbe essere un lavoro lungo, faticoso e niente affatto sicuro dal punto di vista dei risultati. La tecnologia è probabilmente l’arma migliore per aumentare la sicurezza stradale, ma per farlo nei paesi in via di sviluppo è necessario un investimento economico decisamente maggiore che dotare, come si sta iniziando a fare, moto e scooter di fari a Led e di sistemi frenanti combinati.

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