La piccola heritage chiude ufficialmente la sua carriera con una versione finale, che la Casa di Iwata ha lanciato in esclusiva per il mercato del Sol Levante
Lanciata per la prima volta nel 1978 nelle versioni 400 e 500cc, Yamaha SR400 è stata una delle moto più incomprese fuori dal Giappone ed allo stesso tempo più amate in patria. Mentre in Europa, e soprattutto in Italia, gli amanti delle proposte Classic preferivano altri modelli, i giapponesi continuavano ad apprezzare questa moto dallo stile vintage che però, per via di scelte commerciali, non è mai riuscita a stare al passo coi tempi.
Oggi, un po' per commemorare la sua storia, Yamaha ha deciso di rilasciare in esclusiva per il Giappone la SR400 Final Edition: l'ultima, definitiva, versione del modello. Protagonista, un motore monocilindrico raffreddato ad aria da 399cc con testata a due valvole dalla potenza di 23 cavalli abbinato a un cambio a 5 velocità.
Dal punto di vista stilistico, la moto rispecchia la tradizione, mantenendo le stesse linee di un tempo, e anche qualche caratteristica. Ad esempio, non è dotata di nessuna strumentazione digitale, abbandonata a favore di un quadro analogico e, come gruppo ottico, non ci sono fari a LED come le moto moderne, bensì delle unità alogene.
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Il prezzo è, al cambio, di quasi 4.800 euro. La Final Edition base propone una verniciatura inedita e una targhetta commemorativa, mentre la Final Edition Limited sarà prodotta in soli 1.000 esemplari dotati di cromatura speciale, targhetta con numero di esemplare e pelle a rivestire la sella. Un congedo in grande stile.
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