Scandalo emissioni in Giappone: test irregolari per Yamaha, Suzuki e Mazda

Scandalo emissioni in Giappone: test irregolari per Yamaha, Suzuki e Mazda

Le tre Case hanno ammesso le proprie responsabilità, ma la Borsa di Tokyo non perdona

Diego D

13.08.2018 15:38

A scoperchiare il vaso erano stati i recenti casi Nissan e Subaru, con le due Case giapponesi costrette ad ammettere falsificazioni nei rilievi di consumi di carburante e gas di scarico in merito a diversi modelli venduti nel Paese. Era solo la punta dell’iceberg. Adesso, alla luce di una serie di indagini e azioni intraprese dal Ministero dei Trasporti nipponico, arrivano nuove ammissioni, stavolta da parte di Suzuki, Yamaha Motor e Mazda, che hanno confermato l’uso di metodi di misurazione irregolari.

IN PARTICOLARE, la situazione più delicata sembrerebbe quella che riguarda Suzuki, cui si imputano irregolarità per molti dei campioni di veicoli testati dal 2012 ad oggi. Meno grave, al momento, la posizione di Yamaha e Mazda, con una casistica che riguarda, rispettivamente, il 2,1% e il 3,8% dei veicoli oggetto di misurazioni.

TUTTI I COSTRUTTORI si sono affrettati a formalizzare le proprie scuse per l’accaduto rendendole pubbliche ma, a quanto pare, il gesto non è stato sufficiente ad arginare l’inevitabile, immediato, contraccolpo sul mercato finanziario, con perdite di rilievo alla Borsa Di Tokyo. La più penalizzata è stata Suzuki, con un meno 6,04%, seguita da Yamaha, che ha perso il 4,63% e da Mazda, meno 1,67%.

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