Una moto Škoda non si vedeva da più di 100 anni!

Una moto Škoda non si vedeva da più di 100 anni!
È una concept bike elettrica e si chiama Slavia B, come la moto del secolo scorso. Per ora è solo un esercizio di design

Alessandro Vai

29.04.2025 ( Aggiornata il 29.04.2025 17:27 )

In pochi lo sanno, ma un tempo, oltre cento anni fa, Škoda produceva anche biciclette e moto. L'azienda ceca, infatti, è nata nel 1925 acquisendo la Laurin & Klement e unendo inizialmente i due nomi. Era proprio quest'ultima che dal 1895 produceva auto e mezzi a due ruote, con e senza motore. Negli anni successivi rimase solo il nome Škoda e la società si concentrò solo sulle quattro ruote. Ultimamente, però, il brand boemo sta portando luce sulla sua storia e dunque ha deciso di creare una concept bike ispirandosi alle motociclette costruite oltre un secolo fa e di farlo ispirandosi all'attuale linguaggio di design Modern solid.

Škoda tra design e innovazione

Il primo frutto di questo lavoro si chiama Slavia B concept ed è stato sviluppato dal designer francese Romain Bucaille, che di solito disegna gli esterni delle Škoda "Volevo creare qualcosa di unico e tornare alle radici del marchio. Lavoro sulle auto ogni giorno e, poiché amo anche le motociclette, crearne una è stato davvero un cambiamento stimolante" ha detto Romain Bucaille parlando della Slavia B, che si chiama come la sua antenata del 1899 prodotta in poco più di 500 unità. Per questa rivisitazione, però, Romain ha optato per un approccio futuristico, pur mantenendo i riferimenti alla forma del telaio delle prime motociclette Laurin & Klement.

La Slavia B concept è a trazione elettrica ma, considerando che lo spazio centrale del telaio è vuoto, non si capisce dove sarebbe la batteria. Ma del resto, essendo un prototipo senza sbocchi produttivi (almeno per ora), le questioni tecniche sono secondarie. La Slavia B originale, invece, era spinta da un monocilindrico raffreddato ad aria da 240 cc capace di erogare 1,75 CV e di farle raggiungere i 40 km/h. La motocicletta non aveva il cambio perché la potenza veniva trasmessa tramite una cinghia piatta collegata direttamente al motore; in compenso c'erano i pedali che servivano sia per l'avviamento che come propulsione ausiliaria.

Romain ha affrontato il design della motocicletta allo stesso modo dei progetti automobilistici "Ho iniziato realizzando degli schizzi a matita per trovare le giuste proporzioni. Dato che si trattava di una motocicletta, ho dovuto esercitarmi, perché era da un po' che non ne disegnavo una. Il bello della carta è che puoi disegnare ovunque, in qualsiasi momento, senza bisogno di tablet o computer" racconta Romain, che poi è passato agli strumenti digitali, creando tre schizzi e rendering con diverse interpretazioni della forma della moto. "È stato un processo di esplorazione. Ho continuato a disegnare finché non sono stato soddisfatto del risultato" conclude Romain, che descrive il risultato finale come una café racer futuristica in stile Modern solid.

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