Stazioni di ricarica: quale è la situazione in Italia?

Stazioni di ricarica: quale è la situazione in Italia?

Abbiamo chiesto a chi progetta le stazioni di ricarica come si stanno affrontando le criticità attuali e cosa ci aspetta nell'immediato futuro

16.12.2022 10:54

Con la nostra avventura elettrica di 1.500 km in un week-end su e giù per l'Italia, vi abbiamo raccontato qual è la situazione attuale per chi decide di prendere una moto elettrica per mettersi a viaggiare nel nostro Paese. Questo ci ha spinto a chiederci anche quale sarà la situazione del prossimo futuro, cosa ci aspetta, partendo proprio da quelle che sono le criticità delle stazioni di ricarica. Abbiamo così colto l'occasione per fare due chiacchiere con chi quelle stazioni le progetta. Come designer Alessandro De Guglielmo segue lo sviluppo di infrastrutture di ricarica ad alta potenza, dall'accogliere le richieste del gestore alla verifica della copertura, dall'individuazione dei luoghi all'hardware da installare. Ma al di là del suo lavoro è appassionato di veicoli a due e quattro ruote e viaggia ovviamente in elettrico da anni. La prima domanda è quella classica che sentiamo sempre al bar: Alessandro, è vero che in Italia ci sono poche colonnine?

"In realtà ci sono, ma ne serviranno di più. Oggi in Italia siamo all'inizio dello sviluppo, cominciamo ad avere delle auto, è un mercato ancora piccolo ma che sta crescendo molto in fretta. Per non creare frustrazioni nei prossimi anni dobbiamo anticipare questo sviluppo e avere sempre più colonnine e di vario tipo. Ad esempio con potenze minori in città e maggiori sulle grandi arterie".

A proposito di potenza, com'è la rete italiana?
"A livello di potenza di rete siamo messi bene, anzi meglio di altri Paesi. Si pensa sempre che l'Italia sia un po' indietro, ma a livello di distribuzione siamo messi piuttosto bene. Abbiamo una rete solida con una buona disponibilità sulla media tensione. sulla bassa tensione è più critico, ma gli operatori di rete stanno lavorando. La potenza che si richiede in genere è disponibile. Se non subito, può arrivare con qualche lavoro. Ad esempio in Inghilterra o Spagna è molto più difficile avere la potenza".

E cosa mi dici della disponibilità di energia? Cosa succederà quando saremo tutti elettrici?
"Per prima cosa non succederà dall'oggi al domani, ma se domattina ci svegliassimo tutti con l'auto elettrica in garage, si stima che avremmo un aumento di fabbisogno energetico del 15%, che non è neppure esagerato. Visto che questo succederà invece lentamente, avremo il tempo di prepararci. Al 2035 mancano 12 anni. Allora ci sarà lo stop della vendita dei veicoli nuovi, non significa che saremo tutti su un'elettrica tutto d'un colpo. Viviamo una fase di transizione e dobbiamo sfruttarla per mettere in piedi soluzioni sostenibili e rinnovabili. Innanzitutto dobbiamo ricordarci perché lo facciamo e che di terra ce n'è solo una".

Come mai le stazioni di ricarica sono sempre in posti scomodi?
"Non mi sembra che siano sempre in posti scomodi, ci sono tante stazioni idealmente posizionate, vicino a ristoranti, in area di servizio, presso alberghi… Prendo per esempio l’hub di ricarica fatto da FreeToX e Atlante presso l’aeroporto di Linate, sempre accessibile, visibile, con una grande pensilina che ripara da sole e pioggia, e con 10 punti di ricarica ad alta potenza. Alcuni operatori hanno cercato il modo di svilupparsi più in fretta. Anche per loro questi primi anni sono stati un periodo di apprendimento e piano piano si sta trasformando in un servizio più maturo. Aggiungere comodità è oggi una richiesta...
Ma anche un'occasione di marketing...
Certo, fino a poco tempo fa c'erano pochi operatori, quindi bastava offrire la ricarica per essere scelti. Oggi inizia ad esserci concorrenza e quindi tutti stanno lavorando per farsi preferire, il che è un vantaggio per i consumatori".

La stazione elettrica seguirà quindi uno sviluppo analogo a quello delle pompe di benzina? Con possibilità di controllare pressione gomme, lavare i vetri?
"Sì, ma mentre nella pompa di benzina il focus è sempre sull'automobile, abbiamo l'occasione di spostare questo focus sulla persona. Dobbiamo capire che la ricarica per l'utente deve durare 5 secondi, il tempo di collegare la presa. Il resto del tempo che rimango alla stazione dev'essere mio non dedicato alla ricarica".

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