Rewind, Aprilia Pegaso 650: dal mito alla realtà

Rewind, Aprilia Pegaso 650: dal mito alla realtà

Evoluzione della 600 era una delle più avanzate monocilindriche nel panorama mondiale, faceva leva su un motore con testata a 5 valvole radiali e linee riuscite

Redazione - @InMoto_it

13.05.2022 15:25

Pegaso (il cavallo alato della mitologia in grado di galoppare e di volare): niente male come nome per una moto. In Casa Aprilia erano particolarmente bravi a battezzare le proprie moto con nomi in grado di solleticare la fantasia anche degli utenti meno ricchi di immaginazione. A proposito di mitologia, la Pegaso 650 non era certo una chimera: fu il risultato di lunghi e attenti studi che portarono alla realizzazione di un mezzo che in comune con la precedente versione da 600 cc aveva solo il nome. 

Come era fatta la Pegaso 650

Grande protagonista era il monocilindrico a cinque valvole, cuore di quella nuova Aprilia; attorno a quel motore inedito i tecnici veneti realizzarono una ciclistica anch'essa rinnovata, incentrata su un bel telaio a struttura mista (alluminio per i due travi discendenti e acciaio per la culla singola sdoppiata) è un curatissimo forcellone in acciaio. La Pegaso 650 segnava anche un affinamento rispetto alla precedente versione, alle linee che pur ricalcando il layout passato mettevano in mostra una notevole miglioria di finiture e di design con in evidenza il nuovo faro trapezoidale (in luogo del doppio elemento della 600) ereditato dalla serie Futura: era decisamente più curata in grado di soddisfare anche i più pignoli. La clientela tipo della Pegaso 650 era quella dei turisti al largo raggio, andando a ridimensionare l'aspetto fuoristrada e curando particolarmente comfort e la guidabilità.

Era adatta comunque anche a percorsi sterrati di media difficoltà, forte di una guida semplice e alla portata di tutti, e volendo esagerare, si prestava anche ad un utilizzo off-road più intenso.

Scendendo più del dettaglio, da un punto di vista tecnico vantava un propulsore monocilindrico costruito dalla Rotax, su specifiche Aprilia, con cinque valvole radiali e doppio albero in testa, ed offriva prestazioni al top della categoria. La ciclistica, oltre ad un moderno telaio semi-perimetrale, vantava sospensioni e freni di ultima generazione con protagonista una forcella asteli rovesciati da 41 mm. I cerchi in lega leggera, da 19" all'anteriore e da 17" al posteriore, montavano raggi rinforzati con un diametro di 3,5 mm ciascuno.

Altro particolare che la distingueva era la strumentazione, completa e ben disposta: un cruscotto grande degno di una maxi stradale. La Pegaso 650 costava al periodo (parliamo del 1991) 8.840.000 lire chiavi in mano e si caratterizzava di due colorazioni: bianco ghiaccio e nero metallizzato con inserti rossi e blu.

Rilevamenti al banco

Per quello che riguarda le prestazioni rilevate da InMoto nel 1991 segnaliamo una velocità massima di 172,2 km/h e una accelerazione da 0 a 400 m in 13,4 secondi con velocità di uscita di 152,8 km/h. La potenza massima rilevata al banco parlava di 46,2 cavalli a 6.600 giri/min mentre il peso in ordine di marcia sfiorava i 180 kg (179,4 kg).

Gira pagina per leggere la prova su strada su InMoto del 1991:

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

InMoto in abbonamento