Che fine hanno fatto le moto a trazione integrale?

Negli ultimi trent'anni in molti hanno provato a realizzare moto con trazione anche sulla ruota davanti... ma le cose non sono andate nel migliore dei modi

28.02.2025 ( Aggiornata il 28.02.2025 12:21 )

Le motociclette a trazione integrale sono un’idea che, nel corso degli anni, ha affascinato ingegneri e appassionati. L’idea di una moto capace di trasmettere potenza a entrambe le ruote prometteva maggiore stabilità, trazione superiore in condizioni difficili e un’esperienza di guida più sicura su terreni accidentati.

Tuttavia, nonostante alcuni tentativi da parte di importanti case costruttrici e molti studi da parte di appassionati e aziende indipendenti, questa tecnologia non ha mai davvero trovato una sua dimensione. Vediamo alcuni dei progetti più significativi e perché la trazione integrale su due ruote non sia mai diventata una realtà consolidata.

La geniale ma fallimentare tecnolgia 2-Trac di Yamaha

Uno dei tentativi più noti è stato quello di Yamaha con la TT600R 2-Trac. Questo progetto, sviluppato in collaborazione con Öhlins negli anni ’90, introduceva un sistema di trazione anteriore idraulica. Il meccanismo funzionava grazie a una pompa idraulica collegata alla trasmissione, che inviava olio pressurizzato a un motore idraulico montato sulla ruota anteriore.

Questo permetteva alla ruota di ricevere una percentuale della potenza motrice, migliorando la trazione in condizioni difficili come fango, neve o sabbia. Il sistema era intelligente e adattivo: la ruota anteriore riceveva coppia solo quando la posteriore perdeva aderenza, evitando inutili sprechi di energia e rendendo la guida più naturale. Tuttavia, nonostante le buone prestazioni off-road, il peso aggiuntivo e la complessità del sistema hanno impedito a questa tecnologia di diffondersi su larga scala.

Mai sentito parlare della Ducati 998 a trazione integrale

Anche Ducati ha sperimentato (sempre assieme a Öhlins) la trazione integrale, con un progetto top secret sviluppato sulla base della leggendaria serie 916. Il sistema adottato dalla casa di Borgo Panigale era basato su un meccanismo idraulico simile a quello di Yamaha, ma con una configurazione differente.

La potenza veniva prelevata dal motore e trasferita alla ruota anteriore attivando un circuito ad alta pressione che alimentava un piccolo motore idraulico sulla ruota anteriore. Questo sistema era pensato per migliorare la stabilità in curva e aumentare l’aderenza in situazioni di massima piega e asfalto viscido. Tuttavia, l’aumento delle masse non sospese, l’incremento del peso complessivo della moto e le difficoltà di gestione del sistema idraulico hanno portato Ducati ad abbandonare il progetto.

La 916 a trazione integrale: l'idea top secret di Ducati FOTO

La 916 a trazione integrale: l'idea top secret di Ducati FOTO

La casa di Borgo Panigale sperimentò il sistema sfruttando il progetto Ohlins che prevedeva un motore idraulico posto sulla ruota anteriore. L'idea però non diede i risultati sperati (di William Toscani).

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Perchè non funziona?

Ma perché nonostante tutta la ricerca e i tentativi, la trazione integrale non ha mai preso piede sulle moto? I motivi sono molteplici. Innanzitutto, il peso aggiuntivo rappresenta un problema significativo, specialmente su veicoli dove agilità e leggerezza sono fondamentali come le moto enduro. A differenza delle auto, dove il peso aggiunto da un sistema di trazione integrale può essere compensato dalla maggiore stabilità e trazione, nelle moto questo svantaggio si fa sentire molto di più. Inoltre, la complessità meccanica rende il sistema costoso da produrre e difficile da mantenere, aumentando il prezzo finale del veicolo e riducendone l’attrattiva per il grande pubblico.

C’è poi la questione dei benefici limitati. La trazione integrale risulta utile soprattutto in condizioni di scarsa aderenza, come nel fuoristrada estremo o su superfici particolarmente scivolose, quindi non un sistema che può essere sempre capace di offrire una guida più efficiente o più sicura. Soprattutto se consideriamo l'applicazione su moto stradali, che utilizzerebbero i vantaggi del sistema solo su asfalto molto sporco o bagnato, i vantaggi non giustificano gli scompensi in termini di peso, costo e manutenzione.

E il futuro?

Nonostante tutto, la trazione integrale nelle moto continua a essere un argomento affascinante. Alcune aziende e startup stanno ancora cercando di perfezionare la tecnologia, magari con l’uso di motori elettrici sulle ruote anteriori, eliminando la necessità di complessi sistemi idraulici o meccanici. Con l'elettronica avanzata e le piattaforme inerziali, non è da escludere una rinascita per questa tecnologia, e chissà se in futuro vedremo una moto a trazione integrale che riuscirà a superare le oggettive limitazioni e a ritagliarsi un posto nel mercato.

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