Che fine hanno fatto le moto a trazione integrale?
Negli ultimi trent'anni in molti hanno provato a realizzare moto con trazione anche sulla ruota davanti... ma le cose non sono andate nel migliore dei modi
Michele Lallai
Pubblicato il 28 febbraio 2025, 11:19
Le motociclette a trazione integrale sono un’idea che, nel corso degli anni, ha affascinato ingegneri e appassionati. L’idea di una moto capace di trasmettere potenza a entrambe le ruote prometteva maggiore stabilità, trazione superiore in condizioni difficili e un’esperienza di guida più sicura su terreni accidentati.
Tuttavia, nonostante alcuni tentativi da parte di importanti case costruttrici e molti studi da parte di appassionati e aziende indipendenti, questa tecnologia non ha mai davvero trovato una sua dimensione. Vediamo alcuni dei progetti più significativi e perché la trazione integrale su due ruote non sia mai diventata una realtà consolidata.
La geniale ma fallimentare tecnolgia 2-Trac di Yamaha
Uno dei tentativi più noti è stato quello di Yamaha con la TT600R 2-Trac. Questo progetto, sviluppato in collaborazione con Öhlins negli anni ’90, introduceva un sistema di trazione anteriore idraulica. Il meccanismo funzionava grazie a una pompa idraulica collegata alla trasmissione, che inviava olio pressurizzato a un motore idraulico montato sulla ruota anteriore.
Questo permetteva alla ruota di ricevere una percentuale della potenza motrice, migliorando la trazione in condizioni difficili come fango, neve o sabbia. Il sistema era intelligente e adattivo: la ruota anteriore riceveva coppia solo quando la posteriore perdeva aderenza, evitando inutili sprechi di energia e rendendo la guida più naturale. Tuttavia, nonostante le buone prestazioni off-road, il peso aggiuntivo e la complessità del sistema hanno impedito a questa tecnologia di diffondersi su larga scala.

Mai sentito parlare della Ducati 998 a trazione integrale
Anche Ducati ha sperimentato (sempre assieme a Öhlins) la trazione integrale, con un progetto top secret sviluppato sulla base della leggendaria serie 916. Il sistema adottato dalla casa di Borgo Panigale era basato su un meccanismo idraulico simile a quello di Yamaha, ma con una configurazione differente.
La potenza veniva prelevata dal motore e trasferita alla ruota anteriore attivando un circuito ad alta pressione che alimentava un piccolo motore idraulico sulla ruota anteriore. Questo sistema era pensato per migliorare la stabilità in curva e aumentare l’aderenza in situazioni di massima piega e asfalto viscido. Tuttavia, l’aumento delle masse non sospese, l’incremento del peso complessivo della moto e le difficoltà di gestione del sistema idraulico hanno portato Ducati ad abbandonare il progetto.
Perchè non funziona?
Ma perché nonostante tutta la ricerca e i tentativi, la trazione integrale non ha mai preso piede sulle moto? I motivi sono molteplici. Innanzitutto, il peso aggiuntivo rappresenta un problema significativo, specialmente su veicoli dove agilità e leggerezza sono fondamentali come le moto enduro. A differenza delle auto, dove il peso aggiunto da un sistema di trazione integrale può essere compensato dalla maggiore stabilità e trazione, nelle moto questo svantaggio si fa sentire molto di più. Inoltre, la complessità meccanica rende il sistema costoso da produrre e difficile da mantenere, aumentando il prezzo finale del veicolo e riducendone l’attrattiva per il grande pubblico.
C’è poi la questione dei benefici limitati. La trazione integrale risulta utile soprattutto in condizioni di scarsa aderenza, come nel fuoristrada estremo o su superfici particolarmente scivolose, quindi non un sistema che può essere sempre capace di offrire una guida più efficiente o più sicura. Soprattutto se consideriamo l'applicazione su moto stradali, che utilizzerebbero i vantaggi del sistema solo su asfalto molto sporco o bagnato, i vantaggi non giustificano gli scompensi in termini di peso, costo e manutenzione.

E il futuro?
Nonostante tutto, la trazione integrale nelle moto continua a essere un argomento affascinante. Alcune aziende e startup stanno ancora cercando di perfezionare la tecnologia, magari con l’uso di motori elettrici sulle ruote anteriori, eliminando la necessità di complessi sistemi idraulici o meccanici. Con l'elettronica avanzata e le piattaforme inerziali, non è da escludere una rinascita per questa tecnologia, e chissà se in futuro vedremo una moto a trazione integrale che riuscirà a superare le oggettive limitazioni e a ritagliarsi un posto nel mercato.
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