Possiamo associare brani di successo della canzone italiana a motociclette di cui andiamo orgogliosi? Certo che si
Max Gazzè, con Una musica può fare (1999), esplora sonorità nuove e testi fuori dagli schemi, dando nuova vita alla musica italiana. La Ducati 916, con il suo design affilato e le prestazioni mozzafiato, fa lo stesso nel mondo delle moto: innovativa, elegante e rivoluzionaria. Entrambe segnano un’epoca di prosperità dell'Italia e hanno guadagnato un posto nel cuore degli appassionati.
La storia, anche nel piccolo mondo delle due ruote, è scandita da avvenimenti. E la fine del 1993 fu un momento di quelli che tutti - ma proprio tutti - i motociclisti ricordano bene. Ducati fece letteralmente strage di cuori quando tolse i veli alla supersportiva 916. Uno dei pochi esempi nel regno delle due ruote degno di meritarsi l'appellativo di "Capolavoro". Perché quella che venne fuori dalla mente di Massimo Tamburini era questo, di fatto. (di William Toscani)
Guarda la galleryElisa, con Luce (Tramonti a nord est) (2001), porta un mix di delicatezza e potenza, diventando una delle canzoni più iconiche del decennio. Allo stesso modo, l'Aprilia RSV 1000 combina eleganza e forza, rappresentando il meglio della tecnologia italiana su due ruote. Due esempi di raffinatezza tecnica e carattere, capaci di emozionare.
Rewind, Aprilia RSV 1000: la scommessa di Beggio FOTO
Presentata ai saloni del 1997, segnò l'ingresso nel mondo delle maxi sportive per Aprilia. Pur vantando doti dinamiche da primato, la bicilindrica RSV non riscosse il successo meritato. Insuccesso in parte dovuto ad un progetto uscito con qualche anno di ritardo e che pagò pegno nei confronti della più agguerrita - e accattivante - concorrenza giapponese. (di William Toscani)
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