Top 5 cose che devi sapere sull'aerodinamica delle moto stradali

Le moto da competizione stanno portando in maniera massiccia il tema dell'aerodinamica sulle due ruote, ma fino a qualche anno fa si trattava di un argomento poco curato dagli appassionati e interpretato come caratteristica tecnica di secondo piano.

Di fatto, le moto più diffuse del mercato, tuttora, offrono poca protezione dall'aria e nella storia di questo mezzo, l'aria che impatta il mezzo e il pilota è sempre stata vista come un ostacolo ingegneristico più che un'opportunità per migliorare le prestazioni.
Vi raccontiamo 5 cose che forse non sapevate (o forse si) sui "problemi" causati dall'aria alle motociclette.

1. Le carene non sempre aiutano

Una moto carenata penetra l'aria in maniera più efficiente rispetto a una nuda. Questo è un dato di fatto, e le carene sono ancora la migliore soluzione possibile sia per portare le moto a velocità molto elevate che per proteggere al meglio il pilota sui modelli turistici.
In alcuni casi, però, la presenza di maggiore superficie carrozzata sul corpo moto crea spiacevoli problemi. 

Ad esempio, le carene abbondanti favoriscono "l'effetto vela" in caso di vento forte, un problema che affligge tutte le moto (in quanto mezzi veloci ma leggeri) e soprattutto quelle dotate di carene abbondanti. Il vento, impattando su una superficie regolare, non trova scappatoie e spinge con più vigore il mezzo. In alcuni casi, soprattutto di recente, alcuni modelli carenati non offrono così tanta efficienza in più rispetto alle moto naked, come si può notare nella maggior parte delle sportive stradali di ultima generazione, che sacrificano l'efficienza di un cupolino realmente protettivo in favore dell'appeal estetico.
Parliamo ad esempio di Suzuki GSX-8R, Triumph Daytona 660 e Honda CBR650R, moto che generano più vortici che protezione per il pilota, se non dotate di cupolini optional più protettivi.