Norton Nemesis: l'assurdo progetto V8 che non vide mai la luce

Norton Nemesis: l'assurdo progetto V8 che non vide mai la luce

A fine anni '90 il marchio inglese Norton ha provato a rinascere con una moto a dir poco assurda. Dotata di motore di 280 CV era un razzo su ruote con tecnologia davvero innovativa per l'epoca. Purtroppo non è mai stata messa in produzione

20.12.2022 ( Aggiornata il 20.12.2022 11:52 )

Di moto assurde ne sono state prodotte parecchie, ma la Norton Nemesis merita di sicuro un posto d'onore fra i progetti più assurdi e azzardati. La storia di quest'azienda inglese è iniziata nella prima metà del secolo scorso e ha brillato fra gli anni '50 e '60, quando le vittorie delle Manx e il successo commerciale delle Commando l'ha portata nell'olimpo dei costruttori di moto sportive. Dagli anni '70 in poi, però, con la crisi dovuta all'arrivo dei giapponesi e una gestione aziendale non proprio ottimale, Norton non è mai più tornata ai fasti di un tempo e tutt'oggi è un'azienda che passa da un rilancio all'altro senza mai decollare. 

Una supersportiva da 235CV nel 1998!

Uno di questi tentativi di rinascita è proprio quello che nel 1998 (nel periodo di controllo del brand da parte del Canadian Aquilini Investment Group) ha portato all'azzardo totale con la Nemesis studiata dal progettista Al Melling. Più che di una moto concreta si trattava di una visione: una supersportiva dotata di motore V8 da 1.479cc capace di 235 CV con tecnologia da astronave.

Il prototipo presentava cerchi in magnesio, sospensioni attive, impianto frenante a dischi perimetrali, cambio elettronico con pulsanti al manubrio e telecamere al posto degli specchietti retrovisori. Il progetto era stato dichiarato come "pronto per la produzione" con tutte le caratteristiche elencate e il prezzo non avrebbe superato le 32.000 sterline (che anche all'epoca erano un sacco di soldi).

L'estetica era qualcosa di molto particolare e decisamente lontano dalle forme armoniche delle Norton che hanno fatto la storia, ma anche da tutto quello che fino a quel momento era stato prodotto in serie. Il cupolino sfuggente con doppio proiettore era forse la parte più "normale", perchè il resto delle sovrastrutture - dal parafango alle carene laterali senza sfoghi o prese d'aria - erano molto avvolgenti e avevano un andamento quasi organico e non molto dinamico, e decisamente rozze nella finitura. Il codino riprendeva il concetto di scarico sotto al codone diventato famoso con le Ducati 916 e la Honda NR750, ma inglobato in un blob dalle forme un po' confuse. Il nome Nemesis le calzava a pennello, essendo qualcosa di decisamente controcorrente e fuori da tutte le logiche sia industriale che di stile.

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