Top 5, Ferragosto in moto? Qualche dritta per evitare il caos

Top 5, Ferragosto in moto? Qualche dritta per evitare il caos

Riconosciuto come una bolgia infernale di vacanzieri e caos su strade e spiaggie. Vi diamo qualche consiglio per evitare lo stress se decidete di passarlo in sella alla vostra moto

12.08.2022 ( Aggiornata il 12.08.2022 09:32 )

A Ferragosto tutta l'Italia si dedica al turismo e alle attività ludiche. Significa che il 15 agosto abbiamo una quantità di persone incredibile su strade, località di vacanza e di interesse storico, ristoranti e luoghi di aggregazione. Niente di nuovo, ovviamente, ma ogni anno si ripresentano gli stessi problemi di strade con bollino nero e quantità impressionante di persone che in parte rovinano l'esperienza di quella che dovrebbe essere una giornata di festa e relax. Se volete evitare il caos e le ormai celebri nevrosi ferragostane, ma non volete rinunciare a uscire di casa in sella alla vostra moto, vi diamo qualche consiglio.

1 - Laghetti e torrenti al posto del mare

Ferragosto = mare. Per quasi tutti gli italiani l'equazione è questa, che equivale anche alla formula per avere una giornata stressante. Considerando che nessuna fra le località balneari dello stivale sarà poco affollata (e ci inseriamo anche i grandi laghi), il nostro consiglio è di fare uno strappo alla regola e andare a fare un bagno nelle acque dei torrenti e laghetti di montagna. Anche lì troverete gente, non si scappa, ma l'affollamento sarà minore e soprattutto non caotico. Chi sceglie corsi e specchi d'acqua gelidi e clima fresco in questi giorni è decisamente un "alternativo" che fugge dal caos. E' il luogo per voi. E poi andare in montagna significa fare curvette senza cuocere troppo sotto il sole della costa. EXTRA TIP: l'acqua giacciata di montagna è un toccasana per la salute

Itinerari in moto: tra i laghi del Piemonte FOTO

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Non tanto quanto il “sacro” Po, che resta il “number one”, ma la Dora Baltea, nobile affluente, è più d’un semplice fiume. È l’imprinting di un territorio segnato da una trama di acque e campagne lavoratissime: il basso Canavese. Dove laghi e laghetti, anche minuscoli, popolano anarchicamente il paesaggio (di Giovanni Carlo Nuzzo)

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