Patente: ma quale solidarietà femminile?!

Patente: ma quale solidarietà femminile?!

Prima regola all’esame: l’esaminatrice donna non fa sconti

Roberta Bogi Pagnini

23.11.2017 17:14

Un paio di settimane fa ho accompagnato un’amica che doveva sostenere l’esame di Scuola Guida per la patente A3, quella che consente di guidare una moto di qualsiasi cilindrata. Era spaventata, un po’ preoccupata su come sarebbe andato l’esame, titubante sulla guida, ma fiduciosa per il fatto che, colpo di fortuna, l’esaminatrice sarebbe stata una donna.

PRIMI PASSI - Quando me l’ha detto ho avuto un flashback: anche a me accadde la stessa cosa, ma io, al contrario della mia amica, non sapevo se essere felice o meno per la notizia. Mi esercitai nella guida con un bravissimo istruttore che, vedendomi certe volte in difficoltà, cercava sempre di incoraggiarmi per vincere le mie paure. Partii subito con slancio, ignara dei pericoli: facevo le guide con un casco aperto non omologato, prendevo la moto che avevo in garage e giravo vicino a casa, vestendomi con pantaloncini corti e canotta. Come una pazza. Poi incontrai le prime difficoltà, come quando andai a parcheggiare la moto credendo che avesse lo sterzo di uno scooter: rischiai di finire a terra.

SOLIDARIETÀ? NON SEMPRE… - Il giorno prima dell’esame mi venne detto che l’esaminatrice era una donna. Io che m’impegno a sostenere il mondo femminile, molto spesso però al primo impatto non piaccio alle mie ‘compari’, non spiegandomi il perché, dato che sono una persona socievole e alla mano. Provai a pensare positivo, ovvero che una donna avrebbe potuto capire meglio le mie difficoltà nel sostenere una moto di 180 kg e magari apprezzare il fatto che una rappresentante del gentil sesso proprio come lei volesse guidare una moto, da vera “tosta”!
Pensiero sbagliato...

LA STORIA SI RIPETE - Fui la prima ad essere esaminata e le uniche parole che mi rivolse mentre mi consegnava la patente e mentre io la riempivo di ringraziamenti furono: «Sei un po’ incerta». Dopo di me toccò a un ragazzo con il quale lei fu simpatica e ammiccante: parlava, sorrideva, faceva battute, chiedeva cose. Non ho detto niente alla mia amica prima dell’esame per non spaventarla, ma purtroppo anche a lei è successa la stessa cosa... e l’esaminatrice era un’altra!

MORALE DELLA FAVOLA - Nell’oscuro mondo del motociclismo, che si tratti di gare o semplicemente di appassionate che amano guidare, già ci sono gli uomini a dirci che siamo “scarse” o comunque a sottovalutarci. Quindi, almeno tra donne sarebbe opportuno sostenersi invece di remarci contro l’una con l’altra!

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